Con le mascherine, osservando tutte le misure di sicurezza, distanziati. Ma sempre uniti. Finalmente, dopo oltre due anni di lavorazione, dilatati anche dall’emergenza pandemica, i Cinematti si ritroveranno in sala, luogo naturale del cinema, per assistere al loro film celebrativo Cinematti – Una Storia Folle.
L’appuntamento per l’anteprima nazionale è fissato a Milano, sabato 15 maggio alle ore 20:00 al Cinema Beltrade, che negli ultimi anni è stato il punto di incontro di tutti gli iscritti a questo gruppo Facebook. La serata sarà introdotta dal regista Giacomo R. Bartocci, il primo a sposare l’idea del film, il primo a crederci veramente, al punto che mi convinse a realizzarlo. Perché realizzare un documentario sulla più grande community online di amanti di cinema in Italia?
È proprio Giacomo a dare una risposta: “Lo spunto lo fornisti proprio tu, a conclusione di un’intervista che avevi rilasciato a Jessica Pompili di Mellow Animazione – cui va sempre la nostra gratitudine per averci fornito la ‘scintilla’ che ha dato origine al progetto. Il gruppo stava crescendo sempre di più. Se non ricordo male all’epoca stava per raggiungere la soglia dei 60.000 iscritti. Oggi ha da poco superato quella dei 90.000. Dopo tanti traguardi, non soltanto numerici, l’idea che un film ne raccontasse la storia sembrava potesse esserne l’epilogo. Quanto ci eravamo ingannati!”.
Eh sì, forse Giacomo si riferisce al fatto che a volte, un po’ per stanchezza, parlavo dell’idea di chiudere il gruppo, ma in fondo scherzavo… “Questa idea all’epoca ci affascinava – continua Bartocci – Avevamo persino pensato di mettere in scena la chiusura del gruppo. Ma la realtà ha finito col sorprenderci andando oltre i nostri pronostici, facendoci capire che non stavamo mettendo la parola fine a Cinematti, bensì stavamo coprendo soltanto un tratto del suo viaggio”.
A proposito di viaggi, il film in effetti è pieno di treni. Già il trailer appare inusuale poiché, pur mostrando treni in viaggio e partite di tennis, viene subito messo in chiaro che non saranno questi gli argomenti del film. Immedesimandomi nella reazione sconcertata del pubblico di fronte a un simile trailer, cerco di capire a cosa facessero allusione quelle immagini. “In una delle prime interviste che abbiamo girato è emersa la perla truffauttiana dei ‘film come treni nella notte’, e ci è da subito rimasta addosso, iniziando a dare forma al documentario che andavamo costruendo. Inoltre, i Cinematti sono noti viaggiatori, che da Aosta alla Sicilia si recano a Milano, Roma o Genova, dovunque ci sia un raduno… spesso muovendosi in treno. Il treno è diventato così un po’ la metafora del gruppo stesso. Il tennis è un’altra storia. Personalmente non sono mai stato particolarmente social, e non avevo mai sentito parlare prima di un documentario su un gruppo Facebook… ero convinto servissero degli espedienti narrativi per mostrare le dinamiche online che andavamo trattando. Il tennis è stato uno di questi espedienti, tra i più riusciti.”
Un altro elemento che mi ha meravigliato, oltre al trailer, è il ridotto numero di schermi di cellulari e di computer mostrati in un documentario paradossalmente incentrato su un gruppo social. “In effetti le poche cose a schermo sono ricreate, espedienti narrativi essi stessi.” A questo punto Giacomo ride ripensando a una scena in cui il nome di Kubrick appare proprio su uno schermo di un pc con connotazioni alquanto fuori dal comune… ma si interrompe per evitare spolier del suo stesso lavoro. Preferisce spostare il discorso sui Cinematti e in particolare sui loro video che compaiono nel film.
Ricorda l’interesse e il divertimento nello scegliere quali di queste clip mostrare, selezionando tra quelle più intime e commoventi e quelle a dir poco esilaranti. A proposito di schermi ho una curiosità. Sono tantissimi gli autori che durante la chiusura delle sale hanno preferito o scelto di far uscire la loro opere direttamente sulle piattaforme. Invece in questo caso si è andati controcorrente. “Mah, forse un po’ di romanticismo cinematto… e speriamo di aver scommesso bene. Io e Lamberto Mongiorgi, il produttore del film con la produzione Manufactory, veniamo dalla stessa scuola di cinema e abbiamo entrambi realizzato un cortometraggio in pellicola, prima del digitale – o almeno di quello che conosciamo oggi. Abbiamo imparato a fare a meno della pellicola, anche in sala; ma speriamo di non dover imparare a fare a meno della sala”.
E torniamo a parlare della sala. L’emergenza sanitaria sembra stia dando un po’ di tregua. Mi domando se un film che parla di amanti di film proposto su grande schermo potrebbe avere un suo peso nel risvegliare la voglia di tornare al Cinema. “Ce lo auguriamo proprio. Siamo distribuiti da MovieDay che propone una formula che ci piace moltissimo, quella del theatrical on demand. I Cinematti sono sparsi in tutta Italia, speriamo abbiano voglia di vedersi ritratti sul grande schermo, quello stesso grande schermo che hanno tanto amato”.
Ammetto che, quando mi fu proposto il progetto di Cinematti – Una Storia Folle, uno dei miei maggiori timori era che non potesse suscitare interesse da parte di chi non era iscritto al gruppo. Giacomo ancora una volta riesce a rassicurarmi, illustrandomi il valore che può avere questo lavoro da diversi e più ampi punti di vista. “È un documentario su un gruppo di amanti di cinema. Per quanto riguarda il ‘gruppo’, il film propone una interessante analisi sociologica, quella delle relazioni online, alle quali nessuno è ormai più estraneo. E lo fa con un tocco leggero, di ‘commedia’, che può essere gradito a tutti.”
Per gli “amanti di cinema”, beh… c’è da divertirsi quanto si vuole! A vedere quanto, anche da non addetti ai lavori, si possa trovare e provare divertimento nel “giocare” con i propri film preferiti (gli indovinelli, i rebus, le citazioni, i travestimenti). Al gioco dei Cinematti si è poi aggiunto il nostro: il film stesso è una fitta rete di citazioni e rimandi, più o meno celati. Anzi, propongo un premio: al primo che scoprirà tutte le citazioni nascoste di 2001: Odissea nello spazio mi impegno ad inviare una locandina autografata e una maglietta.
Ok, Giacomo. Allora ci rivediamo sabato a Milano. Aggiungeremo un altro pezzetto della storia cinematta. Mi piace concludere con una frase pronunciata da Massimo Salomoni nel corso del film: “La differenza tra una persona e un algoritmo è che l’algoritmo ti consiglia sempre quello che piace a te. Le persone che incontri su Cinematti possono consigliarti cose a cui tu non avresti mai pensato”.
Insomma, un invito ad utilizzare al meglio le risorse e le opportunità del web. Cinematti è l’esempio che meglio conosciamo. E per questo siamo orgogliosi di averlo raccontato.