Nel giorno dell’omidicio di Aldo Moro, l’Italia celebra la giornata della memoria delle vittime del terrorismo. Nell’Aula del Senato era presente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono intervenuti i presidenti dei due rami del Parlamento, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico. In aula – tra gli altri – sono altresì presenti i ministri Luciana Lamorgese e Marta Cartabia, il sottosegretario Benedetto Della Vedova e il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. Il capo dello Stato è andato anche a deporre una corona di fiori sotto la lapide di Moro, in via Caetani, luogo dove venne ritrovata l’automobile con il corpo del leader Dc, esattamente 43 anni fa.
“Ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità non pienamente chiarite“, ha detto Mattarella riferendosi agli anni di piombo, in un’intervista con Repubblica. “Non può esserci piena riconciliazione senza piena giustizia. Anche questo è il senso della giornata di oggi. Secondo questo stesso spirito, le Istituzioni devono continuare a cercare con determinazione e senza esitazioni la verità sulle tante pagine ancora oscure di quegli anni, superando i depistaggi, le complicità, le omissioni posti in essere anche da parte di settori deviati dello Stato”, è invece il messaggio del presidente della Camera Fico.
Casellati, invece, ha sostenuto che “tante sono le pagine ancora da ricostruire e i silenzi fanno spesso più rumore delle bombe. Per la verità e la trasparenza tante associazioni nate per dare voce ai familiari delle vittime del terrorismo hanno continuato a lottare accanto alla magistratura, accanto alle commissioni di inchiesta”. Secondo la seconda carica dello Stato “anche il Parlamento ha fatto la sua parte. Grazie ad una iniziativa condivisa con il Presidente Fico, abbiamo raggiunto un risultato storico: la rimozione del segreto funzionale dagli atti delle Commissioni di inchiesta che hanno lavorato sul terrorismo e sulle stragi. Si tratta di 32 filoni di inchiesta, di circa 7400 documenti e di oltre centomila pagine di atti documentali, verbali, audizioni e resoconti nei quali è raccontata la storia costruita sulla paura e sulla strategia della tensione. Il cammino di verità che abbiamo percorso insieme in questi decenni ci ha reso sicuramente più solidi e forti nell’affrontare i tanti nemici, interni ed esterni, di ieri e di oggi”. A questo proposito Fico ha annunciato che “nei prossimi giorni chiederò all’Ufficio di Presidenza della Camera di declassificare i documenti sui quali è stato apposto dalla Commissione il segreto funzionale. Questo significherà aggiungere un ulteriore prezioso tassello nel percorso di ricostruzione storica, trasparenza e verità che le istituzioni devono portare avanti. E sono orgoglioso che la Camera stia contribuendo a questo percorso in maniera significativa”.
A proposito dell’arresto e la richiesta di estradizione dalla Francia di dieci ex terroristi rossi condannati per reati di sangue, invece, il presidente della Camera ha detto: “Essere una comunità significa ribadire -alla presenza di voi familiari delle vittime- l’impegno solenne ed incondizionato a perseguire piena giustizia e verità sulle vicende negli anni di piombo, ponendo rimedio alle gravi inadempienze di alcuni settori dell’apparato statale. Ciò vuol dire anzitutto assicurare che chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per gravi crimini -commessi sotto le diverse sigle del terrorismo brigatista e dell’eversione neofascista- sconti la pena in coerenza con le regole e i principi del nostro ordinamento”. Fico ha sottolineato che “non si tratta di ottenere una presunta vendetta, pubblica o privata. Ma di applicare -ha proseguito la terza carica dello Stato- a chi si è sottratto alla esecuzione della condanna, fuggendo in altri Paesi, le sentenze emesse in esito a regolari processi, nel rispetto delle garanzie e dei principi della nostra Costituzione. Non può esserci piena riconciliazione senza piena giustizia. Anche questo è il senso della giornata di oggi”.