“Quando io ho incontrato Mancini non ricordo di averlo fatto in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria”. Ora che Giuseppe Conte non è più presidente del Consiglio, con Italia viva dentro la propria maggioranza a cannoneggiare tutti i giorni, può permettersi di essere meno “sobrio” e lasciarsi andare a qualche considerazione che mesi fa non avrebbe mai fatto “per non cedere alle polemiche”. Ospite del Forum del Fatto Quotidiano, con il fondatore Antonio Padellaro con Gad Lerner e Paola Zanca per una lunga intervista che sarà pubblicata integralmente mercoledì 12 maggio sul giornale in edicola, il nuovo capo politico in pectore del M5S dà il suo giudizio politico sul video, mandato in onda da Report, in cui si vede il senatore di Rignano incontrare all’autogrill di Fiano Romano il dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Marco Mancini. “Quell’incontro avviene nel momento in cui la pressione di Renzi sulla sua persona come presidente del Consiglio perché ceda le deleghe dei servizi segreti è al momento più alto. Qual è la sua valutazione?”, ha chiesto Padellaro. “Io credo che qualsiasi rappresentante delle istituzioni, un segretario di partito in questo caso, debba rispondere del suo operato in modo trasparente – ha risposto Conte – Quindi Renzi fa gli incontri che ritiene e anche si vanta degli incontri che fa, però è giusto che risponda in tutte le sedi istituzionali del perché e per come si ritrovi in un’area di servizio con un uomo dell’intelligence con cui lui non avrebbe ragioni istituzionali per avere rapporti”. Già, perché un conto è essere semplici senatori e un conto è essere il presidente del Consiglio e avere quindi come ruolo ufficiale quello di capo dell’intelligence. “Il presidente del Consiglio per legge, deve, è il responsabile dell’intelligence – ha detto ancora l’ex premier – Mancini credo di averlo incontrato una sola volta. Ovviamente ci sono state occasioni anche pubbliche in cui il presidente incontra tutti gli uomini dell’intelligence – ci siamo fatti anche gli auguri in occasione delle festività natalizie – Diciamo che quando ho incontrato io Mancini non ricordo di averlo incontrato in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria“, ha ironizzato Conte. “Quella pressione che veniva esercitata perché lei lasciasse le deleghe a che cosa era dovuta visto che Renzi era in prima fila?”, ha chiesto ancora Padellaro. “Avendo avuto responsabilità istituzionali e avendo rispetto delle istituzioni nel mio ruolo di presidente del Consiglio non ho voluto far polemiche. Se sono stato sobrio, lo voglio dire a tutti i cittadini italiani: mi avete visto molto sobrio e non accettar polemiche perché con una forza che è in maggioranza, ma per due mesi con tutti i suoi esponenti è andata in tv, nei giornali, ecc, io ho pensato che ai cittadini in quel momento le polemiche non interessassero – ha proseguito l’ex presidente del Consiglio – Per questo non ho ceduto: non per debolezza, ma perché ritenevo davvero di rimanere concentrato su quelli che erano i problemi. Vedo invece che il senatore Renzi, e in questo un po’ lo invidio, è molto più versatile di me perché la mattina ce lo ritroviamo in Arabia a decantare il neorinascimento, spazzando via con un sol colpo tutta la tradizione neorinascimentale italiana, , tra l’altro proprio fiorentina, poi lo vediamo il pomeriggio fermarsi in autogrill, poi lo vediamo in tutte le tv e in tutte le interviste. Io so fare solo una cosa, sono meno versatile, so lavorare per gli italiani“.
Politica - 11 Maggio 2021
Renzi-007, Conte: “Giusto che lui risponda di quell’incontro in tutte le sedi. Mancini? Quando l’ho visto non è stato certo in autogrill” – Mercoledì il Forum sul Fatto. Ecco l’anticipazione
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“Quando io ho incontrato Mancini non ricordo di averlo fatto in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria”. Ora che Giuseppe Conte non è più presidente del Consiglio, con Italia viva dentro la propria maggioranza a cannoneggiare tutti i giorni, può permettersi di essere meno “sobrio” e lasciarsi andare a qualche considerazione che mesi fa non avrebbe mai fatto “per non cedere alle polemiche”. Ospite del Forum del Fatto Quotidiano, con il fondatore Antonio Padellaro con Gad Lerner e Paola Zanca per una lunga intervista che sarà pubblicata integralmente mercoledì 12 maggio sul giornale in edicola, il nuovo capo politico in pectore del M5S dà il suo giudizio politico sul video, mandato in onda da Report, in cui si vede il senatore di Rignano incontrare all’autogrill di Fiano Romano il dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Marco Mancini. “Quell’incontro avviene nel momento in cui la pressione di Renzi sulla sua persona come presidente del Consiglio perché ceda le deleghe dei servizi segreti è al momento più alto. Qual è la sua valutazione?”, ha chiesto Padellaro. “Io credo che qualsiasi rappresentante delle istituzioni, un segretario di partito in questo caso, debba rispondere del suo operato in modo trasparente – ha risposto Conte – Quindi Renzi fa gli incontri che ritiene e anche si vanta degli incontri che fa, però è giusto che risponda in tutte le sedi istituzionali del perché e per come si ritrovi in un’area di servizio con un uomo dell’intelligence con cui lui non avrebbe ragioni istituzionali per avere rapporti”. Già, perché un conto è essere semplici senatori e un conto è essere il presidente del Consiglio e avere quindi come ruolo ufficiale quello di capo dell’intelligence. “Il presidente del Consiglio per legge, deve, è il responsabile dell’intelligence – ha detto ancora l’ex premier – Mancini credo di averlo incontrato una sola volta. Ovviamente ci sono state occasioni anche pubbliche in cui il presidente incontra tutti gli uomini dell’intelligence – ci siamo fatti anche gli auguri in occasione delle festività natalizie – Diciamo che quando ho incontrato io Mancini non ricordo di averlo incontrato in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria“, ha ironizzato Conte. “Quella pressione che veniva esercitata perché lei lasciasse le deleghe a che cosa era dovuta visto che Renzi era in prima fila?”, ha chiesto ancora Padellaro. “Avendo avuto responsabilità istituzionali e avendo rispetto delle istituzioni nel mio ruolo di presidente del Consiglio non ho voluto far polemiche. Se sono stato sobrio, lo voglio dire a tutti i cittadini italiani: mi avete visto molto sobrio e non accettar polemiche perché con una forza che è in maggioranza, ma per due mesi con tutti i suoi esponenti è andata in tv, nei giornali, ecc, io ho pensato che ai cittadini in quel momento le polemiche non interessassero – ha proseguito l’ex presidente del Consiglio – Per questo non ho ceduto: non per debolezza, ma perché ritenevo davvero di rimanere concentrato su quelli che erano i problemi. Vedo invece che il senatore Renzi, e in questo un po’ lo invidio, è molto più versatile di me perché la mattina ce lo ritroviamo in Arabia a decantare il neorinascimento, spazzando via con un sol colpo tutta la tradizione neorinascimentale italiana, , tra l’altro proprio fiorentina, poi lo vediamo il pomeriggio fermarsi in autogrill, poi lo vediamo in tutte le tv e in tutte le interviste. Io so fare solo una cosa, sono meno versatile, so lavorare per gli italiani“.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sulla compattezza della maggioranza "vedremo anche oggi con il voto. Vi consiglio di concentrarvi un pochino sulla compattezza dell'opposizione e anche nei partiti all'interno dell'opposizione". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Abbiamo degli obblighi internazionali, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sottoscritto in più di un'occasione l'impegno ad arrivare al 2 per cento del Prodotto interno lordo in difesa 2020-2021, che significava al tempo circa 15 miliardi di euro, perché l'ha fatto se non era d'accordo? Volevate compiacere qualcuno?". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Taranto ha vissuto anni di promesse non mantenute, scelte sbagliate e amministrazioni poco efficaci. Oggi, in un’epoca in cui la tecnologia sta migliorando ogni aspetto della nostra vita, perché non dovrebbe fare lo stesso con la politica? È proprio da questa riflessione che nasce Anna Luce D’Amico, la prima candidata sindaca nata grazie al contributo dell’Intelligenza Artificiale e pensata per portare efficienza, trasparenza e dati concreti al servizio della città”. Lo annuncia in una nota un gruppo di professionisti della comunicazione che lavorano in aziende ed enti su tutto il territorio nazionale ma che hanno in comune la provenienza dalla città pugliese o l’amore per Taranto.
“Anna Luce D’Amico - continua la nota - non è una politica come le altre. Non ha legami con partiti, lobby o vecchie logiche di potere. Non fa promesse irrealizzabili e non scende a compromessi con i giochi di palazzo. Si concentra su soluzioni, non su scuse. Analizza i problemi senza cercare colpevoli. La sua candidatura rappresenta un esperimento innovativo che solleva una domanda fondamentale: se l’Intelligenza Artificiale può migliorare la medicina, la mobilità e l’industria, perché non dovrebbe supportare il governo di una città? Taranto merita un’amministrazione che si basi sui dati e non sulle ideologie, che prenda decisioni fondate su fatti concreti piuttosto che su favoritismi”.Per quanto riguarda il programma della candidata sindaco, le priorità di Anna Luce D’amico saranno “la tutela della salute e dell’ambiente, con decisioni basate su dati scientifici per garantire una bonifica efficace del territorio e una qualità della vita migliore. L’attenzione al lavoro e all’economia si traduce in un piano di sostegno alle piccole imprese, nella promozione di una riconversione industriale sostenibile e in una politica di sviluppo che favorisca l’occupazione senza compromettere la salute pubblica”.
Ma anche la trasparenza e la partecipazione sono al centro della visione politica di Anna Luce D’Amico: il suo obiettivo è “creare un’amministrazione priva di favoritismi, dove i cittadini siano protagonisti grazie a strumenti digitali che favoriscano il coinvolgimento diretto e un sistema di bilancio partecipativo. La tecnologia diventa un alleato per migliorare la gestione della città, dalla viabilità ai servizi pubblici, assicurando una governance più efficiente e focalizzata sul benessere collettivo. La candidatura di Anna Luce D’Amico - in conclusione della nota - non è solo una sfida elettorale, ma un’opportunità per elevare il dibattito politico a Taranto e in tutta Italia".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Penso che dare stabilità al sistema politico sia uno dei migliori lasciti che possiamo dare a questo Paese". Il premierato "non è una riforma che sto facendo per questo Governo", serve "a imprese a famiglie". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La manovra correttiva non è nei radar del Governo, ci sono indicatori che dicono che in una situazione complessa l'Italia va meglio di altri partner, non dobbiamo fare trionfalismo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sui dazi "ci sono dei margini per trovare una quadratura, non siamo fermi a guardare, siamo una nazione per cui è fondamentale l'export, per noi la materia è molto importante. Non ho certezze, dico che la materia è molto complessa, bisogna ragionare in maniera pragmatica e non rispondere per istinto, altrimenti rischieremmo di crearci più problemi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.