Mentre continuano gli scontri, i lanci di razzi e i raid tra Israele e i Territori palestinesi, incombe la possibilità di un’invasione via terra di Gaza da parte dei militari dello Stato ebraico, a sette anni da Protective Edge che provocò la morte di oltre 2.200 persone in meno di due mesi. Israele sta inviando rinforzi al confine, come riferito dal tenente colonnello Jonathan Conricus, portavoce dell’Idf: “Ci sono truppe che vengono spostate verso il confine. È una mossa preparatoria”, ha detto citato dalla Bbc, aggiungendo che ai comandanti e ai militari che si trovano al confine con Gaza è stato ordinato dal governo di prepararsi per “ogni eventualità di un’escalation”. I militari che attualmente si trovano al confine con Gaza, ha detto ancora il portavoce dell’Idf, “in pratica si stanno preparando per la battaglia“. Ma, ha aggiunto, l’invasione “non è necessariamente la prima cosa che faremo domattina. Il nostro obiettivo è diminuire le capacità del nemico”. Intanto, però, sono stati richiamati altri 9mila riservisti, con il totale che sale così a 16mila, e sono state bloccate tutte le licenze.
Vittime, sirene a Tel Aviv e strage nel villaggio a Gaza – Mentre sembra sempre più lontana la soluzione della crisi, con le formazioni di base a Gaza che secondo l’esercito israeliano hanno già lanciato 1.500 razzi, cresce il numero delle vittime. Il ministero della Sanità palestinese ha annunciato che sono almeno 94 i morti dall’inizio degli scontri, lunedì scorso, e oltre 500 i feriti. Tra le vittime, secondo le autorità della Striscia controllata da Hamas, ci sono 17 minori e sette donne, circa quattro volte quelli di Israele. Nella notte, dai territori di Hamas sono stati lanciati 130 razzi: di questi molti sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome. L’esercito, dall’inizio del conflitto lunedì scorso, ha risposto colpendo oltre 650 obiettivi militari nella Striscia e neutralizzando “tra i 60 e gli 80 militanti”: tra questi un tunnel di Hamas e anche infrastrutture e centri di comando. In serata nel villaggio Um el-Nasser, presso Sheikh Zayed, nel nord della Striscia di Gaza, si è consumata una strage: 11 palestinesi sono rimasti uccisi e 50 feriti in un bombardamento israeliano. Sei sono membri della famiglia locale Tanani. Fra i morti, secondo i media, ci sono anche bambini. E tornano a suonare le sirene d’allarme a Tel Aviv: subito dopo è stato udito rumore di esplosioni dall’alto e sono stati visti lampi in cielo dovuti all’intercettamento dei razzi da parte de sistema di difesa Iron Dome.
I piani dell’esercito – Intanto lo Stato Maggiore delle forze armate israeliane ha fatto sapere che presenterà i piani per una possibile invasione via terra della Striscia di Gaza. A prepararli sono la Divisione Gaza e il Comando Sud dell’Idf (le forze di difesa israeliane). I piani – stando a quanto si legge sul Times of Israel – verranno poi presentati al governo, al quale spetta la decisione finale. L’Idf negli ultimi giorni ha spostato ulteriori truppe di terra al confine con la Striscia. Si tratta di militari della Brigata Paracadutisti, della Brigata di Fanteria Golani e della 7a Brigata. In particolare, ha riferito Channel 12, l’esercito intende colpire i “simboli del potere di Hamas“, e in particolare le sue strutture finanziarie. Secondo quanto riferito dai media israeliani, il premier Netanyahu esclude al momento un cessate il fuoco. A causa della situazione complicata i voli passeggeri in arrivo all’aeroporto Ben Gurion sono stati dirottati verso lo scalo di Ramon vicino Eilat, nel sud del paese.
Il fronte diplomatico – La situazione resta in stallo. Ieri sera gli Stati Uniti hanno nuovamente bloccato l’adozione di una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Medio Oriente giudicandola “controproducente”, nel corso di una riunione a porte chiuse che potrebbe però essere seguita nei prossimi giorni da una nuova seduta questa volta pubblica. Nella seconda riunione d’urgenza in tre giorni richiesta da Tunisia, Norvegia e Cina, gli Stati Uniti hanno ieri, come lunedì, respinto la proposta di questi paesi di adottare una dichiarazione che chiedesse una “riduzione dell’escalation, un cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati”. Israele rifiuta qualsiasi coinvolgimento del Consiglio di sicurezza nel conflitto e Washington, il più stretto sostenitore dello Stato ebraico, si sarebbe mosso in questa direzione, secondo diversi diplomatici. Per gli Usa “il Consiglio di sicurezza mostra la sua preoccupazione incontrandosi, non c’è bisogno di altro”, ha detto una fonte diplomatica. Secondo diverse altre fonti, 14 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza erano favorevoli all’approvazione del testo proposto.
Mondo
Striscia di Gaza, Israele pronto all’invasione via terra: “Ci prepariamo alla battaglia”. E richiama altri 9mila riservisti: 16mila in totale
Nella notte, dai territori palestinesi sono stati lanciati altri 130 razzi che portano il calcolo totale a più di un migliaio quasi tutti intercettati dal sistema di difesa Iron Drone. Israele ha risposto con centinaia di attacchi aerei e Netanyahu esclude il cessate il fuoco. Strage in un villaggio della Striscia. Oltre 90 i morti dall'inizio degli scontri
Mentre continuano gli scontri, i lanci di razzi e i raid tra Israele e i Territori palestinesi, incombe la possibilità di un’invasione via terra di Gaza da parte dei militari dello Stato ebraico, a sette anni da Protective Edge che provocò la morte di oltre 2.200 persone in meno di due mesi. Israele sta inviando rinforzi al confine, come riferito dal tenente colonnello Jonathan Conricus, portavoce dell’Idf: “Ci sono truppe che vengono spostate verso il confine. È una mossa preparatoria”, ha detto citato dalla Bbc, aggiungendo che ai comandanti e ai militari che si trovano al confine con Gaza è stato ordinato dal governo di prepararsi per “ogni eventualità di un’escalation”. I militari che attualmente si trovano al confine con Gaza, ha detto ancora il portavoce dell’Idf, “in pratica si stanno preparando per la battaglia“. Ma, ha aggiunto, l’invasione “non è necessariamente la prima cosa che faremo domattina. Il nostro obiettivo è diminuire le capacità del nemico”. Intanto, però, sono stati richiamati altri 9mila riservisti, con il totale che sale così a 16mila, e sono state bloccate tutte le licenze.
Vittime, sirene a Tel Aviv e strage nel villaggio a Gaza – Mentre sembra sempre più lontana la soluzione della crisi, con le formazioni di base a Gaza che secondo l’esercito israeliano hanno già lanciato 1.500 razzi, cresce il numero delle vittime. Il ministero della Sanità palestinese ha annunciato che sono almeno 94 i morti dall’inizio degli scontri, lunedì scorso, e oltre 500 i feriti. Tra le vittime, secondo le autorità della Striscia controllata da Hamas, ci sono 17 minori e sette donne, circa quattro volte quelli di Israele. Nella notte, dai territori di Hamas sono stati lanciati 130 razzi: di questi molti sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome. L’esercito, dall’inizio del conflitto lunedì scorso, ha risposto colpendo oltre 650 obiettivi militari nella Striscia e neutralizzando “tra i 60 e gli 80 militanti”: tra questi un tunnel di Hamas e anche infrastrutture e centri di comando. In serata nel villaggio Um el-Nasser, presso Sheikh Zayed, nel nord della Striscia di Gaza, si è consumata una strage: 11 palestinesi sono rimasti uccisi e 50 feriti in un bombardamento israeliano. Sei sono membri della famiglia locale Tanani. Fra i morti, secondo i media, ci sono anche bambini. E tornano a suonare le sirene d’allarme a Tel Aviv: subito dopo è stato udito rumore di esplosioni dall’alto e sono stati visti lampi in cielo dovuti all’intercettamento dei razzi da parte de sistema di difesa Iron Dome.
I piani dell’esercito – Intanto lo Stato Maggiore delle forze armate israeliane ha fatto sapere che presenterà i piani per una possibile invasione via terra della Striscia di Gaza. A prepararli sono la Divisione Gaza e il Comando Sud dell’Idf (le forze di difesa israeliane). I piani – stando a quanto si legge sul Times of Israel – verranno poi presentati al governo, al quale spetta la decisione finale. L’Idf negli ultimi giorni ha spostato ulteriori truppe di terra al confine con la Striscia. Si tratta di militari della Brigata Paracadutisti, della Brigata di Fanteria Golani e della 7a Brigata. In particolare, ha riferito Channel 12, l’esercito intende colpire i “simboli del potere di Hamas“, e in particolare le sue strutture finanziarie. Secondo quanto riferito dai media israeliani, il premier Netanyahu esclude al momento un cessate il fuoco. A causa della situazione complicata i voli passeggeri in arrivo all’aeroporto Ben Gurion sono stati dirottati verso lo scalo di Ramon vicino Eilat, nel sud del paese.
Il fronte diplomatico – La situazione resta in stallo. Ieri sera gli Stati Uniti hanno nuovamente bloccato l’adozione di una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Medio Oriente giudicandola “controproducente”, nel corso di una riunione a porte chiuse che potrebbe però essere seguita nei prossimi giorni da una nuova seduta questa volta pubblica. Nella seconda riunione d’urgenza in tre giorni richiesta da Tunisia, Norvegia e Cina, gli Stati Uniti hanno ieri, come lunedì, respinto la proposta di questi paesi di adottare una dichiarazione che chiedesse una “riduzione dell’escalation, un cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati”. Israele rifiuta qualsiasi coinvolgimento del Consiglio di sicurezza nel conflitto e Washington, il più stretto sostenitore dello Stato ebraico, si sarebbe mosso in questa direzione, secondo diversi diplomatici. Per gli Usa “il Consiglio di sicurezza mostra la sua preoccupazione incontrandosi, non c’è bisogno di altro”, ha detto una fonte diplomatica. Secondo diverse altre fonti, 14 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza erano favorevoli all’approvazione del testo proposto.
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Parigi, 13 mar. (Adnkronos) - La regina Camilla ha inviato una lettera a Gisele Pelicot, la donna francese che il marito ha fatto violentare per anni da decine di uomini, per "esprimerle la sua solidarietà ai massimi livelli". Lo ha riferito a Newsweek un collaboratore reale, aggiungendo che la sovrana, che lavora da anni per le vittime di violenza domestica, ha voluto riconoscere "la straordinaria dignità e il coraggio" della donna francese.
Dominique Pelicot ha ripetutamente drogato e violentato la moglie Gisèle per quasi un decennio, ha reclutato decine di uomini per fare lo stesso e ha filmato più di 200 di queste aggressioni in un caso che ha sconvolto la Francia e il mondo. E la regina "è rimasta profondamente colpita da questi fatti e dalla straordinaria dignità e dal coraggio di quella donna nel render pubblica la sua vicenda", ha affermato la fonte. "Naturalmente, ha contribuito a mettere in luce un problema sociale molto significativo, nonostante tutte le sofferenze personali che aveva attraversato".
"Quindi - prosegue la fonte reale - come sostenitrice di lunga data delle vittime di abusi domestici e sessuali, la regina ha scritto in privato a madame Pelicot, determinata a esprimerle al massimo il proprio sostegno." La lettera è un esempio del modo in cui Camilla intenda fare a livello globale ciò che fa regolarmente in Gran Bretagna - scrive il Newsweek - come dimostra la visita del 6 febbraio a Brave Spaces, a Exeter, nel sud-ovest dell'Inghilterra. L'organizzazione benefica spera di trovare una sede permanente, ma al momento offre supporto alle vittime di violenza domestica da una stanza sul retro del CoLab, uno sportello unico che fornisce servizi di supporto a una moltitudine di persone vulnerabili.
Quando la busta con il sigillo della famiglia reale britannica è arrivata insieme a migliaia di lettere di sostegno, la signora Pelicot "era sbalordita, commossa e molto orgogliosa di vedere che era riuscita a portare la sua battaglia fino alla famiglia reale britannica", ha detto a Le Monde l'avvocato della donna, Antoine Camus.
Il processo per stupro di massa, durato tre mesi in Francia lo scorso autunno, ha visto 51 uomini condannati per un totale di 428 anni. L'elettricista in pensione Pelicot è stato incarcerato alla pena massima di 20 anni. La 72enne, che The Independent ha definito la donna più influente del 2025, ha coraggiosamente scelto di rinunciare all'anonimato durante il processo che si è svolto nel villaggio di Mazan, nel sud-est della Francia.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - "In merito all'accusa del sangue pubblicata dalla 'Commissione d'inchiesta': è uno dei peggiori casi di accusa del sangue che il mondo abbia mai visto (e il mondo ne ha visti molti). Accusa le vittime dei crimini commessi contro di loro. Hamas è l'organizzazione che ha commesso orrendi crimini sessuali contro gli israeliani. È davvero un documento malato che solo un'organizzazione antisemita come l'Onu potrebbe produrre". Lo ha scritto su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Oren Marmorstein.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Si terrà la prossima settimana, probabilmente giovedì 20 marzo, una seduta straordinaria della Camera dei deputati di tre ore e mezza per discutere le mozioni delle opposizioni sull'emergenza carceri. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Ramallah, 13 mar. (Adnkronos) - Secondo la Società dei prigionieri palestinesi e la Commissione per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri, almeno 25 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane durante le ultime incursioni nella Cisgiordania occupata. Tra gli arrestati ci sono una donna e diversi ex prigionieri, si legge nella dichiarazione congiunta su Telegram. Aumentano gli arresti a Hebron, dove secondo l'agenzia di stampa Wafa oggi sono state arrestate 12 persone, tra cui 11 ex prigionieri.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Non c'è stato l'affidamento da parte del governo di infrastrutture critiche del Paese a Starlink" e "come già rassicurato dal presidente Meloni ogni eventuale ulteriore sviluppo su questa questione sarà gestito secondo le consuete procedure". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in Senato rispondendo a una interrogazione del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Per quel che riguarda il piano 'Italia a 1 giga', "con riferimento alle aree più remote, il governo sta valutando con Starlink e altri operatori l'ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo in Senato a una interrogazione del Pd.
"Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune regioni italiane - del nord, del centro e del sud - per sperimentare la fornitura di un 'servizio space-based' rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, si ribadisce che non sono stati firmati contratti nè sono stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio", ha chiarito Ciriani.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Presso la presidenza del Consiglio non è stato istituito alcun tavolo tecnico operativo per lo studio della concessione a Starlink della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane o delle stazioni mobili delle navi militari italiane". Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo al Senato a una interpellanza del Pd.