La condotta è ferma da venerdì scorso. Trasporta il 45% della benzina e del gasolio utilizzato nel Nord Est degli Stati Uniti. Ieri prime chiusure di distributori e lunghe file di auto agli impianti rimasti aperti. Colonial pipeline che gestisce l'oleodotto non ha intensione di pagare il riscatto ai criminali informatici
L’oleodotto statunitense bloccato da venerdì scorso a causa di un attacco informatico ha iniziato a ripristinare il flusso di carburanti. La condotta che corre dal Texas al Nord Est del paese per quasi 9mila kilometri, ha una capacità di 100milioni di galloni al giorno (circa 400 milioni di litri) e fornisce il 45% della benzina e del gasolio utilizzate in aree come New York, Atlanta o Washington. Ieri circa 2mila impianti di distribuzione hanno chiuso a causa dell’esaurimento delle scorte mentre alle pompe ancora in funzione si sono formate lunghe code di auto. Il prezzo della benzina è salito sui massimi degli ultimi 6 anni.
L’oleodotto gestito da Colonial pipeline è il più importante degli Stati Uniti ed è stato colpito da un ransomware, un software malevolo che blocca i sistemi informatici fino a quando non viene pagato un riscatto in valute digitali. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo russo di criminali informatici professionisti Darkside che ha detto di non agire per ragioni politiche ma semplicemente per soldi. Non si può escludere che dietro Darkside si celino committenti terzi, compresi stati. Secondo quanto si apprende la società non avrebbe intenzione di pagare il riscatto ed è al lavoro insieme alla società di sicurezza informatica statunitense FireEye per ripristinare pienamente l’operatività del sistema .