Cronaca

Treviso, pilota di deltaplano cade nel vuoto subito dopo il decollo e muore: non si era assicurato al mezzo

L'uomo prima di partire aveva assicurato la compagna di volo, ma non se stesso. Quando il veicolo è partito è rimasto appeso solo con la forza delle braccia prima di cadere da 300 metri di altezza nel bosco sottostante

Un uomo ha perso la vita oggi, a Borso del Grappa, provincia di Treviso, in un incidente mentre pilotava il suo deltaplano. L’uomo, dopo aver controllato che i dispositivi di sicurezza della compagna di volo fossero tutti ben fissati, non ha provveduto a legare se stesso e, subito dopo il decollo, è rimasto appeso alla sbarra, cadendo nel vuoto per oltre 300 metri. Non appena è avvenuto il decollo, dalla pedana delta di Col del Puppolo a 850 metri di quota, l’uomo, slegato, è rimasto agganciato al mezzo solo con la forza delle braccia, finché ha mollato la presa sparendo nel bosco sottostante. Il deltaplano ha proseguito ancora senza comandi, per poi cadere tra gli alberi, lasciando la donna sospesa nel vuoto, tra i rami di una pianta.

Scattato l’allarme verso le 14.30, l’elicottero di Treviso emergenza ha individuato la vela e con un verricello di 30 metri ha portato sul posto medico, infermiere e tecnico di elisoccorso. Subito dopo è tornato alla base per imbarcare una squadra del Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa e avviare la ricerca del pilota disperso dal momento del decollo. Il tecnico di elisoccorso è salito sull’albero e ha permesso alla donna di raggiungere terra, dopo averla assicurata e liberata dai vincoli per poi affidarla a un infermiere della stazione. I soccorritori, ai quali si sono poi unite altre squadre, sono partiti con la perlustrazione e hanno circoscritto l’area all’interno della quale doveva trovarsi il pilota di deltaplano. Poco prima delle 17 è stato rinvenuto il corpo senza vita dell’uomo e solo alle 17.50 il medico è riuscito a raggiungere il luogo e a procedere alla constatazione del decesso. La salma è stata caricata su una barella e poi recuperata dall’eliambulanza con l’ausilio di un verricello.

Immagine d’archivio