Cronaca

Vaccini, Orlando: “Pronta a partire la campagna nei luoghi di lavoro”. Priorità ai settori più esposti: dai trasporti alla ristorazione – Le tabelle

Il ministro del Lavoro pubblica il documento trasmesso alle Regioni: le somministrazioni in azienda cominceranno "in concomitanza" con quelle agli under 60. Settori suddivisi in tre macro-gruppi: "Si inizia da coloro che in questi mesi di emergenza sanitaria hanno contribuito a non far fermare il Paese nei settori essenziali". Dai lavoratori del commercio al dettaglio e della grande distribuzione agli addetti ai servizi alla persona

Le somministrazioni del vaccino anti-Covid nei luoghi di lavoro sono pronte a cominciare. Partiranno quanto meno “in concomitanza con l’avvio della vaccinazione dei soggetti di età inferiore a 60 anni” e seguiranno un ordine di priorità, partendo dai settori considerati più a rischio di esposizione al contagio. Questo si legge nel documento tecnico operativo trasmesso alle Regioni dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “Siamo pronti ad avviare la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, contestualmente alla disponibilità di dosi. Sarà una rete che si affianca a quella fin qui utilizzata, offrendo uno strumento in più e regole per la sicurezza dei lavoratori. La ripartenza del Paese corre se garantiamo anche ai lavoratori una protezione dal virus, mettendoli in sicurezza“, ha scritto Orlando su Facebook.

Il ministro ha confermato che verrà data priorità a determinati lavoratori: “Si inizia da coloro che in questi mesi di emergenza sanitaria hanno contribuito a non far fermare il Paese nei settori essenziali: dai lavoratori del commercio al dettaglio e della grande distribuzione nel settore alimentare, agli addetti ai trasporti, dai lavoratori della ristorazione ai servizi alla persona“, ha spiegato Orlando. “Le adesioni numerose da parte di aziende, imprese, attività private dimostrano che dai lavoratori e dagli imprenditori può arrivare un importante contributo per raggiungere gli obiettivi della campagna vaccinale”, ha concluso il ministro.

L’annuncio arriva in un momento in cui l’Italia ha ancora bisogno di accelerare sul fronte delle vaccinazioni, come ha ricordato anche il direttore generale della Prevenzione, Gianni Rezza. Il report settimanale riporta che sono 3 milioni 334.482 le dosi di vaccino somministrate negli ultimi 7 giorni: ancora non è stato raggiunto completamente il target di mezzo milione di inoculazione ogni 24 ore, fissato dal generale Francesco Figliuolo. Inoltre, 519.666 ultraottantenni, pari all’11,49% del totale, sono ancora in attesa della prima somministrazione. Restano senza vaccino anche 9.720 ospiti delle Rsa, pari al 2,56%. Per quanto riguarda le vaccinazione dei lavoratori rientrati nella prima categoria, il personale sanitario, sono in attesa della prima dose in 71.800, cioè il 3,81%. Infine, secondo i dati del report, manca la prima dose anche a 338.610 lavoratori della scuola, il 22,83%.

I tempi – Il documento, firmato da Conferenza della Regioni, Inail, ministero del Lavoro, ministero della Salute e struttura del Commissario straordinario, definisce appunto tempi e priorità a cui le Regioni devono attenersi nella campagna di vaccinazioni per le attività economiche e produttive. Le somministrazioni nei luoghi di lavoro potranno avere inizio, si legge, “compatibilmente con la disponibilità dei vaccini, in concomitanza con l’avvio della vaccinazione dei soggetti di età inferiore a 60 anni“. Al netto delle vaccinazioni ai soggetti fragili, le prenotazioni per gli over 50 sono state aperte in quasi tutte le Regioni lo scorso 10 maggio, seguendo le indicazioni del generale Figliuolo. A breve dovrebbero quindi cominciare anche le inoculazioni a chi ha meno di 60 anni e non è considerato un soggetto a rischio. A quel punto, stando al documento, potrebbero partire anche le vaccinazioni nelle aziende.

Le priorità – Il documento richiama i principi di priorità finalizzati alla tutela delle persone più vulnerabili per età e/o stato di salute o per rischio di esposizione al contagio. In particolare, per stabilire quali settori debbano essere in cima alla lista, sono stati presi in considerazione quattro ambiti: il primo è la classificazione del rischio secondo i parametri di esposizione, prossimità e aggregazione. Poi sono stati considerati i dati del monitoraggio delle denunce di infortunio da Covid e i dati del monitoraggio epidemiologico. Infine, le evidenze scientifiche disponibili in tema di rischio di contagio nei contesti lavorativi. A partire da questa analisi sono state elaborato “le tabelle articolate per i diversi settori in ordine alfanumerico secondo la classificazione ATECO e organizzati in tre macro-gruppi (1, 2 e 3 secondo l’ordine di priorità)”.

Ecco le tabelle con i settori divisi per ordine di priorità