Minacciata e aggredita alla vigilia di Pescara-Salernitana con “spintoni e calci affinché il papà capisca”. Protagonista suo malgrado della violenza è stata Paola Grassadonia – figlia 18enne di Gianluca, allenatore della squadra abruzzese – che vive con la madre a Salerno, città di cui è originario l’ex giocatore del Cagliari. A denunciarlo è stata la moglie del tecnico del Pescara, che lunedì affronterà la Salernitana in un match che potrebbe valere la promozione in Serie A per i campani.
“Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile”, ha esordito Annabella Castagna, moglie di Grassadonia, spiegando l’aggressione subita dalla figlia. La giovane, appena maggiorenne, sabato sera è stata avvicinata da ignoti che l’hanno colpita con spintoni e calci. “Tutto questo – ha sottolineato Castagna, preannunciando che andrà via da Salerno – per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia”. Quindi l’auspicio: “Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.
La notizia, diffusa oggi da alcuni organi di stampa, ha suscitato la reazione della Salernitana che ha stigmatizzato e condannato “i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia”. Anche il Comune di Salerno ha preso le distanze dall’accaduto: “Lo sport resta sport. E noi – ha sottolineato l’assessore allo Sport, Angelo Caramanno – prendiamo le distanze da questi idioti che nulla hanno a che fare con Salerno, i salernitani, la Salernitana. Nulla. Solidarietà a Gianluca Grassadonia ed alla sua famiglia a titolo personale ed a nome dell’Amministrazione”.
Il Pescara, annunciando che Grassadonia non rilascerà alcuna intervista né svolgerà conferenza stampa pre-partita, ha espresso “solidarietà al proprio tecnico” e annuncia di essersi “subito prodigata affinché la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto” la città “per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro città di origine”. Anche la Lega Serie B ha condannato la “spregevole aggressione”, definita un “gesto vile, barbaro che non ha diritto di cittadinanza nel calcio e nella Serie B”.
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Pescara-Salernitana, la figlia dell’allenatore degli abruzzesi aggredita nella città campana alla vigilia del match che può valere la Serie A
La denuncia della moglie di Gianluca Grassadonia: "Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Andremo via da questa città". La solidarietà del Comune di Salerno, dei club e della Lega Serie B alla famiglia per gli spintoni e i calci alla 18enne Paola
Minacciata e aggredita alla vigilia di Pescara-Salernitana con “spintoni e calci affinché il papà capisca”. Protagonista suo malgrado della violenza è stata Paola Grassadonia – figlia 18enne di Gianluca, allenatore della squadra abruzzese – che vive con la madre a Salerno, città di cui è originario l’ex giocatore del Cagliari. A denunciarlo è stata la moglie del tecnico del Pescara, che lunedì affronterà la Salernitana in un match che potrebbe valere la promozione in Serie A per i campani.
“Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile”, ha esordito Annabella Castagna, moglie di Grassadonia, spiegando l’aggressione subita dalla figlia. La giovane, appena maggiorenne, sabato sera è stata avvicinata da ignoti che l’hanno colpita con spintoni e calci. “Tutto questo – ha sottolineato Castagna, preannunciando che andrà via da Salerno – per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia”. Quindi l’auspicio: “Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.
La notizia, diffusa oggi da alcuni organi di stampa, ha suscitato la reazione della Salernitana che ha stigmatizzato e condannato “i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia”. Anche il Comune di Salerno ha preso le distanze dall’accaduto: “Lo sport resta sport. E noi – ha sottolineato l’assessore allo Sport, Angelo Caramanno – prendiamo le distanze da questi idioti che nulla hanno a che fare con Salerno, i salernitani, la Salernitana. Nulla. Solidarietà a Gianluca Grassadonia ed alla sua famiglia a titolo personale ed a nome dell’Amministrazione”.
Il Pescara, annunciando che Grassadonia non rilascerà alcuna intervista né svolgerà conferenza stampa pre-partita, ha espresso “solidarietà al proprio tecnico” e annuncia di essersi “subito prodigata affinché la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto” la città “per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro città di origine”. Anche la Lega Serie B ha condannato la “spregevole aggressione”, definita un “gesto vile, barbaro che non ha diritto di cittadinanza nel calcio e nella Serie B”.
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".