Oggi è un giorno da festeggiare: sono passati tre mesi dal giuramento del governo Draghi. Un governo completamente diverso da quello precedente. Qualche compromesso politico per accontentare gli amanti della poltrona dei reduci dei 5Stelle e del Pd ma una rivoluzione all’interno di Palazzo Chigi. E alle vedove di Giuseppe Conte che continuano a piagnucolare nelle solite trasmissioni filo-casaline bisogna rispondere con i dati oggettivi.
Di certo, se ci fosse un briciolo di onestà intellettuale, prima ancora dell’etica professionale di chi svolge il ruolo di giornalista, non ci sarebbe il bisogno di rammentare la realtà dei fatti.
Andiamo con ordine.
A chi dice, o in mala fede o con uno scopo evidentemente politico, che non c’è un cambio di passo del governo Draghi rispetto al precedente o non ci sono grandi cambiamenti è utile rinfrescare la breve memoria.
Il premier Draghi ha subito dato un segnale di forte discontinuità e di reale competenza, non solo politica ma soprattutto di profonda conoscenza della macchina amministrativa. Il primo vero cambio di passo è stato togliere Arcuri e sostituirlo con il generale Figliuolo.
Domenico Arcuri, fortemente sostenuto da D’Alema e Conte, a mio parere ha dimostrato la propria incompetenza e le proprie scellerate idee di primule per la vaccinazione. Delle inchieste penali se ne occuperà la Magistratura. Il tutto senza che ci fosse un piano vaccinale organizzato.
Mario Draghi, in meno di un mese, ha affrontato l’emergenza e ha dato alla nazione, nonostante le difficoltà di decentramento delle competenze regionali, un piano concreto per attuare le vaccinazioni. Grazie alla corretta organizzazione ormai le somministrazioni procedono speditamente toccando in alcuni giorni le 500mila dosi.
Numeri reali non promesse.
Ma nonostante questo, alcuni presunti opinionisti hanno la faccia di bronzo di dire che il cambio di passo sulle vaccinazioni non c’è stato. Magari sono gli stessi, che guarda caso in precedenza avevano saltato la fila per vaccinarsi.
Francamente è indecente.
Il tutto perché il loro copione prevede fino alla morte la difesa del governo Conte. Altrimenti dovrebbero ammettere che Renzi aveva ragione.
E sì. Hanno passato mesi e mesi in difesa della finzione governativa organizzata da Casalino per Conte. Hanno passato tutto il tempo a delegittimare Renzi in ogni modo. Hanno passato ore ed ore a dire che la crisi di governo provocata da Matteo Renzi fosse da irresponsabili e non si capisse il senso. Hanno occupato tutte le televisioni per dire quanto fosse bravo e bello Conte, nascondendo la realtà dei fatti.
Oggi neanche davanti all’evidenza dei numeri riescono a dire la verità.
Ma nonostante ciò, nonostante scommettano quotidianamente contro la ripresa e il buon funzionamento del governo Draghi, sono costretti a dover fari i conti con la realtà. E più passa il tempo e più Draghi in soli tre mesi ha cambiato quasi tutto senza fare grandi annunci e dirette Facebook.
Dopo Arcuri, dopo il cambio al vertice della Protezione Civile, dopo il dimezzamento del CTS ora la situazione e la gestione della pandemia ha una struttura più efficiente e mirata.
Ma non basta, Draghi ha rimesso mano al PNRR e secondo me lo ha completamente modificato.
E ieri altre due decisioni molto importanti.
Senza annunci o preannunci, ieri è stato tolto Mimmo Parisi dall’Anpal e sostituito Vecchione al DIS con Elisabetta Belloni. Una nomina molto importante proprio in un ruolo chiave per la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Una nomina fatta senza nessun annuncio ma di grande impatto. Tra le altre cose, arriva dopo le grandi discussioni sui servizi segreti e la voglia di Conte di non delegare.
Insomma, ora per completare il quadro dei doverosi cambiamenti mancano l’Inps e la Rai. La Rai ha dato prova che la sua gestione prettamente grillina ha creato e stia creando notevoli problemi: poca attinenza alla realtà e poca informazione plurale.
Il servizio pubblico ha bisogno di ritornare alla serietà e alla competenza. La corretta informazione è la base di una corretta democrazia consapevole. Per questo è importante che la Rai metta fine al periodo populista dei grillini e dei leghisti. Per questo c’è bisogno di pluralità e dibattiti e non monologhi o intere trasmissioni utilizzate per delegittimare un leader politico.
C’è bisogno del metodo Draghi anche in Rai e sono sicuro arriverà presto.