Salgono ancora i prezzi dei carburanti, spinti dai recenti e ulteriori rialzi delle quotazioni petrolifere. Secondo i dati aggiornati del Mise sulla settimana dal 3 al 9 maggio, la verde si è portata in media a 1,588 euro a litro e il diesel a 1,447 euro al litro. In entrambi i casi si tratta del massimo da oltre un anno, per la benzina da gennaio 2020 e per il gasolio da febbraio dello scorso anno. Nell’ultimo anno il prezzo del petrolio è aumentato del 124%, quindi più che raddoppiato. Da inizio 2021 il rincaro è del 36%. Nello stesso periodo l’euro si è per di più leggermente indebolito, accrescendo il costo effettivo del barile che viene pagato in dollari. Non aiuta il blocco del più importante oleodotto statunitense, colpito da attacco informatico, che sta mettendo ulteriori pressioni sui prezzi dei carburanti in vista di possibili restrizioni all’export statunitense.
Opportuno però ricordare che il costo del greggio incide in maniera relativamente limitata sulla composizione del prezzo della benzina che per circa i due terzi è rappresentato da tasse oltre a costi di raffinazione, trasporto e distribuzione. Secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori dall’inizio dell’anno il costo di un pieno da 50 litri di benzina è aumentato di 7 euro e di 6 euro per il gasolio. La corsa del costo dei carburanti costituisce un ulteriore elemento di spinta all’inflazione, in crescita in molti paesi a causa di un generalizzato aumento dei prezzi delle materie prime. Campanello di allarme per le banche centrali che se i prezzi iniziassero a correre troppo si troverebbe costrette a rendere meno espansive le loro politiche monetarie con ricadute sulla ripresa economica.