La cittadina in provincia di Palermo, quasi 39mila abitanti, è diventata nota come quella con meno vaccinati della Sicilia. In realtà l'Asp fa sapere che fino a qualche giorno fa si contavano quasi 5mila vaccinati (over 70 e fragili). Il sindaco Giovì ammette però una certa riluttanza tra i cittadini, dovuta a problemi logistici: "Il primo hub è a 12km, a Cinisi e somministravano soprattutto Astrazeneca. Il secondo è a Palermo: al doppio dei chilometri". Ora la svolta
Il centro vaccinale alla fine si farà al centro commerciale Poseidon. La notizia è arrivata nel pomeriggio di lunedì: “Possiamo essere pronti già venerdì”, annuncia Giovì Monteleone, sindaco di Carini, città che negli ultimi giorni è diventata nota come quella con meno vaccinati della Sicilia. Una cittadina in provincia di Palermo di quasi 39mila abitanti, dove non c’è alcun hub per l’inoculazione dei vaccini anti-Covid e che ha avuto i riflettori puntati su di sé nonostante il record negativo di somministrazioni non sia confermato da nessuno: “A me non lo hanno mai dato”, apre le braccia il primo cittadino. Che però non nega una certa riluttanza da parte di alcuni suoi concittadini: “Il primo hub è a 12km, a Cinisi, ed è un piccolo centro dove somministravano soprattutto Astrazeneca. Il secondo è a Palermo: al doppio dei chilometri”. Da qui la richiesta di aprire un centro vaccinale direttamente in città.
Un dato ufficiale sulle vaccinazione viene fornito a fine giornata dai responsabili territoriali dell’Asp di Palermo: sono 4.800 i vaccinati fino a qualche giorno fa – quando cioè non erano inclusi gli over 50 – da rapportare quindi non sui quasi 39mila abitanti complessivi della città ma sulla fetta che va dai 70enni in su, oltre ai fragili. Numeri molto più contenuti rispetto alla narrazione che si è fatta di Carini e dei suoi cittadini. “Ma la riluttanza c’è stata, e di certo la vaccinazione adesso sarà un’altra cosa”, conferma il sindaco. Potevano essere molti di più, dunque, se non ci fosse stata una certa difficoltà logistica: questo spiegherebbe il perché del presunto flop della campagna vaccinale a Carini, considerando che “molti anziani devono essere accompagnati fino a Palermo dove c’è da fare la fila per la somministrazione: si perde tutto un giorno di lavoro, molti non hanno capito come registrarsi su internet e altri ancora, e non sono pochi, non hanno neanche la macchina”, spiega Anna Marinello, farmacista della città. Che conferma: “Tra i nostri clienti non mancano i riluttanti e sono soprattutto di età media, cioè quelli che dovrebbero accompagnare gli anziani”.
Una riottosità, dunque, che adesso verrà superata grazie all’attivazione di un centro vaccinale proprio nel Comune. Ed è per questo che il sindaco Monteleone aveva già fatto varie proposte ai responsabili regionali della vaccinazione per attivare un hub in città: “Finalmente abbiamo ottenuto quel che chiedevamo”. Questo darà la volata: “Ci sarà anche l’effetto emulazione, sarà completamente diverso, e noi abbiamo messo a disposizione tutti i mezzi, dal frigo ai computer agli autobus per il trasporto: serve solo il personale sanitario”.
“Non mi vaccinerò neanche se verranno sotto casa”, dice però Giuseppe Conigliaro, 32 anni, agente immobiliare a Malta fino all’avvento del Covid, quando è tornato a Carini. “Sono una persona molto sospettosa, e se non sono convinto non procedo. Non nego che a non convincermi siano state le notizie di chi c’ha lasciato le penne: certo, non si può stabilire un nesso sicuro ma ritengo che sia molto probabile”. Non è, però, un rifiuto della scienza tout court: “Confido nella scienza ma voglio aspettare un po’, parliamo di un farmaco sperimentale, non mi va di fare da cavia”. Meglio il virus? “No, ma ritengo di potere rispondere autonomamente dovessi contrarlo e i miei genitori pure, sono molto giovani, mio padre ha 54 anni. E sono entrambi ancora indecisi, non so se lo faranno”.
“Io ho prenotato per la prossima settimana, e qui siamo tutti pro vaccino”, dice invece Pietro, figlio del titolare del Bar Batia, ai piedi del Castello di Carini. E non è il solo: “Qui siamo tutti pro vax”, assicura. “Mi dovrei vaccinare la prossima settimana”, risponde Giovanni dal bar “La Foresta”. Sarà forse per il clamore mediatico ma i no vax adesso paiono in minoranza: “Mi sono vaccinata a Palermo con Pfizer e l’ho fatto perché so cosa vuol dire avere il Covid”, racconta ancora Marinello. “Nella farmacia in cui lavoro, la Farmacia Guzzetta, lo siamo tutti e tutti cerchiamo di fare capire alle persone che vengono qui che vaccinarsi è importante, perché capisco che si temano effetti collaterali del vaccino, ma non possono essere sottovalutati neanche quelli del Covid: io ho avuto problemi polmonari, ho perso 8 kg, e per lungo tempo ho avuto una bronchite residua e una difficoltà a muovermi per la grave stanchezza. Bisogna tenerlo a mente, il rischio c’è col Covid”.