Il segretario del Pd ha risposto alla dichiarazione del leader della Lega a Repubblica secondo cui non sarà l’esecutivo Draghi a riformare giustizia e fisco. “Questo governo è nato per fare le riforme. Se l’intenzione del Carroccio è diversa credo che le nostre strade debbano divergere”, ha tuonato. Letta è intervenuto all'Assemblea di Articolo 1, a cui era presente anche Giuseppe Conte. Sull'asse dem-5s i due sono d'accordo nel costruire un percorso che parta dalle amministrative - al netto delle divisioni in certe città - e arrivi a correre "insieme" alle politiche
Nuovo scontro frontale tra Enrico Letta e Matteo Salvini sulle riforme previste dal Recovery plan che il governo Draghi dovrà approvare nei prossimi mesi. La miccia che ha fatto riesplodere le tensioni è una dichiarazione del segretario della Lega rilasciata in un colloquio con Repubblica: “Ma su, siamo realisti, non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco”. Come a dire: il governo ha le ore contate e il Carroccio garantirà il suo supporto solo per la gestione dell’emergenza sanitaria ed economica del Paese. Non di più. Immediata è arrivata la replica del leader del Partito democratico, intervenuto nell’Assemblea nazionale di Articolo 1 in streaming insieme a Giuseppe Conte. “Se quella è l’intenzione con cui sta al governo credo che le nostre strade debbano rapidamente divergere. Abbiamo un approccio completamente diverso”, ha tuonato Letta.
“Questo governo è qui per fare le riforme – ha aggiunto il segretario del Pd – Lo appoggiamo perché le riforme per gli italiani sono fondamentali anche per far sì che i soldi dalla Ue arrivino e siamo in condizioni di spenderli. Se Salvini dice no, tragga le conseguenze ed esca dall’esecutivo“. Parole simili a quelle che aveva pronunciato a fine aprile, quando il segretario del Carroccio aveva lanciato una raccolta firme per togliere il coprifuoco e Letta gli aveva intimato di uscire dalla maggioranza. In serata è arrivata la replica di Salvini: “Letta e Grillo vogliono la Lega fuori dal governo per approvare Ius Soli, Ddl Zan e patrimoniale? Poveri illusi, gli alleati più leali, di Draghi e dell’Italia, siamo e saremo noi”.
Nel dialogo di oggi con Repubblica, il leader della Lega ha spiegato di aver intenzione di continuare a far parte della maggioranza “come atto di amore verso il Paese”, ma solo “per garantire salute e lavoro“. Per quanto riguarda il primo punto, ritiene che “le cose stiano andando meglio: mi sembra che l’accoppiata Draghi-Figliuolo sia un tantino più incisiva di quella Conte-Arcuri. E sul lavoro… Beh, più tardi sentirò il premier. Per dirgli che la Lega, da lunedì, vuole la caduta di restrizioni e orari“. Salvini sa che l’ex capo della Bce è “prudente” sulle riaperture, ma a suo parere “non possiamo perdere altre settimane preziose”. Incalzato sulle tempistiche di un eventuale nuovo cambio della guardia a Palazzo Chigi, il leghista replica di non voler “dare scadenze a Draghi”. Anche se un orizzonte temporale sembra averlo già in mente: se il premier intenderà aspirare al Quirinale, (il mandato di Sergio Mattarella scade a inizio 2022), “avrà nella Lega un sostegno totale: non lo stesso appoggio, credo, troverà da parte del Pd che ha almeno dieci pretendenti al Colle”, dice. Poi si rivolge direttamente a Letta, che a inizio maggio aveva manifestato a Draghi la sua contrarietà nei confronti del “metodo Salvini”, accusato di essere un giorno a favore del governo e il giorno dopo sul fronte opposto (tra referendum sulla giustizia, raccolta firme per il coprifuoco e proteste). “Ma davvero il segretario del Pd non capisce che con le sue quotidiane provocazioni non ferisce me ma finisce per indebolire il governo?”.
Il leader dem pensa invece esattamente l’opposto, e cioè che sia Salvini a indebolire l’esecutivo con le sue bordate al lavoro della maggioranza. A proposito delle riaperture del Paese, l’augurio è che “Roberto Speranza continui a lavorare con lo stesso spirito e la stessa determinazione. Oggi si riapre in sicurezza perché c’è stato chi ha garantito che non ci fossero state scelte sbracate quando invece qualcuno voleva solo sbracare. Oggi riapriamo in modo irreversibile perché c’è stata prudenza”. Nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale di Articolo 1 – la formazione di sinistra che in Parlamento è rappresentata da Liberi e uguali – Letta ha anche affrontato il tema delle prossime amministrative, rinsaldando l’asse con Giuseppe Conte. “Mi trovo in linea con l’approccio di Conte: dobbiamo fare delle amministrative una tappa di convergenza verso le Politiche consapevoli delle difficoltà in alcune città che non dobbiamo nasconderci“. Se anche alle elezioni d’autunno nelle principali città Pd e M5s non riusciranno a costruire ovunque un’alleanza, quindi, Letta è convinto che i prossimi mesi siano fondamentali per “affrontare tutti insieme una grande discussione sul futuro della democrazia in Italia”. Con un obiettivo: correre “insieme” alle prossime elezioni nazionali. “Ne sono sicuro”, ha concluso.
Un ragionamento condiviso anche da Giuseppe Conte, secondo cui il “cammino comune con il Pd e Leu fatto di franco e continuo scambio e di arricchimento reciproco”, iniziato con il governo giallorosso, “non può essere accantonato: dobbiamo continuare a lavorare insieme e dobbiamo darci un orizzonte“. L’ex premier, anche lui presente all’Assemblea di Articolo 1, dice agli alleati che “in questa fase politica siamo consapevoli che l’uscita dall’emergenza ha ancora una prospettiva economica e sociale che è tutta da affrontare“. Le amministrative vanno quindi intese come una prima occasione per rafforzare il dialogo. “In alcune realtà costruiamo una perfetta intesa e una proposta congiunta; in altre possiamo recuperare una collaborazione al secondo turno; altre in cui dobbiamo prendere atto che, per varie circostanze su cui non riusciamo al momento intervenire, non si può correre insieme”, ha detto in modo chiaro il leader M5s. “Ma l’importante è l’intensità della voglia di cercare soluzioni comuni. Mi interessa il risultato delle amministrative ma ancor di più come ci arriviamo“.
I lavori dell’Assemblea di Articolo 1 sono stati chiusi dal segretario Roberto Speranza, che si è rivolto a Pd e M5s chiedendo esplicitamente di trovare un accordo per i ballottaggi alle comunali. “Dobbiamo lavorare perché questo nostro stare assieme possa essere da subito coltivato. Sulle amministrative io penso che dovunque c’è ancora un margine per lavorare insieme, noi quel margine dobbiamo andare a vederlo”, ha spiegato. “E bisogna essere chiari: dobbiamo assumere un impegno a scatola vuota, dicendo che dove non riusciremo a fare un accordo al primo turno lavoreremo assieme per sostenere il candidato di chi di questa famiglia è arrivato al secondo turno“.