No, nessuna novità eclatante sullo scandalo Palamara, nemmeno sulla fantomatica “Loggia Ungheria” e neppure sulla sciagurata idea di istituire una Commissione di inchiesta parlamentare sulla magistratura.
Il primo giugno entrerà in funzione, finalmente (!), la Procura Europea diretta dalla Procuratrice Laura Kovesi e basata a Lussemburgo. Finalmente, perché sono convinto che l’unica possibilità che hanno le malconce democrazie europee di sopravvivere all’urto della globalizzazione economica sia quella di trasformare l’Unione Europea in una Repubblica Federale, basata sull’uguaglianza di diritti e di doveri: in questo senso l’inaugurazione della Procura Europea è senz’altro una buona notizia. Un passo avanti, concreto ed utile, nella integrazione degli apparati fondamentali per la gestione dell’Ordine europeo.
Excursus: i “terremoti” cioè i moti delle terre che formano la Terra, possono essere disastrosi oppure generativi, possono scatenare crolli oppure far nascere montagne. Che tipo di “terremoto” sarà questo lo dirà il tempo, io spero che faccia sorgere una solida montagna dalla quale osservare e colpire in maniera più efficace il crimine che offende le legittime aspettative di libertà e giustizia di tutti noi, rubando le risorse economiche messe a disposizione dalla Unione Europea. Sì, perché intanto la Procura Europea avrà giurisdizione sui reati che ledono gli interessi economico-finanziari dell’Unione Europea, per esempio le odiose frodi sui fondi europei.
La Procura Europea avrà un Ufficio centrale e poi tante articolazioni territoriali quanti sono i Paesi che fino a qui hanno aderito e hanno dato seguito ai Trattati. In Italia saranno una ventina i Procuratori che, basati i nove sedi distrettuali, si trasformeranno in Procuratori Europei Delegati, ai quali dovranno essere assicurate risorse strumentali e professionali adeguate, compresa la forza investigativa della Polizia giudiziaria.
La faccenda è molto complessa perché sono tanti i punti di “incontro” tra la nuova struttura europea e quella nazionale: il rischio che gli “incontri”, anziché diventare occasione di complementarietà e sviluppo, diventino motivo di scontro, mal sopportazione, ambiguità ed inefficienza è alto. Uno dei terreni di maggior delicatezza è quello sul quale si incrociano i delitti commessi dalle mafie, con i delitti contro gli interessi economico finanziari dell’Unione Europea: si pensi alla vicenda della “mafia dei Nebrodi”. Rimando a chi volesse avere una idea più dettagliata sulla materia all’articolo pubblicato da Libera Informazione, che riprende un estratto dalla lezione (senz’altro magistrale!) tenuta dal Procuratore di Napoli, Melillo, alla Scuola Superiore della Magistratura a Roma, 16 aprile 2021.
C’è soltanto un punto che mi preme mettere in evidenza in conclusione, perché mi pare proprio grave e pericoloso, fatti salvi chiarimenti da parte del Governo italiano che invoco. Cito dal testo di Melillo: “Ma, soprattutto, sono chiamati quei medesimi Procuratori della Repubblica ad adottare ‘i provvedimenti organizzativi necessari a favorire la piena integrazione dei procuratori europei delegati nell’ambito dell’ufficio e a dotarli delle unità di personale amministrativo, dei locali e dei beni strumentali… assicurando in ogni caso l’eguaglianza di trattamento rispetto ai procuratori pubblici ministeri nazionali nelle condizioni generali di lavoro e nella fruizione dell’ambiente lavorativo’. Questa formula, così come la scelta di prevedere che l’organico dei PED debba determinare una corrispondente riduzione del ruolo organico della magistratura, sembra riflettere la tradizionale opzione per le riforme a costo zero che, forse, in questo caso non avrebbe trovato alcun ostacolo nelle condizioni della finanza pubblica, dal momento che un’autonoma dotazione di personale amministrativo e un contenutissimo aumento dell’organico della magistratura sarebbero stati salutati come doveroso tributo alla nuova istituzione”.
Così non va! Possibile che con tutto quel che si è detto fin qui della straordinaria opportunità rappresentata dal Pnrr, non si trovino i soldi per far fare al sistema giudiziario italiano un salto in avanti verso la necessaria capacità europea di muoversi e perseguire il crimine che ci impoverisce tutti?