La Camera dei Deputati ha approvato l’istituzione della Commissione d’inchiesta sulle cause del disastro Moby Prince. Il testo unificato uscito dalla Commissione Trasporti ha ottenuto una larghissima maggioranza nell’aula di Montecitorio – solo un contrario e un astenuto – e fonti parlamentari hanno indicato a ilfattoquotidiano.it che entro i primi di giugno saranno definiti membri della Commissione e ufficio di presidenza, così da dare l’avvio ai lavori. Tempi record quindi se si considera che il voto odierno arriva a meno di cinque mesi dal deposito delle proposte di inchiesta di PD, Lega e M5S, che hanno accolto ad l’appello dei familiari delle vittime. Un appello lanciato dopo la sentenza del Tribunale civile di Firenze che ha negato validità giuridica alle verità tecniche emerse dall’inchiesta parlamentare del Senato che solo tre anni fa avevano riscritto la storia di quanto accaduto la notte tra il 10 e 11 aprile 1991 davanti al porto di Livorno e costato la vita a 140 persone.

Negli interventi dei gruppi parlamentari in aula, i ringraziamenti alla perseveranza dei familiari delle vittime – con un richiamo alle condizioni di salute dello storico presidente dell’associazione 140, Loris Rispoli – e la citazione ripetuta delle parole del Presidente della Repubblica che per il trentennale della strage aveva parlato di “inderogabile impegno diretto a fare intera luce sulle responsabilità” di quanto accaduto.

Senza più la nebbia a giustificare l’incidente, la nuova Commissione nasce col mandato dell’aula di scoprire “con la massima precisione” perché il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera statale Agip Abruzzo. E per ottenere la risposta a trent’anni dai fatti, i commissari hanno il compito di acquisire quanto finora negato allo Stato Italiano da comando militare statunitense e altri paesi NATO, ovvero “tracciati radar e rilevazioni satellitari” che registrarono quanto accaduto in una rada al momento dei fatti affollata da obiettivi sensibili: due petroliere statali italiane e sette navi militarizzate tornate dalla Guerra del Golfo cariche di armi ed esplosivi.

Oltre alle cause dell’incidente la Commissione dovrà chiarire i motivi del mancato soccorso pubblico a chi era a bordo del Moby Prince, con l’identificazione di “eventuali responsabilità riconducibili ad apparati, strutture o organizzazioni” che avrebbero concorso alla morte delle 140 vittime e definire se siano collegate o meno a quei “traffici illegali” che avrebbero caratterizzato la rada di Livorno la notte dell’incidente secondo il documento del Sismi declassificato nel 2017 al centro dell’indagine riservata a cura della Procura di Livorno e della DDA di Firenze.

Il testo approvato dall’aula di Montecitorio impone infine alla Commissione di valutare le novità emerse dopo la conclusione dell’inchiesta parlamentare 2015-2018 – come i fascicoli “fantasma” sul trasporto di esplosivi della mafia sul Moby Prince, di cui ha raccontato ilfattoquotidiano.it, e il rapporto dell’aeronautica sul coordinamento del soccorso, mancato quella notte, ad opera della Marina Militare – e i motivi per i quali la magistratura ha mancato finora di accertare cause e responsabilità della morte di 140 persone, arrivando a ridurre la loro sopravvivenza a mezz’ora dalla collisione quando questa durò ben oltre e in un caso accertato fino al mattino successivo. A tal proposito la Commissione dovrà chiarire il peso avuto dall’accordo assicurativo siglato a soli due mesi dalla collisione tra armatori e assicuratori coinvolti, che secondo l’inchiesta parlamentare 2015-2018 avrebbe appunto “influenzato” la magistratura in inchieste e processi ad oggi terminate senza colpevoli.

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