Scendono nuovi casi e decessi, in un mese si sono quasi dimezzati ricoveri e terapie intensive. Ancora oltre 5,6 milioni di persone "a rischio elevato di ospedalizzazione" che non hanno ricevuto la prima dose. Cartabellotta: "Revisione integrale del sistema rischia di divenire terreno di scontro governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni"
Scendono nuovi casi e decessi, in un mese si sono quasi dimezzati ricoveri e terapie intensive. Ma i numeri della campagna vaccinale segnalano che ci sono ancora oltre 5,6 milioni di over 60 che non hanno ricevuto la prima dose: sostanzialmente uno su due. E intanto la corsa a cambiare i parametri è un rischia: “Indispensabile un restyling, ma la rivoluzione può attendere”, sintetizza la Fondazione Gimbe nell’ultimo monitoraggio indipendente riferito alla settimana 5-11 maggio.
Rispetto alla precedente, il report segnala una diminuzione di nuovi casi (63.409 vs 78.309, -19%) e decessi (1.544 vs 1.826, -15,4). In calo anche i casi attualmente positivi (-12,1), le persone in isolamento domiciliare (-11,8), i ricoveri con sintomi (14.937 vs 18.176, -17,8) e le terapie intensive (2.056 vs 2.423, -15,1). “L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali – dice Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione”. I trend, segnala la Fondazione, sono in riduzione in tutte le Regioni anche se continua, tuttavia, a salire leggermente l’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni. “Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80″.
In un’Italia ormai tutta gialla e con il governo che riflette su un ulteriore allentamento delle misure con contestuale riaperture anticipate rispetto alla tabella di marcia fissata a fine aprile, Gimbe segnala come, guardando alla percentuale di popolazione che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, “la copertura degli over 60 è complessivamente insufficiente”. Mentre solo il 9,9% degli over 80 non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 25,9% della fascia 70-79 e, soprattutto, “al 49,6% per quella 60-69 anni”. In altri termini, oltre 5,6 milioni di persone “a rischio elevato di ospedalizzazione” sono ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale.
“A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla prima dose – continua Cartabellotta – da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno “costretto” ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA”. Il suggerimento della Fondazione, considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, è quello di “integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale”.
La “verosimile ripresa della circolazione” del virus in un’Italia quasi tutta gialla richiede, secondo Cartabellotta, “una revisione dell’algoritmo delle Regioni a colori”. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, prosegue, “entriamo infatti in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali”. Ma, avverte il presidente di Gimbe, una “revisione integrale” del sistema “rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni”. Per questo, Gimbe suggerisce di “mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente ad un suo rapido restyling”. In altre parole: “Ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal Dpcm del 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il ‘peso’ dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali”.