Giustizia & Impunità

Verbali Amara, Di Matteo a La7: “Se pm Storari riteneva che l’indagine fosse boicottata, aveva diritto e dovere di denunciare ma istituzionalmente”

Sui verbali Amara bisognava indagare. Ma per indagare bisogna formalizzare. Se il pm di Milano Storari avesse ritenuto necessaria l’indagine, avrebbe potuto e dovuto formalizzare la sua iscrizione e sottoporla al visto del procuratore capo. Non so se l’ha fatto. Spero proprio di sì”. Sono le parole pronunciate a “Piazzapulita” (La7) dal pm e consigliere Csm, Nino Di Matteo, che si sofferma in particolare sul pubblico ministero di Milano Paolo Storari, uno dei titolari dell’inchiesta, il quale nell’aprile 2020 consegnò i verbali con le rivelazioni sulla loggia Ungheria a Piercamillo Davigo.

Di Matteo sottolinea: “Un magistrato che ritiene che all’interno della sua Procura un’indagine venga boicottata, non soltanto ha il diritto ma anche il dovere di denunciare. E deve farlo al Procuratore generale e al Csm. Ma deve denunciare istituzionalmente, perché non è vero che denunciare formalmente equivalga a disvelare le indagini. Ci sono nel nostro ordinamento delle formule precise, come la desecretazione degli atti, che tutelano il segreto. Io, per ora, ho un desiderio istituzionale, perché questa è una questione istituzionale: che su questa vicenda si vada a fondo e si capisca chi ha fatto questa opera di dossieraggio“.

Il pm aggiunge: “Noi facciamo i magistrati e dobbiamo essere i primi a rispettare le regole. Anche a me è capitato più volte di trovarmi in situazioni molto delicate e molto coinvolgenti, quando facevo le indagini, anche in relazione a problemi con altri miei colleghi dell’ufficio. Ma io ho sempre formalizzato. Se le cose stanno come vengono descritte, quello che mi fa specie è che non siano state formalizzate con atto scritto la trasmissione dei verbali, la loro ricezione e neanche la loro circolazione. Siamo addirittura arrivati al punto che il contenuto di questi verbali, senza che nessuno avesse messo per iscritto nulla, circolasse all’interno del Csm e anche all’esterno. E – prosegue – come dice il dottor Davigo, ma non so se è vero, in quale modo e con quali limiti, il contenuto era arrivato al comitato di presidenza del Csm. Ricordo che il verbale che mi è arrivato risaliva a un anno e mezzo prima. Io sono stato pm e so che, quando si vuole indagare, si riesce ad avviare gli accertamenti. Gli accertamenti nei confronti del dottor Ardita erano e sono veramente di facile soluzione“.