“Le aperture del 26 aprile prese senza consultare il Cts? Lo consultavamo troppo prima”. Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ospite di ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Luca Sommi e Andrea Scanzi, con la partecipazione di Marco Travaglio, in onda tutti i mercoledì alle 21.25 su Nove in merito alla decisione presa dal governo lo scorso 16 aprile sulle misure anti-Covid che, per la prima volta, non hanno previsto il parere del Comitato tecnico scientifico in nome del “rischio ragionato” spiegato dal premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Io sono sincero: credo che il Comitato tecnico scientifico sia stato consultato troppo prima per cose che, francamente, si poteva evitare di consultarlo – ha spiegato l’esponente M5S – C’è stato un momento in cui il vecchio Comitato tecnico scientifico faceva più che altro da notaio per certificare magari determinati percorsi, determinate cose per le quali è stato sovraccaricato anche di lavoro. Si è guardato ai numeri, i numeri parlano chiaro. Io quando sento parlare di ‘rischio misurato’ credo che la cosa più semplice da fare sia osservare i paesi che hanno raggiunto una percentuale di vaccinazione già con le prime dosi, ma anche con le seconde dosi e copiare quei paesi che stanno più avanti di noi”, ha concluso il sottosegretario alla Salute.
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