“Sembra che la variante indiana abbia una elevata trasmissibilità per cui sarebbe giustificato un rafforzamento delle misure laddove è presente, come ipotizza il Regno Unito, ma non ci sono dati che dimostrano la maggiore aggressività clinica. Sulla capacita di dare infezione nei vaccinati, per ora non sembra essere cosi preoccupante come la variante sudafricana”. Lo ha spiegato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, in conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di regia.