di Alexis Bonazzi
Premetto che so di essere in ritardo a scrivere questo post: avrei voluto consegnarlo prima. Però vengo consolata dal fatto che l’Italia è un paese di polemiche e che questo argomento sia sempre uno che tira (mica come a me, che oramai…).
Ci sono cose che non ci si aspetterebbe mai di fare nella vita. Essere d’accordo con Alessandra Mussolini a proposito di diritti civili, per me, era una di queste cose. E invece la vita ha deciso diversamente questa volta e quindi io dico: grazie Alessandra per la tua solidarietà! Grazie, Graziella e grazie al ca**o!
Cara Alessandra, ti do del tu, anche se non ci conosciamo, ma chissà… ora che sei diventata una formidabile alleata del movimento Lgbtq+ magari un giorno ci conosceremo e forse riuscirò a capire se, come diceva mia madre, se “ci sei o ci fai”. Perché io, cara Alessandra, credo fermamente che una seconda opportunità vada data a chiunque, anche a te. Però ti vorrei fare notare come il tuo gesto di “solidarietà” sia un poco fuori carattere rispetto alle tue posizioni precedenti in materia e che questa tua inversione a U sia anche una mossa parecchio paracula!
Però, come diceva un capellone a caso, “date a Cesare quello che è di Cesare”. Credito o no, la tua uscita sta facendo parlare sia di te che del ddl Zan che, se non erro, è ancora impantanato al Senato, bloccato dai leghisti e dai nostalgici del regime fascista molto caro a tuo nonno. Scherzi e dissonanza cognitiva a parte, l’omofobia, la bifobia e la transfobia in Italia sono problemi veri e radicati in un culto della mascolinità tossica e possessiva ereditato da nonno Benito (e altri), a cui piacevano molto le persone omosessuali, se non erro, tanto che le mandava in vacanza alle isole Tremiti.
Culto della mascolinità che, dobbiamo ricordare, fa vittime non solo nella comunità Lgbtq+, ma anche tra le cosiddette “famiglie tradizionali”, con studi che evidenziano correlazioni tra accettazione di sessismo e miti sulla violenza sessuale come fattori che prevedono omotransfobia sia in uomini sia in donne (Nagoshi et al. 2008, “Gender Differences in Correlates of Homophobia and Transphobia”).
Quindi abbiamo visto come il perpetuare valori tossici come l’ipermascolinità vada a detrimento non solo di gay, lesbiche, bisessuali e trans, ma anche di tutte le atre persone quando queste non rispettino i valori egemonici dettati dal patriarcato. Si veda per esempio l’incidente risultato nella morte di Maria Paola, colpevole di amare un ragazzo FtM.
A questo punto mi piacerebbe dire che il ddl Zan sia un ddl doveroso in Italia, la quale spesso si vanta di essere tra i fondatori dell’Ue ma che al contempo non si vuole prendere la briga di portare avanti battaglie civili che interessano circa un milione e mezzo di persone solo in Italia (che comunque sono più degli abitanti dello stato del Maine… Soddisfazioni eh?).
Però, al contempo, sono depressa dal costante rigurgito reazionario che vedo stagliarsi contro altre leggi civili doverose, come ad esempio quelle sull’aborto o sul divorzio. Perché sì, l’Italia è il paese dove ancora si discute di abolire l’aborto e il divorzio e, purtroppo, mi rendo conto che parlare di leggi contro l’omotransfobia sia molto difficile, ma è proprio per questo che certe proposte riguardanti diritti civili vanno portate avanti: non perché siano facili, ma perché sono appunto difficili (scusami J.F.K.).
I movimenti civili per i diritti sono la spina dorsale di paesi democratici e civili, che essi siano movimenti antirazzisti, per il suffragio universale, o per l’emancipazione femminile. Ed è dovere di uno stato tutelare le minoranze appunto perché sono minoranze e quindi più soggette a violenze e discriminazioni. E se questo stato decide di non ergersi a protezione di chi ha più bisogno, allora questo è uno stato codardo e non degno di considerazione e lustro internazionale!
Cara la mia Alessandra, tuo nonno ha rappresentato il pinnacolo della codardia italica, non dimenticarlo mai. Quindi, se vuoi essere solidale con noi o in generale verso le minoranze umiliate e bistrattate, inizia a tirarti su le maniche facendoti portabandiera di diritti civili per tutti, senza hashtag o social. Quando lo farai, se lo farai, forse sarò disposta a credere a quello che dici. Intanto noi resistiamo ed esistiamo, sempre e comunque, contro ogni rigurgito fascista! Bacioni.