È arrivata la prima condanna per falsa testimonianza nell’ambito del complicato labirinto dei processi innescati dall’affaire Ruby. Il tribunale di Siena ha condannato a due anni Danilo Mariani, il pianista senese che era presente alle cosiddette cene eleganti. Lo stesso tribunale aveva stralciato la posizione di Mariani – su richiesta della sua difesa – rinviando al 21 ottobre il processo per corruzione che lo vede vede imputato insieme a Silvio Berlusconi. Il rinvio per Berlusconi, a cui il pm Valentina Magnini non si è opposta ritenendo sufficiente la documentazione sanitaria prodotta e non richiedendo così come accaduto nelle precedenti udienze ulteriori accertamenti medici sulle condizioni dell’ex premier. Berlusconi è infatti tornato al San Raffaele per proseguire le terapie che sta seguendo per superare gli strascichi del Covid, che lo ha colpito lo scorso autunno. La requisitoria con la richiesta di condanna per Berlusconi a 4 anni e due mesi è stata pronunciata dal pm il 13 febbraio 2020, quindi precisamente 15 mesi fa.
Per l’accusa il Cavaliere ha pagato il pianista per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Il pubblico ministero aveva chiesto chiesto 4 anni e 6 mesi in totale per il reato di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari. Mariani aveva raccontato che durante le feste ad Arcore – per cui sono stati condannati in via definitiva Emilio Fede e Nicole Minetti – non c’era stato nulla di male: “Non c’erano contatti fisici tra Berlusconi e le sue ospiti ma solo strette di mano”, anche se alcune delle giovani ospiti ballavano “in modo sexy, provocante”. Mariani aveva raccontato che Ruby, spacciata invano per la nipote dell’ex presidente egiziano, “su YouTube fece vedere il video di una cantante egiziana, diceva che era sua madre”. Mariani aveva confermato che erano sempre presenti i camerieri e il barman. “In discoteca si beveva moderatamente: il drink più alcolico era a base di champagne”. E Berlusconi cosa faceva? Da buon padrone di casa “stava seduto e parlava con gli ospiti”. Questi racconti falsi, secondo l’accusa, sarebbero stati pagati con bonifici effettuati da Berlusconi a Mariani come rimborsi spesa, circa 170mila euro dal 2011 al 2013. “Non fatemi parlare altrimenti mi fanno un altro processo” ha detto subito dopo la lettura della sentenza l’imputato. A Mariani è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Per il processo che lo vede poi coimputato in corruzione in atti giudiziari insieme a Silvio Berlusconi cambierà il collegio giudicante, secondo quanto spiegato dai legali dello stesso pianista.
Il processo senese è stato originato da un fascicolo trasmesso dal tribunale di Milano a quello della città toscana nel 2017 per competenza territoriale. Per i pm milanesi a Siena sarebbe stato completato il pagamento effettuato da Berlusconi a Mariani, per indurlo, secondo l’accusa, a rendere testimonianze edulcorate sulle serate a villa San Martino, le famose cene eleganti che hanno portato alla condanna dell’ex direttore del Tg4 i Emilio Fede e l’ex consigliera regionale lombarda Nicole Minetti.
Per chi conosce la storia giudiziaria di Silvio Berlusconi quello che sta succedendo a Siena al processo Ruby non è una novità. Come per il processo Mills – per corruzioni in atti giudiziari – le posizioni degli imputati sono state separate. Quel processo è finito con due prescrizioni: in Cassazione per l’avvocato inglese – difeso da Federico Cecconi diventato ora legale del’ex premier – accusato di aver mentito per aiutare l’ex premier nei suoi processi e in primo grado per il leader di Forza Italia. Un altro processo per corruzione in atti giudiziari è in corso a Milano e ha subito una lunga serie di rinvii. All’ultima udienza quella del 28 aprile i giudici hanno deciso lo stop finché Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari assieme ad altre 28 persone accusate anche di falsa testimonianza tra cui molte delle ragazze presenti alle feste, non sarà stato dimesso dal San Raffaele di Milano. Berlusconi era stato dimesso per poi rientrare due giorni fa in ospedale. Quando uscirà dall’ospedale, poi, potrebbe essere disposta una perizia con accertamenti medici per stabilire se sarà necessario un ulteriore rinvio del dibattimento. La prescrizioni è stata sospesa.