Ultimo colpo di scena nella tragedia Covid, Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, dichiara di essere favorevole alla sospensione dei brevetti farmaceutici per dare la possibilità ai Paesi poveri di farseli in casa. A prima vista questa è una dichiarazione di “sinistra”, anticapitalista, umanitaria, ecc. e tutti l’hanno applaudita, e perché no? Ricordiamo che non c’è industria più odiata al mondo di Big Pharma.

Passato il momento di euforia, analizziamo quanto avvenuto dettagliatamente per accorgerci che il colpo di scena è un altro: dietro le parole di Biden non c’è una strategia che mira a compensare gli squilibri tra mondo ricco e mondo meno ricco o mondo povero in materia di vaccini, ma la solita propaganda politica, la stessa aria fritta che la pandemia ha tristemente smascherato. E spieghiamolo.

In primis, nessuna nazione era preparata per la pandemia anche se dallo scoppio della Sars virologi, medici e scienziati esortavano i governi ad avere un piano d’azione di emergenza contagio. Ancor meno preparata era l’Organizzazione mondiale della sanità, che come tutte le istituzioni internazionali è obsoleta perché è stata creata a misura di un mondo che non esiste più da almeno 30 anni.

In secondo luogo, la carenza di vaccini non è dovuta ai brevetti ma allo scompenso tra domanda e offerta, non ci sono fabbriche né tecnici a sufficienza per produrre i vaccini a un ritmo più elevato di quello attuale, né abbiamo sufficienti materie prime per farlo. Siamo al massimo della capacità mondiale. L’idea che si possano fabbricare i vaccini dovunque e che il processo possa essere svolto da chiunque abolendo i brevetti è una favola perché l’ostacolo è industriale e strutturale. Liberalizzare i brevetti significherebbe aumentare la concorrenza su un mercato mondiale che non ha capacità addizionale e quindi far gravitare i costi di produzione. E qui è bene fare una riflessione. La proprietà intellettuale proprio perché intangibile appare meno significativa di quella, ad esempio, artistica, ma tutta l’industria della biotecnologia ruota intorno ai brevetti, l’investimento, a volte massiccio, dietro la ricerca scientifica, ricerca che può durare decenni, è motivato dai brevetti. Senza questo investimento moriremo di influenza e di tante altre malattie come i nostri antenati.

Ed è giusto che una volta ottenuto il risultato che si sperava di ottenere, chi ha investito nella ricerca riceva una ricompensa. I brevetti farmaceutici, si noti bene, non durano in eterno. La domanda da porsi è perché questo sforzo finanziario non lo fa lo stato? Perché la ricerca scientifica in settori come i vaccini, di interesse nazionale, non è condotta dalla stato?

Non solo lo stato è praticamente assente, sospendere i brevetti avrebbe serie ripercussioni sulla ricerca scientifica e sulla contraffazione dei vaccini. I brevetti garantiscono l’autenticità del prodotto. Basti menzionare che la tecnologia usata per i vaccini, mRNA, è ancora in via di sperimentazione per curare altre malattie come quelle cardiache ed il cancro, aprire le porte a tutti permetterebbe il saccheggio intellettuale e scoraggerebbe investitori futuri in ricerche sperimentali simili perché’ creerebbe un precedente storico.

In terzo luogo, se davvero l’intenzione è vaccinare tutti il mondo e la capacità di produzione è la massimo allora perché il ricco occidente una volta vaccinato se stesso non paga e invia i vaccini a chi non li ha? Ma per prendere una decisione di questo tipo bisogna assumersi la responsabilità di distribuire i vaccini e nessun governo ha intenzione di farlo per tanti motivi, tra cui la possibilità di esporsi a fallimenti logistici, vedi cosa è successo in Europa. Meglio dichiarare di essere d’accordo a sospendere i vaccini e passare la patata bollente agli avvocati. E già perché nel mondo libero e capitalista dove lo stato non investe nella ricerca, i brevetti sono protetti da recinti legati spesso invalicabili. Biden, che ha quasi ottant’anni, lo sa benissimo. Questo film, infatti, il mondo lo ha già visto.

Alla fine degli anni Novanta abbiamo assistito allo scontro sui costosi trattamenti per l’Hiv tra Big Pharma e diversi Paesi tra cui Brasile e Sud Africa. Le nazioni che lottavano per contenere l’epidemia volevano produrre farmaci generici per l’Hiv, ma le aziende che li avevano sviluppati li hanno accusati di voler violare gli accordi sui brevetti, la battaglia legale è durata anni impedendo la produzione di cure a basso costo. In realtà la dichiarazione di Biden ha menzionato i tempi lunghi di negoziazione necessari per accordarsi sulla sospensione di brevetti, un controsenso dal momento che il problema della pandemia e dei contagi è pressante, o si risolve adesso o ci penserà l’immunità di gregge.

Morale: l’esortazione a sospendere i vaccini ha trovato l’approvazione dei potenti del mondo, non solo Biden è d’accordo anche Putin si è detto favorevole alla proposta. Peccato che non servirà a nulla, non solo perché se mai si riuscisse a metterla in essere ciò avverrebbe quando la pandemia sarà un triste ricordo del passato, ma soprattutto perché non aumenterebbe la produzione di vaccini, con molta probabilità ne farebbe invece aumentare i costi di produzione.

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