Ponte sullo Stretto, il ‘modello Tav’ applicato alle opere pubbliche può fare grandi danni
Cominciamo dalla fine. Oggi lo si può e lo si deve dire, forte e chiaro. Ci sono solo tre categorie di persone che, nel 2021, possono ancora considerare “vitale” il ponte sullo stretto di Messina: gli ignoranti, gli ottusi, gli ingordi. Ricapitoliamo sommariamente le puntate precedenti. Correva l’anno…
1971 – La legge n. 1158 istituisce la Stretto di Messina S.p.A;
1985 – “Il ponte presto si farà” (Bettino Craxi, presidente socialista del consiglio);
1986 – “Completamento degli studi entro l’anno, avvio dei lavori nel 1989 e completa agibilità del Ponte entro il 1996” (Romano Prodi, presidente democristiano dell’IRI);
1992 – Presentato il “Progetto di massima definitivo” (non è uno scherzo, non è un gioco di parole, si chiamava proprio così);
1996 – “Il ponte non peserebbe sulle casse dello Stato, in quanto capace di autofinanziarsi, e sarebbe un volano per lo sviluppo del Sud” (Massimo D’Alema, segretario del PdS);
1999 – Con la delibera n. 33 del 19 febbraio il Cipe prende atto della necessità di “procedere ad ulteriori valutazioni sul progetto” presentato dalla società Stretto di Messina SpA e dispone approfondimenti da parte di advisors;
2000 – Il ponte sullo stretto è nei programmi elettorali della coalizione di centrodestra (di proprietà del piduista Silvio Berlusconi) e di quella di centrosinistra guidata dall’ex radicale ed ex ‘verde arcobaleno’ Francesco Rutelli (che dal 2016, non si sa bene a che titolo, è presidente di Anica: associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali);
2001 – Con la legge 443/2001 – detta legge Lunardi, dal nome dell’allora ministro berlusconiano dei trasporti, quello che “con la mafia bisogna convivere” – il Ponte diventa “infrastruttura strategica”;
2005 – “Costruiremo il ponte di Messina, così se uno ha un grande amore dall’altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle 4 di notte, senza aspettare i traghetti” (Silvio Berlusconi, presidente del consiglio);
2007 – “Anche l’ambiente deve concorrere perché le opere si facciano meglio e più in fretta, non perché non si realizzino. Non facciamo come i talebani che, poiché non vogliono le statue di Buddha, le distruggono” (Antonio Di Pietro, ministro dei Valori e delle infrastrutture);
2011 – “Confermo che il ponte si realizza in gran parte con capitali privati attraverso il project financing. I capitali pubblici servono solo per le opere a terra” (Altero Matteoli, ministro postfascista dei trasporti);
2012 – Il governo Monti prova a metterci una pietra sopra, mettendo in conto di pagare le penali per la non realizzazione del progetto. Purtroppo non sarà una pietra tombale. “Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge” (Corrado Clini, ministro tecnico dell’ambiente, condannato in primo grado per corruzione poche settimane fa);
2016 – “Noi siamo pronti. Bisogna completare quella che Delrio chiama ‘Napoli-Palermo’, per non chiamarla ‘Ponte sullo Stretto’. Un’opera utile che porterà 100.000 posti di lavoro” (Matteo Renzi, presidente del consiglio);
2017 – “Noi consideriamo il ponte sullo stretto un’opera strategica per la Sicilia, la Calabria, ma soprattutto per l’Italia e l’Europa, un’infrastruttura grazie alla quale arriverebbero tutte le opere considerate minori” (Angelino Alfano, ministro berlusconianpopolare degli esteri; dal 2019, anche lui non si sa bene a che titolo, è presidente del Gruppo San Donato, colosso della sanità privata fondato dalla famiglia Rotelli con gran parte del patrimonio a Milano e una holding – Papiniano SpA – a Bologna);
2020 – “Sullo stretto dobbiamo pensare, quando ci saranno le condizioni, non ora, a un miracolo di ingegneria, una struttura leggera ed ecosostenibile, nel caso anche sottomarina, perché no. Tutte le ipotesi sono aperte e ne discuteremo apertamente” (Giuseppe Conte, presidente possibilista del Consiglio).
Il nocciolo della questione è che sulle presunte virtù del project financing ci/vi è stata raccontata una bugia: il rischio di impresa è in capo alla Stretto di Messina SpA, società di diritto privato con soci e capitale pubblici (Iritecna, Anas, Ferrovie e, con quote minime, Regione Calabria e Regione Sicilia). Capitali privati per realizzare un’opera pubblica: detta così sembra un affarone. La realtà purtroppo è diversa: per recuperare l’investimento solo con gli introiti di gestione ci vorrebbero tra i 150 e i 200 anni. E se non ci si riesce, chi copre le perdite? Pantalone, of course.
In sostanza, i profitti sono privati, i debiti saranno pubblici. Alla faccia del capitalismo keynesiano. Sono capaci tutti di fare gli imprenditori così: se sei garantito dallo Stato, quale banca (specie se “amica”) non ti finanzierebbe? Negli anni Duemila venne individuato un general contractor a cui affidare il lavoro: la multinazionale Impregilo SpA; adesso si chiama Webuild SpA, che in italiano vuol dire “noi costruiamo”: quasi uno slogan da ‘muratori’. Riusciranno i nostri antieroi a portare a termine la grande ‘impresa’, buttando nel cesso i (nostri) soldi in arrivo da Bruxelles? Speriamo di no. Anzi, speriamo che sia proprio l’Europa a impedire di farci, come al solito, del male da soli. Con buona pace degli amici degli amici.
In attesa di sapere cosa ne pensa l’attuale presidente del Consiglio, suggerisco di ascoltare le parole di Ivan Cicconi, un ingegnere comunista che di queste cose ne capiva molto. Molto più di me che scrivo e di voi che leggete. Ivan purtroppo non c’è più, un paio di giorni fa avrebbe compiuto 74 anni. Non c’era bisogno di essere comunisti per stimarlo ed essergli amico. Il minimo che possiamo fare, oggi, è non dimenticare quello che ci ha insegnato. Sul ‘modello Tav’ applicato alle opere pubbliche. E sui danni che lottizzazione, lobbismo e corruzione hanno fatto e continuano a fare in Italia e nel mondo.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su 'Nature Medicine' e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all'oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce 'In buona salute', la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale - riporta una nota - dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
"Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull'adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza - spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di 'In buona salute', direttrice della divisione di Psiconcologia dell'Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all'Università degli Studi di Milano - Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia".
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E' infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E' consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
"Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici - continua Pravettoni - Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online".
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. "La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia - afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell'Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova - Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L'associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati".
Per garantire "servizi adeguati di psiconcologia - prosegue Del Mastro - serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all'interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull'opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all'interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come 'In buona salute', che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento".
Aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia: "Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all'ambito psicologico. Stress, disturbi d'ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all'aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all'oncologo medico, fin dall'inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi".
"Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate - conclude - a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sono vicino all’amico Mario Occhiuto con tutti i senatori di Forza Italia in questo momento di immenso dolore per la scomparsa del figlio". Lo scrive sul suo profilo X il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri per la morte di Francesco Occhiuto, figlio 30enne del senatore ed ex sindaco di Cosenza.
"Gli siamo vicini nella preghiera e con la fraterna amicizia, che gli testimoniamo per essergli accanto in un momento drammatico per lui e per la sua famiglia. Che abbracciamo tutta, con un pensiero a Roberto", conclude.
Mosca, 22 feb. (Adnkronos) - Un secondo incontro tra i rappresentanti di Russia e Stati Uniti è previsto entro le prossime due settimane. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, citato dall'agenzia di stampa statale Ria, aggiungendo che l'incontro avrà luogo in un paese terzo.
Reggio Emilia, 22 feb. - (Adnkronos) - Residui di amianto e carni in stato di decomposizione. E' cresciuta la preoccupazione dei cittadini di Reggio Emilia nei dieci giorni trascorsi dalla mattina dell’11 febbraio, quando si sono svegliati osservando una nube di fumo in cielo causata dall’incendio dello stabilimento della multinazionale Inalca, tra i leader internazionali per la lavorazione di carni fresche.
Nelle ultime ore, in seguito al parziale dissequestro dell’area, il sindaco reggiano Marco Massari ha quindi emanato un’ordinanza di bonificaper la presenza di residui di amianto e carni in stato di decomposizione negli spazi dove si era sviluppato l’incendio (VIDEO).
L’ordinanza si fonda sul referto del Dipartimento di Sanità ed Igiene pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia, da cui emerge che “l’area scoperta dell’impianto identificata come area cortiliva, contenuta nel perimetro esterno del complesso e non sottoposta a sequestro giudiziario, risulta interessata da frammenti di cemento amianto ed è necessario adottare misure precauzionali atte ad impedire la dispersione di fibre attraverso la raccolta ad umido o con aspiratori a filtro assoluto”.
Inoltre, dallo stesso referto emerge che diversi alimenti di varia origine - tra cui consistenti quantità di provenienza animale, stoccati nel magazzino della ditta Quanta Stock&Go, anch’esso parzialmente coinvolto nell'incendio - stanno subendo un “normale processo di putrefazione che determina la necessità di provvedere con urgenza alla rimozione e smaltimento degli stessi”.
Gaza City, 22 feb. (Adnkronos) - Ha doppia cittadinanza israeliano e austriaca Tal Shoham, rapito insieme alla sua famiglia il 7 ottobre del 2023 dal kibbutz Be'eri. Era invece tenuto in prigionia da 11 anni Avera Mengistu, ebreo di origini etiopi entrato per errore nella Striscia di Gaza nel 2014. Sono loro i primi ostaggi rilasciati oggi da Hamas a Rafah, dopo essere fatti salire sul palco allestito davanti alla folla con le stesse modalità adottate in precedenza.
Il primo a salire sul palco è stato Tal Shoham, 39 anni, rapito dalla sua casa insieme ad altri otto membri della sua famiglia Tra questi c'erano Shoshan Haran, 67 anni, Avshalom Haran, 66 anni, Lilach Lea Kipnis, 60 anni, Adi Shoham, 38 anni, Naveh Shoham, 8 anni, Yahel Gani Shoham, 3 anni, Sharon Avigdori, 52 anni e Noam Avigdori, 12 anni. Il 7 ottobre Shoham era in visita a Be'eri per la festività di Simchat Torah con la moglie e i figli perché sua moglie era cresciuta lì. Anche la moglie e i figli di Shoham sono stati presi in ostaggio da Hamas e tenuti insieme, ma separati da Tal. Sua moglie Adi e i figli Naveh e Yahel, ora di 9 e 4 anni, sono stati rilasciati nel primo accordo di sequestro il 25 novembre 2023, dopo 50 giorni.
Il secondo a essere rilasciato oggi da Hamas è stato Mengistu, un ebreo israeliano di origine etiope che secondo i medici soffriva di una malattia psichiatrica quando attraversò il confine con la Striscia di Gaza il 7 settembre 2014. Nato in Etiopia, emigrato in Israele all'età di cinque anni con la sua famiglia come parte dell'Operazione Salomone. E' cresciuto ad Ashkelon con i suoi otto fratelli e sorelle. Dopo che suo fratello maggiore, Michael, ha sofferto di anoressia ed è morto all'età di 29 anni, il suo stato mentale è peggiorato e ha iniziato a condurre lunghe marce da solo in tutto Israele.
L'uomo, ora 38enne, aveva 28 anni quando è entrato nella parte settentrionale della Striscia di Gaza dopo aver litigato con la madre, secondo Human Rights Watch. Hamas sostiene che sia un soldato, un'affermazione contestata sia da Human Rights Watch sia dalla sua famiglia. Nel gennaio 2023 Hamas diffuse un video in cui chiedeva a Israele di negoziare la sua liberazione.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Tal Shoham e Abera Mengistu sfilano sul palco a Rafah davanti ad Hamas prima della loro liberazione dalla prigionia. Un rappresentante della Croce Rossa Internazionale sta firmando i documenti per il loro rilascio.
Tel Aviv, 22 feb. (Adnkronos) - Israele ha pubblicato l'elenco dei 602 prigionieri palestinesi che intende liberare oggi dopo la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.
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Riccardo Lenzi
Presidente dell'associazione Piantiamolamemoria
Economia & Lobby - 10 Maggio 2021
Ponte sullo Stretto, il ‘modello Tav’ applicato alle opere pubbliche può fare grandi danni
Cominciamo dalla fine. Oggi lo si può e lo si deve dire, forte e chiaro. Ci sono solo tre categorie di persone che, nel 2021, possono ancora considerare “vitale” il ponte sullo stretto di Messina: gli ignoranti, gli ottusi, gli ingordi. Ricapitoliamo sommariamente le puntate precedenti. Correva l’anno…
1971 – La legge n. 1158 istituisce la Stretto di Messina S.p.A;
1985 – “Il ponte presto si farà” (Bettino Craxi, presidente socialista del consiglio);
1986 – “Completamento degli studi entro l’anno, avvio dei lavori nel 1989 e completa agibilità del Ponte entro il 1996” (Romano Prodi, presidente democristiano dell’IRI);
1992 – Presentato il “Progetto di massima definitivo” (non è uno scherzo, non è un gioco di parole, si chiamava proprio così);
1996 – “Il ponte non peserebbe sulle casse dello Stato, in quanto capace di autofinanziarsi, e sarebbe un volano per lo sviluppo del Sud” (Massimo D’Alema, segretario del PdS);
1999 – Con la delibera n. 33 del 19 febbraio il Cipe prende atto della necessità di “procedere ad ulteriori valutazioni sul progetto” presentato dalla società Stretto di Messina SpA e dispone approfondimenti da parte di advisors;
2000 – Il ponte sullo stretto è nei programmi elettorali della coalizione di centrodestra (di proprietà del piduista Silvio Berlusconi) e di quella di centrosinistra guidata dall’ex radicale ed ex ‘verde arcobaleno’ Francesco Rutelli (che dal 2016, non si sa bene a che titolo, è presidente di Anica: associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali);
2001 – Con la legge 443/2001 – detta legge Lunardi, dal nome dell’allora ministro berlusconiano dei trasporti, quello che “con la mafia bisogna convivere” – il Ponte diventa “infrastruttura strategica”;
2005 – “Costruiremo il ponte di Messina, così se uno ha un grande amore dall’altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle 4 di notte, senza aspettare i traghetti” (Silvio Berlusconi, presidente del consiglio);
2007 – “Anche l’ambiente deve concorrere perché le opere si facciano meglio e più in fretta, non perché non si realizzino. Non facciamo come i talebani che, poiché non vogliono le statue di Buddha, le distruggono” (Antonio Di Pietro, ministro dei Valori e delle infrastrutture);
2011 – “Confermo che il ponte si realizza in gran parte con capitali privati attraverso il project financing. I capitali pubblici servono solo per le opere a terra” (Altero Matteoli, ministro postfascista dei trasporti);
2012 – Il governo Monti prova a metterci una pietra sopra, mettendo in conto di pagare le penali per la non realizzazione del progetto. Purtroppo non sarà una pietra tombale. “Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge” (Corrado Clini, ministro tecnico dell’ambiente, condannato in primo grado per corruzione poche settimane fa);
2016 – “Noi siamo pronti. Bisogna completare quella che Delrio chiama ‘Napoli-Palermo’, per non chiamarla ‘Ponte sullo Stretto’. Un’opera utile che porterà 100.000 posti di lavoro” (Matteo Renzi, presidente del consiglio);
2017 – “Noi consideriamo il ponte sullo stretto un’opera strategica per la Sicilia, la Calabria, ma soprattutto per l’Italia e l’Europa, un’infrastruttura grazie alla quale arriverebbero tutte le opere considerate minori” (Angelino Alfano, ministro berlusconianpopolare degli esteri; dal 2019, anche lui non si sa bene a che titolo, è presidente del Gruppo San Donato, colosso della sanità privata fondato dalla famiglia Rotelli con gran parte del patrimonio a Milano e una holding – Papiniano SpA – a Bologna);
2020 – “Sullo stretto dobbiamo pensare, quando ci saranno le condizioni, non ora, a un miracolo di ingegneria, una struttura leggera ed ecosostenibile, nel caso anche sottomarina, perché no. Tutte le ipotesi sono aperte e ne discuteremo apertamente” (Giuseppe Conte, presidente possibilista del Consiglio).
Il nocciolo della questione è che sulle presunte virtù del project financing ci/vi è stata raccontata una bugia: il rischio di impresa è in capo alla Stretto di Messina SpA, società di diritto privato con soci e capitale pubblici (Iritecna, Anas, Ferrovie e, con quote minime, Regione Calabria e Regione Sicilia). Capitali privati per realizzare un’opera pubblica: detta così sembra un affarone. La realtà purtroppo è diversa: per recuperare l’investimento solo con gli introiti di gestione ci vorrebbero tra i 150 e i 200 anni. E se non ci si riesce, chi copre le perdite? Pantalone, of course.
In sostanza, i profitti sono privati, i debiti saranno pubblici. Alla faccia del capitalismo keynesiano. Sono capaci tutti di fare gli imprenditori così: se sei garantito dallo Stato, quale banca (specie se “amica”) non ti finanzierebbe? Negli anni Duemila venne individuato un general contractor a cui affidare il lavoro: la multinazionale Impregilo SpA; adesso si chiama Webuild SpA, che in italiano vuol dire “noi costruiamo”: quasi uno slogan da ‘muratori’. Riusciranno i nostri antieroi a portare a termine la grande ‘impresa’, buttando nel cesso i (nostri) soldi in arrivo da Bruxelles? Speriamo di no. Anzi, speriamo che sia proprio l’Europa a impedire di farci, come al solito, del male da soli. Con buona pace degli amici degli amici.
In attesa di sapere cosa ne pensa l’attuale presidente del Consiglio, suggerisco di ascoltare le parole di Ivan Cicconi, un ingegnere comunista che di queste cose ne capiva molto. Molto più di me che scrivo e di voi che leggete. Ivan purtroppo non c’è più, un paio di giorni fa avrebbe compiuto 74 anni. Non c’era bisogno di essere comunisti per stimarlo ed essergli amico. Il minimo che possiamo fare, oggi, è non dimenticare quello che ci ha insegnato. Sul ‘modello Tav’ applicato alle opere pubbliche. E sui danni che lottizzazione, lobbismo e corruzione hanno fatto e continuano a fare in Italia e nel mondo.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su 'Nature Medicine' e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all'oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce 'In buona salute', la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale - riporta una nota - dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
"Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull'adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza - spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di 'In buona salute', direttrice della divisione di Psiconcologia dell'Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all'Università degli Studi di Milano - Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia".
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E' infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E' consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
"Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici - continua Pravettoni - Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online".
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. "La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia - afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell'Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova - Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L'associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati".
Per garantire "servizi adeguati di psiconcologia - prosegue Del Mastro - serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all'interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull'opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all'interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come 'In buona salute', che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento".
Aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia: "Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all'ambito psicologico. Stress, disturbi d'ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all'aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all'oncologo medico, fin dall'inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi".
"Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate - conclude - a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sono vicino all’amico Mario Occhiuto con tutti i senatori di Forza Italia in questo momento di immenso dolore per la scomparsa del figlio". Lo scrive sul suo profilo X il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri per la morte di Francesco Occhiuto, figlio 30enne del senatore ed ex sindaco di Cosenza.
"Gli siamo vicini nella preghiera e con la fraterna amicizia, che gli testimoniamo per essergli accanto in un momento drammatico per lui e per la sua famiglia. Che abbracciamo tutta, con un pensiero a Roberto", conclude.
Mosca, 22 feb. (Adnkronos) - Un secondo incontro tra i rappresentanti di Russia e Stati Uniti è previsto entro le prossime due settimane. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, citato dall'agenzia di stampa statale Ria, aggiungendo che l'incontro avrà luogo in un paese terzo.
Reggio Emilia, 22 feb. - (Adnkronos) - Residui di amianto e carni in stato di decomposizione. E' cresciuta la preoccupazione dei cittadini di Reggio Emilia nei dieci giorni trascorsi dalla mattina dell’11 febbraio, quando si sono svegliati osservando una nube di fumo in cielo causata dall’incendio dello stabilimento della multinazionale Inalca, tra i leader internazionali per la lavorazione di carni fresche.
Nelle ultime ore, in seguito al parziale dissequestro dell’area, il sindaco reggiano Marco Massari ha quindi emanato un’ordinanza di bonificaper la presenza di residui di amianto e carni in stato di decomposizione negli spazi dove si era sviluppato l’incendio (VIDEO).
L’ordinanza si fonda sul referto del Dipartimento di Sanità ed Igiene pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia, da cui emerge che “l’area scoperta dell’impianto identificata come area cortiliva, contenuta nel perimetro esterno del complesso e non sottoposta a sequestro giudiziario, risulta interessata da frammenti di cemento amianto ed è necessario adottare misure precauzionali atte ad impedire la dispersione di fibre attraverso la raccolta ad umido o con aspiratori a filtro assoluto”.
Inoltre, dallo stesso referto emerge che diversi alimenti di varia origine - tra cui consistenti quantità di provenienza animale, stoccati nel magazzino della ditta Quanta Stock&Go, anch’esso parzialmente coinvolto nell'incendio - stanno subendo un “normale processo di putrefazione che determina la necessità di provvedere con urgenza alla rimozione e smaltimento degli stessi”.
Gaza City, 22 feb. (Adnkronos) - Ha doppia cittadinanza israeliano e austriaca Tal Shoham, rapito insieme alla sua famiglia il 7 ottobre del 2023 dal kibbutz Be'eri. Era invece tenuto in prigionia da 11 anni Avera Mengistu, ebreo di origini etiopi entrato per errore nella Striscia di Gaza nel 2014. Sono loro i primi ostaggi rilasciati oggi da Hamas a Rafah, dopo essere fatti salire sul palco allestito davanti alla folla con le stesse modalità adottate in precedenza.
Il primo a salire sul palco è stato Tal Shoham, 39 anni, rapito dalla sua casa insieme ad altri otto membri della sua famiglia Tra questi c'erano Shoshan Haran, 67 anni, Avshalom Haran, 66 anni, Lilach Lea Kipnis, 60 anni, Adi Shoham, 38 anni, Naveh Shoham, 8 anni, Yahel Gani Shoham, 3 anni, Sharon Avigdori, 52 anni e Noam Avigdori, 12 anni. Il 7 ottobre Shoham era in visita a Be'eri per la festività di Simchat Torah con la moglie e i figli perché sua moglie era cresciuta lì. Anche la moglie e i figli di Shoham sono stati presi in ostaggio da Hamas e tenuti insieme, ma separati da Tal. Sua moglie Adi e i figli Naveh e Yahel, ora di 9 e 4 anni, sono stati rilasciati nel primo accordo di sequestro il 25 novembre 2023, dopo 50 giorni.
Il secondo a essere rilasciato oggi da Hamas è stato Mengistu, un ebreo israeliano di origine etiope che secondo i medici soffriva di una malattia psichiatrica quando attraversò il confine con la Striscia di Gaza il 7 settembre 2014. Nato in Etiopia, emigrato in Israele all'età di cinque anni con la sua famiglia come parte dell'Operazione Salomone. E' cresciuto ad Ashkelon con i suoi otto fratelli e sorelle. Dopo che suo fratello maggiore, Michael, ha sofferto di anoressia ed è morto all'età di 29 anni, il suo stato mentale è peggiorato e ha iniziato a condurre lunghe marce da solo in tutto Israele.
L'uomo, ora 38enne, aveva 28 anni quando è entrato nella parte settentrionale della Striscia di Gaza dopo aver litigato con la madre, secondo Human Rights Watch. Hamas sostiene che sia un soldato, un'affermazione contestata sia da Human Rights Watch sia dalla sua famiglia. Nel gennaio 2023 Hamas diffuse un video in cui chiedeva a Israele di negoziare la sua liberazione.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Tal Shoham e Abera Mengistu sfilano sul palco a Rafah davanti ad Hamas prima della loro liberazione dalla prigionia. Un rappresentante della Croce Rossa Internazionale sta firmando i documenti per il loro rilascio.
Tel Aviv, 22 feb. (Adnkronos) - Israele ha pubblicato l'elenco dei 602 prigionieri palestinesi che intende liberare oggi dopo la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.