Il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo ha chiesto di andare in pensione in anticipo. Il magistrato, che è sotto procedimento disciplinare davanti al Csm dopo le accuse di molestie sessuali rivoltegli dalla pm di Palermo Alessia Sinatra, in realtà non lascerà subito la toga: come conferma lui stesso, dovrebbe restare in carica per circa un altro anno. “Confermo di aver presentato domanda di pensionamento anticipato per una mia scelta autonoma e personale, come è mio diritto avendo già maturato più di 44 anni di servizio. Preciso che rimarrò tranquillamente a Firenze ancora per parecchio tempo perché la cosa non ha decorrenza immediata, e anche che il mio mandato a Firenze terminerebbe comunque prima di un anno per il raggiungimento del limite massimo di permanenza”, ha dichiarato nel commentare la notizia. “La mia scelta – precisa Creazzo – è scaturita dal fatto, verificatosi nei primi giorni di questa settimana, che il Csm ha definito le procedure concorsuali per i posti direttivi che formavano oggetto delle ultime mie domande pendenti assegnandoli ad altri magistrati“. “Poiché – prosegue – non potrò più fare domande perché ho raggiunto i limiti di età, la mia carriera professionale non ha ulteriori prospettive. Per questo ho liberamente scelto di chiedere di andare in pensione”.

Per quanto riguarda il procedimento disciplinare nei suoi confronti, il procuratore precisa di aver “mantenuto il doveroso e assoluto riserbo che si conviene a un uomo delle istituzioni quale io sono”, ma non ha difficoltà a “riaffermare pubblicamente di non avere in nessun modo commesso i fatti che mi sono stati contestati”. Il procedimento contro di lui si è aperto lo scorso 7 maggio, mentre quello a carico della stessa Sinatra ha preso l’avvio il 22 aprile: la pm di Palermo (che con il suo collega condivideva la militanza nella corrente di Unità per la Costituzione) è la vittima delle presunte molestie sessuali di cui è incolpato Creazzo ma al tempo stesso deve difendersi dall’accusa di aver tenuto verso il procuratore di Firenze un comportamento “gravemente scorretto” per alcuni messaggi sul suo conto inviati all’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, all’epoca leader di Unicost, quando Creazzo concorreva per la nomina a procuratore di Roma. Secondo la contestazione, la pm voleva così tentare di condizionare negativamente i consiglieri per una sorta di “rivincita morale” sul capo dei pm di Firenze. Le molestie sarebbero avvenute nel 2015 in un hotel dove i magistrati si trovavano per motivi di lavoro. Un teste a favore della pm, il neuropsichiatra Francesco Vitrano, ha raccontato che la magistrata gli raccontò “che al ritorno da una cena di lavoro, mentre rientrava nella sua camera, il collega ebbe un approccio fisico intrusivo e questa cosa l’aveva turbata molto“.

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