Può Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse e moglie di Renato Curcio morta in uno scontro a fuoco con i carabinieri, entrare in una gallerie di “33 Trentine”, ovvero “importanti figure femminili impegnate nella storia, nelle arti, nelle scienze e nella società, che hanno attraversato nei secoli la provincia di Trento”? La scelta di inserire anche la terrorista (nata nel 1945, uccisa nel 1975) in una pubblicazione destinata agli studenti delle scuole medie è della commissione provinciale Pari opportunità tra donna e uomo. Il volume è appena stato presentato e già infuriano le polemiche. La stesura dei testi è stata affidata al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’università, la stessa facoltà frequentata da Cagol e Curcio che, proprio all’inizio degli anni settanta, cominciarono ad elaborare le loro idee che portarono alla nascita dell’organizzazione. I testi sono stati scritti da Giorgia Decarli, referente scientifica è la professoressa Barbara Poggio, prorettrice dell’Università. le illustrazioni sono dell’artista Michela Nanut.
Paola Maria Taufer, presidente della commissione Pari Opportunità, ha spiegato: “A partire dalla scuola dell’infanzia, si studia su libri che ripropongono in molti casi personaggi maschili e stereotipi di genere, la cui rimozione infonderà maggiore fiducia nelle ragazze, che hanno bisogno di modelli femminili importanti che siano di esempio e ispirazione, e alimenterà nei ragazzi il rispetto e la considerazione verso la componente femminile”. Il che però contraddice una figura di donna che ha scelto un percorso di contrapposizione violenta. Le curatrici hanno spiegato nel volume: “Abbiamo scelto di riportare anche questa biografia per sottolineare che la forza delle donne può essere distruttiva, se non è ispirata a valori quali la convivenza pacifica e la non violenza”.
Molti esponenti del centrodestra si sono schierati contro l’iniziativa editoriale con finalità didattiche. Il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi: “Se dovessi immaginare un volume per le scuole per raccontare le vicende di donne trentine sceglierei di inserire esempi costruttivi, perché è giusto dare soprattutto ai giovani delle immagini positive del nostro Trentino. Che Mara Cagol sia una figura femminile nota è indubbio, ma per motivi tristi e tragici. Non sarà mai un esempio”. Il governatore leghista Maurizio Fugatti: “Si poteva evitare. Non è materia di competenza della giunta provinciale e la commissione Pari opportunità ha la propria autonomia”. Insomma, non si opporrà alla diffusione del volume. L’assessore alla cultura Mirko Bisesti: “Mi auguro sia fortemente sottolineato l’aspetto negativo legato alle Br, alla stagione del terrorismo e a un intero periodo storico che chi ha vissuto ricorda come tragico”.
Molto critico Alessandro Urzì, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: “Non c’è niente su cui interrogarsi, c’è da indignarsi e da opporre una ferma censura di ordine morale rispetto al valore delle vittime di una delle stagioni più brutali della storia italiana. Questa iniziativa inoltre offende le altre 32 trentine che si sono guadagnate i meriti attraverso il proprio impegno, le capacità professionali e il valore del loro pensiero e della loro azione, al contrario di chi ha ritenuto di poter giocare con la vita delle persone e con lo stato di diritto”.
A difesa si colloca la professoressa Poggio, referente scientifico. “Una nota della commissione ricorda come ogni tipo di obiettivo e ideale vada raggiunto con le sole armi della determinazione, della cultura e della legalità. La storia è popolata da personaggi positivi e negativi e Mara Cagol è stata senza dubbio protagonista di una delle pagine più divisive della storia locale e nazionale”. L’ex senatore Marco Boato, che fu protagonista del Sessantotto a Trento: “Mi auguro che la decisione di inserire anche la sua biografia – a 46 anni dalla morte – non susciti inutile scandalo, perché la conoscenza storica e l’informazione devono prevalere sulle polemiche, qualunque sia il giudizio storico e politico che ciascuno può legittimamente esprimere. Sul piano storico, quindi, questo non deve essere un argomento tabù”.