"Evitare l’omologazione, i modelli imposti. Non è il ritocchino che salva la bellezza, è la differenza, perfino il difetto se lo conosci. La mia generazione era più libera, coltivavamo una diversità che s’è smarrita. Per me il corpo è uno strumento di lavoro, sono più libera dei miei figli, i social li rendono assuefatti ai modelli, mentre è sulla propria unicità che bisogna lavorare...", ha detto l'attrice a Elle dove appare in servizio senza "trucchi"
Anna Foglietta ha qualche sottile ruga. Quei segni sul viso che, a seconda di come vuoi vedere le cose e la vita e tutto quanto, puoi chiamare “rughe del sorriso” o “zampe di gallina” e si formano intorno agli occhi, quando si ride. Quelle chiamate “del pensatore“, tra le sopracciglia, che arrivano perché alle volte nella vita si è perplessi, incazzati, dubbiosi e allora si corrugano i muscoli di questa zona della fronte. Quelle intorno alla bocca, leggere, perché Foglietta deve aver parlato tanto, riso tanto, dormito da una parte schiacciando la testa sul cuscino. Anna Foglietta ha poco più di 40 anni ed è bellissima. Nelle foto che il mensile Elle le ha dedicato “senza trucco e senza inganno, a volto scoperto“, dove il photoshop è stato lasciato cautamente a riposo, così come nelle foto che posta su Instagram. Ed è lì, sul social della bellezza, che l’effetto è più forte: scorri foto di volti ritoccati e privi di difetti, pressoché identici, poi vedi la faccia di lei e credi che la femminilità esista ancora, così come la bellezza. Che gioia, ragazzi. Perché non è cosa da poco: la richiesta della “selfie surgery” (ritocchini per apparire belle nei selfie) è sempre più massiccia e l’età si abbassa. Durante la pandemia, ancora di più. Uno dice, ma come, durante la pandemia, nel mezzo di un dramma che non si può descrivere, c’è chi pensa a ritoccarsi la faccia? Ebbene, sì. Su Vogue Usa M. Azhar Ali, apprezzato chirurgo con base nel Michigan, dice che “è assolutamente incredibile, l’aumento di appuntamenti per fare filler o botox è così aumentato durante la pandemia che non riusciamo a gestire tutto”. In Italia le cose non cambiano. E una delle motivazioni ha a che vedere con le riunioni in video: ci guardiamo di più, ci scopriamo più difetti, vogliamo non averne. L’innesco fa paura: che razza di individui andranno in giro tra vent’anni? Togliamo di mezzo la retorica e siamo schietti: più uno si ritocca più sembra vecchio e brutto. Sì, allora, alla cura di sé, ad interventi estetici mirati e utili, e come Anna Foglietta racconta ad Elle, “il principio di tutto sta nell’alimentazione sana, tanta acqua, niente glutine, latticini, zuccheri, e camminate. Ma soprattutto evitare l’omologazione, i modelli imposti. Non è il ritocchino che salva la bellezza, è la differenza, perfino il difetto se lo conosci. La mia generazione era più libera, coltivavamo una diversità che s’è smarrita. Per me il corpo è uno strumento di lavoro, sono più libera dei miei figli, i social li rendono assuefatti ai modelli, mentre è sulla propria unicità che bisogna lavorare, accettandola, coltivandola“. Evitiamo di citare Irène Némirovsky e il suo Jezabel, che dice tutto questo in modo magistrale con una storia scritta anni fa, quando la cipria era l’unico mezzo per imbellettarsi (eppure la corsa alla perfezione era iniziata, eccome). Dicevamo, Anna Foglietta ha qualche ruga. Anna Foglietta è un’attrice tra le più brave che abbiamo. Anna Foglietta è figa. “Essere fico: essere fico è una legge di natura. Se eri fico allora, sarai fico sempre. Il tempo è solo un ramo sul tronco dell’essere fico, una sbandata. L’essere fico supera la prova del tempo. Perché l’essere fico non ha esitazioni, semplicemente è“. Brava Anna.