Da quando il rapimento della piccola Denise Pipitone, avvenuto il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, è tornato a riempire giornali e trasmissioni televisive, si sono scoperti elementi molto importanti riguardo innumerevoli errori, omissioni e depistaggi compiuti durante le indagini.
Come più volte evidenziato anche in questo blog, la Procura di Marsala ha ritenuto necessario riaprire il caso perché ad essere in possesso di informazioni importanti sarebbero parecchie persone appartenenti non solo alla popolazione di Mazara del Vallo ma anche alle forze dell’ordine e alla magistratura. Dal momento che il magistrato Maria Angioni ha deciso di raccontare ai media le difficoltà e gli ostacoli incontrati durante il periodo in cui era a capo delle indagini, si è scoperchiato un vaso di Pandora già in parte svelato dalle dichiarazioni di Piera Maggio, madre di Denise, che da 17 anni continua a cercare ostinatamente sua figlia e riporta minuziosamente nel suo blog tutte le notizie inerenti gli iter processuali e tutto ciò che non torna in una vicenda che presenta troppi lati oscuri.
Uno di questi è l’audizione che Battista Della Chiave, un testimone audioleso ora deceduto, rilasciò nel 2013 ai magistrati nella sua abitazione alla presenza di un’interprete del linguaggio dei sordomuti mandata dalla Procura. Il video di tale audizione fu mandato in onda dalla trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto e, all’epoca dei fatti, dal verbale della deposizione risultò che Battista Della Chiave aveva visto la piccola Denise, il giorno della sua scomparsa, in braccio ad un uomo nel magazzino di via Rieti, dove lui lavorava insieme al nipote, magazzino dal quale, secondo l’analisi dei tabulati telefonici, era partita una telefonata verso l’abitazione della madre di Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, nonché una delle principali sospettate del rapimento della piccola.
Ieri sera, a distanza di otto anni, nella stessa trasmissione, Federica Sciarelli ha fatto esaminare lo stesso filmato da due esperti di linguaggio dei segni, Laura Santarelli, coordinatrice del settore Pubblica Utilità della Rai e Antonio Di Marco, interprete sordo dalla nascita, che conosce più di dieci dialetti. La Santarelli e Di Marco hanno appurato e dichiarato che tra Battista Della Chiave e l’interprete della Procura ci furono molte incomprensioni (forse dovute al mancato adeguamento dialettale) e che le preziose informazioni fornite dal testimone audioleso non furono recepite, messe a verbale e utilizzate per far luce sull’indagine.
Secondo la corretta interpretazione dei segni fornita dalla Santarelli e da Di Marco, Della Chiave disse: “hanno rapito la bambina con una motocicletta, superato un cavalcavia e poi l’hanno nascosta in una barca a remi sotto una coperta e sono andati via. La bambina piangeva. La moto è stata buttata in mare”. Sempre Della Chiave avrebbe indicato due persone fra coloro che portarono via la bambina, tra cui un uomo sui 25 anni con i capelli ricci, i baffi ed il pizzetto – elemento totalmente nuovo rispetto a ciò che non fu compreso dall’interprete della Procura che era convinta che Della Chiave avesse indicato un solo uomo.
Inoltre, Della Chiave parla anche del pianto della bambina, che aveva fame e sentiva freddo e dice di averle dato da mangiare una minestra imboccandola per indurla a calmarsi e farla addormentare, tutti elementi che fanno pensare che in un primo momento potesse essere stato lo stesso Della Chiave a custodire la minore sequestrata e nascosta nel magazzino. Il testimone audioleso aggiunge che avrebbe voluto “sparare” ai due uomini che la portarono via, ma era consapevole di non poterlo fare perché altrimenti lo avrebbero messo in galera. Tutti elementi preziosi che non sono stati compresi e messi a verbale, contribuendo una volta di più a complicare una vicenda già di per sé ingarbugliata per tutte le notizie omesse o nascoste più o meno volutamente.
Da più di un mese i media si stanno giustamente occupando di questo caso e anche i social stanno facendo la loro parte con le numerose condivisioni della locandina ufficiale per continuare a cercare Denise e con gli appelli che Piera Maggio ha chiesto di condividere. È nostro dovere essere al fianco di questa madre instancabile e io continuerò a farlo finché non emergeranno verità importanti sui responsabili del rapimento di Denise, attraverso questo blog e attraverso le maratone live sul profilo Instagram_conoscere, con il prezioso contributo del blogger Michele Belfiore e della criminologa Isabel Martina del team di lavoro di Roberta Bruzzone. La stessa Martina, che conosce il linguaggio dei sordomuti, due settimane fa aveva espresso parecchi dubbi sull’interpretazione della funzionaria della Procura, a partire dal fatto che Della Chiave non avesse mai fatto menzione di un peschereccio, ma di una barca a remi con la bambina nascosta sotto una coperta o sottocoperta, come ieri è stato appurato da Chi l’ha visto.
Una delle tante domande che continuiamo a farci e che dopo le ultime rivelazioni risulta ancora più amara è questa: perché la Procura non ritenne di dover svolgere in maniera ineccepibile, approfondire e meglio chiarire l’audizione dell’unica persona che raccontò di aver visto Denise viva il giorno della sua sparizione? Si spera che alla luce di tutti gli elementi emersi in questo ultimo mese la Procura di Marsala, che ha riaperto le indagini, possa muoversi finalmente nella direzione giusta, sentendo le persone che all’epoca dei fatti condussero le indagini in modo superficiale o tentarono di proteggere soggetti che erano fortemente sospettati.