Opere d’arte contemporanee, installazioni visive, sound o video design. La nuova metropolitana di Milano, la M4 o linea blu, potrebbe diventare una galleria d’arte itinerante. Mentre si attende l’apertura del primo tratto che unirà l’aeroporto di Linate al quartiere Forlanini, la società M4, concessionaria del Comune di Milano, ha scelto di aprire una manifestazione di interesse per il futuro abbellimento delle stazioni metropolitane. Il progetto, chiamato ‘Arte4’, ha l’intento di raccogliere proposte creative e artistiche per opere che andranno a decorare le banchine e i mezzanini. Con una specifica: nel bando è scritto che gli interventi artistici selezionati saranno a “totale carico dei proponenti”.
È questo passaggio che ha lasciato perplessi 160 artisti, che hanno inviato una lettera all’amministrazione comunale e ai vertici di M4 per porre l’attenzione sul finanziamento del piano. “Nel bando non viene nemmeno preso in considerazione un finanziamento diretto o indiretto – ha detto a Ilfattoquotidiano.it Stefano Pizzi, pittore, docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera e tra i promotori della lettera – È un momento molto difficile per tutto il mondo artistico e crediamo che questa sia una mancanza di attenzione”. Nella lettera viene ricordata la legge 717 del 1946, nota anche come ‘legge del 2%’, che disciplina le modalità di promozione dell’arte negli edifici pubblici.
La legge stabilisce che ogni amministrazione dello Stato che provveda a costruire nuovi edifici pubblici debba destinare una quota della spesa totale all’abbellimento di essi tramite opere artistiche. Come chiariscono le linee guida del 2006 per l’applicazione della legge, la norma fa riferimento esclusivamente agli edifici pubblici e non ai contesti urbani come piazze, parchi, nuove aree riqualificate: in questo caso, le linee guida dichiarano che “sarebbe opportuno estendere l’applicazione”, ma in sostanza si tratta di una scelta dell’amministrazione. “È chiaro che la linea metropolitana non è un edificio, ma uno spazio urbano – continua Pizzi – Sarebbe bello però se si potesse trovare un modo per finanziare un progetto artistico così importante”.
Un altro problema messo in luce dai 160 artisti è che in questo modo si apre la strada all’amatorialità: “Chi può sostenersi economicamente, magari grazie a un’altra professione, può ‘sponsorizzarsi’. Mentre le fasce più deboli che vivono solo di arte vengono completamente sopraffatte dalla crisi”, conclude Pizzi. A spiegare il perché non sia previsto un finanziamento pubblico per il progetto ‘Arte4’ è Fabio Terragni, presidente di M4: “Non sono previsti fondi in quanto non erano presenti né nel progetto originario del Comune, presentato nel 2013, né nel piano economico del ‘Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile’ (Cipe)”. Inizialmente per la nuova linea metropolitana era previsto un design tradizionale, come quello delle altre stazioni già esistenti. “Questa manifestazione d’interesse serve solo a raccogliere eventuali proposte. Poi dovranno essere discusse con l’amministrazione comunale e valutate dagli esperti di arte pubblica. Solo dopo si vedrà come e se è possibile realizzarle – continua Terragni – Probabilmente nel bando non era chiaro, ma non è escluso che uno sponsor possa essere trovato insieme”.
L’obiettivo del piano originario era creare uno spazio funzionale: la metropolitana blu unirà l’aeroporto di Linate al cuore della città, con treni ogni 90 secondi, che trasporteranno circa 86 milioni passeggeri ogni anno. L’idea di abbellire la linea con installazioni artistiche nasce dal desiderio di creare uno spazio che sia anche attrattivo. “La metropolitana è uno luogo di vita, credo potrebbe essere interessante renderlo emotivamente caldo, soprattutto in una linea come questa”. Anche la linea M4, infatti, come già la M5, sarà caratterizzata dall’automazione dei treni e dall’assenza del guidatore. “Mi rendo conto che il momento sia difficile per tutti, per questo accolgo volentieri l’idea di dialogare per trovare un modo di realizzare il progetto. Ma purtroppo non si può pensare che l’unico committente sia il pubblico”, conclude Terragni.
Cronaca
La nuova metro M4 di Milano abbellita con opere d’arte contemporanee, ma devono essere realizzate gratis e senza rimborso delle spese
La società M4, concessionaria del Comune di Milano, ha scelto di aprire una manifestazione di interesse per il futuro abbellimento delle stazioni metropolitane. Il progetto, chiamato ‘Arte4’, ha l’intento di raccogliere proposte creative e artistiche per opere che andranno a decorare le banchine e i mezzanini. Con una specifica: nel bando è scritto che gli interventi artistici selezionati saranno a "totale carico dei proponenti"
Opere d’arte contemporanee, installazioni visive, sound o video design. La nuova metropolitana di Milano, la M4 o linea blu, potrebbe diventare una galleria d’arte itinerante. Mentre si attende l’apertura del primo tratto che unirà l’aeroporto di Linate al quartiere Forlanini, la società M4, concessionaria del Comune di Milano, ha scelto di aprire una manifestazione di interesse per il futuro abbellimento delle stazioni metropolitane. Il progetto, chiamato ‘Arte4’, ha l’intento di raccogliere proposte creative e artistiche per opere che andranno a decorare le banchine e i mezzanini. Con una specifica: nel bando è scritto che gli interventi artistici selezionati saranno a “totale carico dei proponenti”.
È questo passaggio che ha lasciato perplessi 160 artisti, che hanno inviato una lettera all’amministrazione comunale e ai vertici di M4 per porre l’attenzione sul finanziamento del piano. “Nel bando non viene nemmeno preso in considerazione un finanziamento diretto o indiretto – ha detto a Ilfattoquotidiano.it Stefano Pizzi, pittore, docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera e tra i promotori della lettera – È un momento molto difficile per tutto il mondo artistico e crediamo che questa sia una mancanza di attenzione”. Nella lettera viene ricordata la legge 717 del 1946, nota anche come ‘legge del 2%’, che disciplina le modalità di promozione dell’arte negli edifici pubblici.
La legge stabilisce che ogni amministrazione dello Stato che provveda a costruire nuovi edifici pubblici debba destinare una quota della spesa totale all’abbellimento di essi tramite opere artistiche. Come chiariscono le linee guida del 2006 per l’applicazione della legge, la norma fa riferimento esclusivamente agli edifici pubblici e non ai contesti urbani come piazze, parchi, nuove aree riqualificate: in questo caso, le linee guida dichiarano che “sarebbe opportuno estendere l’applicazione”, ma in sostanza si tratta di una scelta dell’amministrazione. “È chiaro che la linea metropolitana non è un edificio, ma uno spazio urbano – continua Pizzi – Sarebbe bello però se si potesse trovare un modo per finanziare un progetto artistico così importante”.
Un altro problema messo in luce dai 160 artisti è che in questo modo si apre la strada all’amatorialità: “Chi può sostenersi economicamente, magari grazie a un’altra professione, può ‘sponsorizzarsi’. Mentre le fasce più deboli che vivono solo di arte vengono completamente sopraffatte dalla crisi”, conclude Pizzi. A spiegare il perché non sia previsto un finanziamento pubblico per il progetto ‘Arte4’ è Fabio Terragni, presidente di M4: “Non sono previsti fondi in quanto non erano presenti né nel progetto originario del Comune, presentato nel 2013, né nel piano economico del ‘Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile’ (Cipe)”. Inizialmente per la nuova linea metropolitana era previsto un design tradizionale, come quello delle altre stazioni già esistenti. “Questa manifestazione d’interesse serve solo a raccogliere eventuali proposte. Poi dovranno essere discusse con l’amministrazione comunale e valutate dagli esperti di arte pubblica. Solo dopo si vedrà come e se è possibile realizzarle – continua Terragni – Probabilmente nel bando non era chiaro, ma non è escluso che uno sponsor possa essere trovato insieme”.
L’obiettivo del piano originario era creare uno spazio funzionale: la metropolitana blu unirà l’aeroporto di Linate al cuore della città, con treni ogni 90 secondi, che trasporteranno circa 86 milioni passeggeri ogni anno. L’idea di abbellire la linea con installazioni artistiche nasce dal desiderio di creare uno spazio che sia anche attrattivo. “La metropolitana è uno luogo di vita, credo potrebbe essere interessante renderlo emotivamente caldo, soprattutto in una linea come questa”. Anche la linea M4, infatti, come già la M5, sarà caratterizzata dall’automazione dei treni e dall’assenza del guidatore. “Mi rendo conto che il momento sia difficile per tutti, per questo accolgo volentieri l’idea di dialogare per trovare un modo di realizzare il progetto. Ma purtroppo non si può pensare che l’unico committente sia il pubblico”, conclude Terragni.
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "La Sicilia, purtroppo, vive da decenni un’emergenza che sembra diventata strutturale. Il mio governo ha individuato fin dalla campagna elettorale questo come un obiettivo primario, consapevole che la gestione dei rifiuti non è solo un problema ambientale, ma anche sociale ed economico. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con un sistema fondato su discariche ormai al collasso, senza un’efficace pianificazione e con una raccolta differenziata ancora insufficiente. E soprattutto, mancava uno strumento fondamentale: il Piano rifiuti, indispensabile per poter programmare e realizzare qualsiasi intervento strutturale. Lo abbiamo speditamente adottato nel novembre scorso, dopo un grande lavoro di squadra che ha coinvolto vari organi istituzionali preposti al ramo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia, il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani,.
"Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficile, sia dal punto di vista normativo che politico- prosegue - E a volte avvertiamo una condizione di solitudine, nel dover difendere un’idea di sviluppo che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che invece incontra resistenze incomprensibili e a volte ambigue. Non cori da stadio, ma silenzi a volte trasversali e imbarazzanti".
"Non è un caso che il tema dei termovalorizzatori in Sicilia sia presente nel dibattito pubblico da oltre vent’anni, senza mai trovare una concreta soluzione- aggiunge Schifani - In tutto questo tempo, mentre in altre regioni italiane e in Europa si realizzavano impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in energia, in Sicilia si continuava a rinviare, accumulando ritardi su ritardi e lasciando che il problema si aggravasse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: città invase dai rifiuti, discariche sature, costi di smaltimento sempre più elevati e una dipendenza dall’estero per l’invio della spazzatura che pesa sulle tasche dei cittadini siciliani per oltre cento milioni all'anno". "Ciò che trovo più preoccupante è la rassegnazione diffusa tra i siciliani. Dopo decenni di annunci e promesse mancate, molti ormai non credono più che il cambiamento sia possibile. Ma io dico che questa volta è diverso. Questa volta il governo regionale ha fatto una scelta chiara e irreversibile: realizzare gli impianti e dare finalmente alla Sicilia una gestione moderna ed efficiente dei rifiuti. E per questo obiettivo dedico due pomeriggi al mese per monitorare di persona il percorso, spesso complesso ma che ci sforziamo di velocizzare. Per non parlare dei numerosi ricorsi presentati contro il mio piano per bloccare il tutto. A questi ci opporremo con fermezza e competenza".
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.