Proviamo ad uscire dal caos delle dichiarazioni e dei punti di vista, nel bel mezzo di uno degli episodi storici più drammatici che il genere umano abbia mai vissuto in termini di perdita di vite umane.

Per farlo, spostiamoci da questa epoca e immaginiamo nostro nipote tra 50 anni o pronipote tra 80 anni. Cosa vogliamo che legga nei libri di storia? E noi che storia vogliamo scrivere oggi? In che ruolo vogliamo che la storia ci ricordi?

I nostri nipoti leggeranno di un virus che uccide le persone e che parte da Wuhan, in Cina, a fine 2019. Leggeranno dell’Italia come primo paese “occidentale” colpito da una violenta pandemia nei primi mesi del 2020 e scopriranno che nel maggio del 2021 il numero di contagiati nel mondo era pari a oltre 154 milioni, con 3 milioni e 232mila morti, solo tra quelli registrati perché in tanti Stati ce ne saranno milioni non registrati.

E mentre leggeranno tutto questo si chiederanno: cosa hanno fatto per reagire? Quali misure i miei nonni, i miei bisnonni, i grandi manager e capi di Stato hanno messo in campo?

Loro probabilmente sapranno che all’inizio il mondo è stato travolto da una malattia del tutto inaspettata, contro cui abbiamo attuato misure tampone che hanno potuto produrre solo un rallentamento del virus e risparmiare vite umane in una corsa contro il tempo; Ma dall’altra parte sapranno anche che governi e imprese di tutto il mondo e centinaia di ricercatori hanno investito decine di miliardi per creare il vaccino e dare una risposta definitiva. I vaccini non solo verranno creati, ma autorizzati a giugno del 2020 in Cina e a dicembre dello stesso anno in Europa.

Questo però non sarà il lieto fine della storia, perché la produzione e la diffusione di massa del vaccino sarà uno dei primi problemi che tutti i capi di stato si troveranno ad affrontare. Ed è così che India e Sud Africa insieme ai 2/3 degli Stati mondiali avanzarono la richiesta di sospendere il regime brevettuale per democratizzare la ricerca sui vaccini e favorire l’espansione diffusa della produzione.

Cosa vogliamo che i nostri nipoti leggano sulla nostra risposta a una delle più gravi crisi umanitarie? Che alcuni Paesi come la Germania e leader politici come la Merkel si opposero alla liberalizzazione dei vaccini dai brevetti? O che tutti alla fine scelsero di rinunciare a brevetti e profitti per poter vaccinare a velocità supersonica tutto il genere umano e salvare quante più vite umane possibile?

Sì, perché da un lato abbiamo il neo Presidente degli Stati Uniti Biden che dichiara pubblicamente quanto sia fondamentale in questa fase rendere i vaccini bene comune, in un momento in cui in India con scene da giudizio universale ci mostrano 4mila morti al giorno. Dall’altro lato abbiamo la Merkel, per 15 anni cancelliera federale tedesca, che si contrappone all’idea di liberare i brevetti, sostenendo le case farmaceutiche che vogliono tutelare il loro monopolio.

Come giudicherà la storia questi leader politici o gli amministratori delegati delle più grandi Big Pharma? Come coloro che hanno continuato a difendere il profitto sulla vita umana e sulla salute globale del pianeta o come quelli che hanno dato vita ad una nuova fase della storia?

L’Italia è stata tra i primi Paesi occidentali ad approvare in Parlamento, su iniziativa del M5S, la scelta di sospendere i brevetti e ha deciso da che parte stare della Storia. Ora vedremo se gli altri Stati, la Germania e l’Europa saranno capaci di comprendere in quale fase storica unica si trova la nostra umanità e sapranno prendere scelte all’altezza, che non facciano sfigurare il nostro ruolo storico agli occhi delle future generazioni.

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