Secondo la Bibbia, per il Signore lo spazio di un giorno è come mille anni. Per Wikipedia in italiano invece lo spazio di un mese equivale a più di 500 milioni di pagine viste e a 5mila nuove voci redatte dai quasi 10mila volontari attivi. E la versione dell’enciclopedia online nella nostra lingua, ottava al mondo per numero di voci, compie 20 anni l’11 maggio. “È il bene comune della modernità per eccellenza. Come lo erano i pascoli nel Medioevo”, spiega la volontaria Giulia Conflero.
“La conoscenza è come l’amore: se lo condividi si moltiplica”, sottolinea la 49enne psichiatra aggiungendo che a farle conoscere l’enciclopedia è stato il marito Marco Chemello che oggi lavora per Wikimedia (l’organizzazione che promuove la conoscenza libera e Wikipedia). Conflero ha iniziato a scrivere nel 2004 occupandosi per lo più di cucina: “Ricordo litigate incredibili tra siciliani e napoletani sull’origine della parmigiana”. Durante i suoi otto anni nel direttivo di Wikimedia Italia, ha visto cambiare l’enciclopedia: “Come segretaria, ricevevo dozzine di e-mail”. E il logo è diventato sempre più popolare: “Una palestra ci ha chiesto se potevano appiccicarlo sui loro macchinari e nei volantini pubblicitari”.
Aumentata la notorietà, Wikipedia comincia anche le sue battaglie: “Il primo oscuramento al mondo è stato fatto dalla versione italiana nel 2011 per il disegno di legge intercettazioni in discussione con il governo Berlusconi IV”, spiega il matematico e portavoce di Wikimedia Italia Maurizio Codogno. Wikipedia aveva sottolineato di temere che il progetto di legge obbligasse “tutti i siti web a pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudicasse lesivo della sua immagine”. Ma il giorno dopo lo sciopero del 4 ottobre morì Steve Jobs e l’attenzione mediatica iniziò a scemare.
Un altro oscuramento fu deciso nel 2019, il giorno prima del voto del Parlamento Europeo sulla nuova direttiva riguardo al diritto d’autore (approvata poi con alcune modifiche). Anche in quel caso gli italiani “scioperarono”, tra i pochi in Europa a farlo. Come mai? “La comunità del nostro Paese è molto attenta a questi temi”, aggiunge Codogno, volontario dal 2004. E poi Wikipedia non è organizzata per nazioni ma per comunità linguistiche: “Se si oscurasse la versione francese, danneggerebbe molti Paesi francofoni che non sono soggetti alle leggi europee”.
Un altro problema incontrato da Wikipedia in italiano era legato alle immagini delle opere d’arte: “Era possibile fotografare e diffondere la copia del David di Donatello presente nella gipsoteca (collezione di gessi) del Victoria and Albert Museum ma non l’originale al Museo Nazionale del Bargello. Così mi recai in Soprintendenza a Firenze per cercare una soluzione”, spiega Francesco Bini, volontario secondo al mondo per numero di fotografie (quasi 200mila) scattate e caricate. Dopo cinque anni di negoziati coinvolgendo il ministero della Cultura, è stato trovato un compromesso: “Abbiamo inserito un template (modello predefinito) sotto le foto delle opere d’arte. E per il loro riuso commerciale ora c’è bisogno di un’autorizzazione specifica”.
Insomma, Wikipedia può impegnare i suoi volontari quasi come una professione. Anzi, per Erica Litrenta, 39enne che si è imbattuta in Wikipedia quasi 20 anni fa, è diventata un mestiere: “Lavoro in Wikimedia Foundation come manager del team Community Relations Specialists: faccio da ponte tra i dipartimenti della fondazione e i redattori dell’enciclopedia”. Ma la sua esperienza nell’enciclopedia avrebbe potuto concludersi molti anni fa: “All’inizio della mia esperienza da volontaria, mettevo le categorie alle moltissime pagine create”. Ma veniva criticata da altri utenti perché non aggiungeva nuovi contenuti. “A prendere le mie difese fu la presidente Frieda Brioschi sottolineando che un nuovo arrivato non deve per forza scrivere nuove voci”, spiega Litrenta. Per essere accolti dall’enciclopedia basta aver voglia di fare: “Spesso mi chiedono chi è il volontario tipo di Wikipedia. È semplicemente una persona che si ritaglia del tempo per contribuire”.