Secondo quanto riportato dal Corriere, la donna lo scorso 11 maggio ha fermato la vettura in uno spazio adiacente al portone di un condominio di Piazza Buenos Aires. Per giorni si è rifiutata di scendere e ha accettato solo alcuni viveri dai residenti e dal custode del palazzo. Poi, quando ha smesso di mangiare, sono arrivati sul posto anche i medici con due ambulanze e uno psichiatra che l'avrebbe in cura. Nelle scorse ore la svolta
Una donna di cinquant’anni è rimasta chiusa nella sua Smart per cinque giorni a Roma, in piazza Buenos Aires, rifiutandosi di uscire. I ristoratori della zona e il portiere di un palazzo davanti al quale aveva parcheggiato l’hanno aiutata fornendole acqua e cibo, mentre i vigili urbani sono intervenuti per cercare di convincerla ad uscire. La situazione si è sbloccata solo nelle scorse ore, quando sul posto sono arrivate anche due ambulanze del 118, un’auto medica e uno psichiatra che la avrebbe in cura da tempo. L’allarme è scattato dopo che la 50enne – che è senza fissa dimora – ha smesso di accettare i viveri. Dopo una certa resistenza alla fine ha acconsentito ad uscire ed è salita a bordo dell’ambulanza.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la donna lo scorso 11 maggio ha fermato la vettura in uno spazio adiacente al portone di un condominio al civico 5 di Piazza Buenos Aires. Dopo alcune ore il custode dello stabile le ha chiesto di sostare altrove per permettere agli inquilini di poter entrare ed uscire comodamente con le loro auto, ostacolate dal parcheggio troppo vicino all’uscita del garage. Dopo alcuni rifiuti l’uomo si è visto costretto a chiamare i vigli urbani: “Aveva parcheggiato a filo con l’ingresso del portone, ma non voleva spostarsi e le auto dei condomini non entravano – ha raccontato Marco, portiere del palazzo -. Allora abbiamo chiamato i vigili: l’hanno identificata, i documenti erano in regola e lei tranquilla. Ha fatto manovra e si è spostata di un metro. Da quel momento non si è più mossa”.
Secondo il racconto la donna ha chiesto ripetutamente di poter parlare con un dottore che però, racconta il custode, non abita all’interno di quello stabile. Da quando ha spostato il veicolo la donna non si è più mossa, ed è riuscita ad alimentarsi solo grazie allo spirito dei residenti della zona che le hanno portato un tramezzino al mattino e un’aranciata alla sera. Poi la svolta. Dopo giorni di sopralluoghi in cui la polizia ha cercato ogni modo di invitare la donna a spostarsi o semplicemente a scendere dall’auto, sul posto sono arrivate anche due ambulanze del 118, un’auto medica e lo psichiatra.
L’allarme è partito dopo che la donna ha smesso di accettare cibo sia da Marco, il portiere del palazzo, che dai ristoratori della zona. All’arrivo dei soccorsi ha opposto qualche resistenza, poi il clima si è calmato e i medici dell’ambulanza sono riusciti a farla salire a bordo senza problemi. “È una senza tetto che frequenta il quartiere. Di solito sta a piedi, adesso in macchina. Faremo altri accertamenti”, spiegano le forze dell’ordine che non hanno potuto effettuare nessuna azione nei giorni di isolamento perché i documenti della signora e dell’auto erano perfettamente in regola, e dunque sprovvisti di alcuna autorizzazione che giustificasse qualsiasi tipo di intervento.