di Pietro De Sarlo
Francamente non se ne può più di questa gretta e meschina pubblicistica anti-meridionale. La notizia che rimbalza tra social e giornali, Sole 24 ore in testa, è: “La spesa del reddito di cittadinanza a Napoli sfiora quella dell’intero Nord“. Apparentemente si tratta della descrizione di un dato pubblicato dall’Inps ma il sottinteso è diverso: i soliti napoletani, il Sud parassita e via dicendo. È più importante il non detto che l’esplicito. Meno si dice e più si lascia spazio al sogghigno e al disprezzo.
Però, stando ad Eurostat, in Campania il 49,7% delle persone è a rischio povertà, contro il 16,4% del Nord- Ovest e il 13,2% del Nord Est. Nella fascia di popolazione tra i 15 e i 64 anni nel Nord Ovest gli occupati sono il 66%, nel Nord Est il 67,5% e in Campania il 40,8%! Ecco spiegato l’arcano del perché ci sono così tanti redditi di cittadinanza a Napoli! Allora la questione si sposta. Diventa un’altra. Perché a Napoli ci sono così tanti poveri e tanti disoccupati?
Tutta questa pubblicistica anti-meridionale ha già le risposte pronte: la camorra, sono scansafatiche, incapaci, il solito vittimismo del Sud eccetera. Ma il fatto che in Lombardia si spendano, vedi i Conti Pubblici Territoriali, per la sanità 2.533 euro anno per abitante contro i 1.593 euro per abitante della Campania non rileva? Che in Lombardia si spendano per le politiche sociali 6.711 euro per abitante e in Campania solo 4.673 non conta? Si dice che la sanità in Lombardia costa di più perché la popolazione è più anziana. Allora la Campania dovrebbe avere una valanga di asili nido in più della Lombardia. Scordatevelo! Tra costo storico e correttivi ad mentula canis… zero al Sud!
Però i campani i soldi li sciupano, meglio non darglieli. Ma dal 2013 la sanità campana ha un avanzo medio annuo di gestione di 43 milioni, quasi quanto la somma di tutti gli avanzi di gestione dal 2013 ad oggi della sanità lombarda e che è di soli 52 milioni. Ma questo non fa notizia, neanche un trafiletto! Fatti due conti in Campania, solo tra sanità e politiche sociali, lo Stato spende 2.978 euro in meno rispetto alla Lombardia. Quindi se lo Stato spendesse per ogni campano quello che spende per ogni lombardo il bilancio della regione Campania sarebbe più ricco di 17 miliardi l’anno, che per 10 anni fanno 170 miliardi. Se tutto il Sud fosse trattato come la Lombardia, al Sud arriverebbero 32 miliardi l’anno in più e alle isole 13. In tutto 45 miliardi l’anno che in 10 anni fanno 450 miliardi! Più del doppio del Pnrr! Quanto vale tutto questo in termini di minore occupazione e di maggiore povertà?
Lo so, state per dire: e la Cassa per il Mezzogiorno? La Cassa nacque nel 1950 per la viabilità rurale al Sud. Volete dirmi che nello stesso periodo non è stato fatto neanche un viottolo nelle campagne del Nord? A parte le autostrade e il resto, intendo. La Cassa ha fatto anche altro, ma il punto è che ogni spesa al Sud si strombazza come “intervento straordinario”, per fare un centesimo di quello che in silenzio si fa come “intervento ordinario” al Nord.
Ora c’è il Pnrr. L’Italia ha avuto la maggiore quota dei 750 miliardi di euro del Next Generation Eu: 390 di sovvenzioni e 360 di prestiti. Li ha avuti perché i criteri utilizzati per distribuire tra i paesi le sovvenzioni sono: disoccupazione, inverso del Pil pro capite, quota di popolazione. Il razionale è che le disuguaglianze territoriali in Europa sono troppo forti. L’Italia è il Paese che ne ha di più al proprio interno. Fatto 100 il Pil pro capite medio italiano si va dal 161 della provincia autonoma di Bolzano (3.192 euro di spesa per sanità e politiche sociali in più della Campania) al 58 della Calabria. Se l’Italia applicasse gli stessi criteri utilizzati in Europa il 70% del Pnrr dovrà essere destinato al Sud. Chissà se i fautori del “vincolo esterno” e quelli che “ce lo chiede l’Europa” e i parlamentari del Sud lo sanno.