Usava i soldi dell’Hellas per mettere al riparo un’altra società di sua proprietà. È questa l’accusa che la Procura di Bologna muove a Maurizio Setti, presidente della società calcistica di Serie A Hellas Verona. Il procuratore aggiunto Francesco Caleca e la pm Elena Caruso hanno aperto nei suoi confronti un’inchiesta per appropriazione indebita e autoriciclaggio. E la Guardia di Finanza gli ha sequestrato 6,5 milioni di euro, la somma che – secondo gli investigatori – ha sottratto dalle casse della squadra per impiegarla “indebitamente” e impedire il fallimento di un’altra società. Gli esiti dell’inchiesta sono stati presentati in conferenza stampa dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal generale Gianluca Filippi, comandante provinciale delle Fiamme gialle bolognesi, mentre il sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Sandro Pecorella.

La procura è convinta di aver accertato che Setti, sfruttando il suo doppio ruolo di amministratore e socio unico, ha cercato di mascherare l’origine di questi movimenti attraverso quello che definisce “maquillage contabile”, una serie di artifici per tentare di rendere irrintracciabile lo spostamento di denaro. Secondo le indagini, Setti ha indicato su diversi documenti bancari che i soldi in questione provenivano dalla distribuzione di dividendi della società. In realtà si trattava di una disponibilità finanziaria accantonata in bilancio come “riserva di versamenti soci in conto futuro aumento di capitale”, e quindi non distribuibile.

L’inchiesta nasce dalle verifiche effettuate dal nucleo di polizia economica finanziaria su due società bolognesi, rientranti nella catena di controllo dell’Hellas. Nei loro confronti erano già state emesse alcune sentenze di fallimento, poi revocate all’inizio del 2021 dopo un reclamo. Da qui è emerso che la partecipazione delle due società proprio in quella della squadra di Serie A era stata oggetto, nel corso degli anni, di una serie di cessioni infragruppo – quelle che comportano lo spostamento di valori all’interno della società stessa -, al fine di aumentarne il valore. Nell’indagine non risultano coinvolte aziende del tessile, altro settore di attività dell’imprenditore, legato alla griffe di Manila Grace.

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