Dopo settimane di attesa l'ex sindaco del capoluogo ha rinunciato alla candidatura in quota centrodestra, tra le ragioni che hanno portato Albertini a questa decisione anche la consapevolezza che ci sia bisogno di una figura giovane. L'ex sindaco ha comunicato che comunque sosterrà la coalizione attraverso la costituzione di una lista civica
“Vi devo una risposta dopo settimane in cui ho sentito l’affetto e il sostegno di voi tutti. Purtroppo devo comunicare che per un insieme di ragioni personali non posso accettare questa generosa opportunità offertami”. Gabriele Albertini ha rotto il silenzio sulla sua candidatura in quota centrodestra nella corsa alla poltrona di sindaco di Milano, annunciando che non scenderà in campo per sfidare l’attuale primo cittadino Beppe Sala. Dopo settimane di attesa, il nome voluto da Matteo Salvini ha rinunciato alla candidatura. Lo ha fatto sapere attraverso il sul suo sito www.gabrielealbertini.com dopo giorni di voci, indiscrezioni e richieste dei partiti che compongono la coalizione.
Non ha pagato la strategia della Lega di ripresentare Albertini alla guida della città, dopo i successi del 1997 e del 2001, entrambe le volte sotto il simbolo del Popolo delle Libertà. L’ex sindaco ha annunciato di non voler rappresentare il centrodestra: “In questo giorno a me caro – ha scritto Albertini -, che coincide con la data in cui nel 1997 ho giurato da sindaco per la prima volta, mi rivolgo ai concittadini milanesi, agli amici e sostenitori, ai leader del centrodestra: Matteo Salvini , Giorgia Meloni, e Silvio Berlusconi, al quale rivolgo con affetto un augurio di pronta guarigione”.
L’ex primo cittadino ha poi annunciato che comunque prenderà parte alla competizione elettorale, e lo farà attraverso una lista civica che sosterrà il candidato scelto per opporsi a Sala. La conferma arriva dal suo sito, in cui comunica la “disponibilità nel corso della futura campagna ad accompagnare il candidato sindaco, sia nei contenuti, sia nella definizione e nella partecipazione ad una lista civica, fattore, fondamentale per la vittoria elettorale”.
La candidatura lanciata dal leader del carroccio fin da subito non era sembrata davvero condivisa né dal tavolo della coalizione, né da Albertini stesso che già dalle prime battute aveva sollevato le sue perplessità. “Per le sfide che aspettano Milano, ritengo che il candidato o la candidata debba essere giovane, rappresentare le categorie produttive in vista della imminente ripresa, e conoscere tutte le realtà di questa multiforme ed articolata città, anche quelle rese più fragili dalla pandemia. Anche la squadra dovrà essere attentamente scelta, ma anche competente, laboriosa, adeguatamente bilanciata tra i generi”. Così l’imprenditore 70enne ha concluso il suo intervento che sancisce la fine della trattativa che aveva tenuto sospeso il centrodestra fino ad ora. La coalizione alla guida di Regione Lombardia dovrà ora sedersi nuovamente intorno ad un tavolo per individuare un nome credibili in grado di confrontarsi con il sindaco uscente Sala il prossimo autunno, consapevoli che l’attuale inquilino di Palazzo Marino è già in campagna elettorale da settimane.
I nomi sul tavolo ad oggi sarebbero quelli di Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia e già nella rosa dei candidati 2016, Roberto Rasia dal Polo, nome caldeggiato dalla Lega, e il manager Riccardo Ruggiero, ex ad Telecom in quota Fratelli d’Italia. Secondo un sondaggio pubblicato da Affaritaliani, nessuno dei candidati alternativi sarebbe però ad oggi in grado di superare nei consensi il sindaco uscente. Nel caso il tavolo del centrodestra scegliesse Maurizio Lupi, il ballottaggio vedrebbe Sala con il 51% dei consensi e l’ex ministro fermo al 45%. Più alto per il sindaco uscente sarebbe il vantaggio su Rasia Dal Polo: Sala otterrebbe il 53% dei voti contro il 42% dello sfidante.