La NuovaVenezia ha fatto una sorta di cernita dei post del comico che prendono di mira il governatore. Ce n’è uno praticamente ogni settimana, quindi difficile capire cosa abbia portato Zaia ad un gesto comunque non da poco come la querela. A dare qualche indizio più circostanziato è invece il Corriere del Veneto che scavando ha scoperto che forse il post incriminato risale al 7 maggio 2020. Ed è una condivisione di un altro post scritto dal sassofonista, Marco Furio Foriere, della band veneziana dei Pitura Freska
Luca Zaia porta in tribunale Natalino Balasso. No, non è un video – da diverse centinaia di migliaia di like – del comico di Porto Tolle, ma la dura realtà del sistema giuridico veneto. Sarà il 18 giugno 2021 il giorno fatidico in cui Balasso si troverà di fronte al gip di Venezia, Francesca Zancan, che dovrà decidere se archiviare o meno le accuse di diffamazione che gli ha rivolto il governatore del Veneto, Zaia. Solo che a condire la notizia di qualcosa che sa già tra il kafkiano e il balassiano, ci ha pensato il bizantinismo della prassi giudiziaria. Già perché Balasso ha dichiarato di non sapere quale sia il motivo della diffamazione. “Luca Zaia chiede ai suoi avvocati (mesi fa ma la notifica mi giunge solo ora) di chiedere al giudice di indagare su di me nel caso qualcosa che probabilmente ho detto e che però non so cos’è (nell’atto non lo dicono) abbia recato offesa a lui”, ha scritto il comico in un post pubblicato su Facebook. “Adesso io, che a differenza di Zaia non lavoro da un anno, devo mettermi a telefonare e a scrivere, insomma a perdere tempo, non per difendermi da qualcosa, ma solo per capire da cosa dovrei difendermi – ha continuato nel post che ha raccolto sui 18mila like – Prima o poi lo verrò a sapere. Nel caso voleste dei soldi ve lo dico subito, sarò costretto ad accettare la galera, perciò niente soldi”. Insomma, qualsiasi accusa sia Balasso non ha gli schei e propone già per se stesso la galera. Solo che il mistero della querela per diffamazione rimane. La NuovaVenezia ha fatto una sorta di cernita dei post del comico che prendono di mira il governatore. Ce n’è uno praticamente ogni settimana, quindi difficile capire cosa abbia portato Zaia ad un gesto comunque non da poco come la querela. A dare qualche indizio più circostanziato è invece il Corriere del Veneto che scavando ha scoperto che forse il post incriminato risale al 7 maggio 2020. Ed è una condivisione di un altro post scritto dal sassofonista, Marco Furio Foriere, della band veneziana dei Pitura Freska. “Io me lo ricordo Zaia all’Odisseo di Spresiano. Dopo un concerto dei Pitura Freska è entrato in camerino domandandoci se volevamo delle “t…e” per il post concerto. Ora è il nostro governatore, che figata!”. Come segnala il Corriere, il post era stato condiviso da decine di utenti, tra cui Balasso, “ma il pm Moroni ha ritenuto che solo Forieri, autore del testo originario, fosse accusabile di diffamazione e per questo ha disposto la citazione a giudizio”. Sempre secondo il Corriere “il musicista proprio a causa della grande visibilità ottenuta dal post, l’aveva subito rimosso e poche ore dopo ne aveva scritto un altro a smentita del primo: “Il post su Luca il governatore è falso e lesivo nei suoi confronti e verso di me, diffido dal condividerlo. E’ una fake news. Non siate sciocchi!”. Insomma Forieri va a giudizio per quel post, ma Balasso? Finisce in tribunale per averlo condiviso? Il mistero si infittisce e conosceremo la soluzione sono a giugno. E chissà, magari la rivelazione arriverà direttamente da un video di Balasso stesso.