Via libera all’utilizzo dei tamponi salivari per il rilevamento dei casi di Covid 19. La circolare del ministero della Salute, attesa da giorni, è uscita ieri in tarda serata e distingue tra i test salivari antigenici, tra i quali ci sono quelli rapidi, e i test salivari molecolari. Entrambi potranno essere utilizzati, ma solo quelli molecolari, ritenuti più affidabili, non avranno bisogno di un’ulteriore verifica fatta con i classici tamponi molecolari nasofaringei nel caso di risultati positivi. “Ai fini della sorveglianza nazionale Covid-19 – si legge nel documento ministeriale – i test molecolari su campione salivare dovranno essere segnalati nel sistema di sorveglianza”. In sostanza un risultato positivo comporterà l’obbligo di isolamento, il che equipara il test molecolare salivare a quello molecolare nasofaringeo.
I nuovi salivari molecolari, che come i tamponi classici devono essere analizzati in laboratorio e richiedono 24 ore o più per il risultato, non necessitano l’intervento di un operatore sanitario. Per la raccolta di un campione di saliva è infatti sufficiente tenere in bocca una piccola spugnetta per almeno un minuto, come fosse un leccalecca. Per questo saranno utili soprattutto per i test su anziani, disabili e per le attività di screening nelle scuole. Ma nei casi generali la circolare pone una limitazione: “Il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da Sars-Cov-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei”, si legge infatti nel documento. Il ministero dà poi un consiglio nel caso di individui sintomatici, visto che la sensibilità di questi tamponi diminuisce (cioè il rischio di falsi negativi aumenta) dopo i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi: “La saliva può essere utilizzata come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei per l’identificazione di infezione da Sars-Cov-2 preferibilmente entro i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi”.
Per il ministero, “il test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rimane il gold standard internazionale in termini di sensibilità e specificità (rispettivamente rischio di falsi negativi e falsi positivi, ndr)”. Anche perché il metodo di raccolta dei campioni di saliva ha sì il vantaggio di non essere invasivo, ma “è un passaggio cruciale” che può avere impatto sulla sensibilità del test. Tuttavia, come detto, i tamponi salivari vengono considerati un’opzione per i test su “individui asintomatici sottoposti a screening ripetuti per motivi professionali o di altro tipo, per aumentare l’accettabilità di test ripetuti”, in particolare quando si tratti di “individui molto anziani o disabili”.
E veniamo al capitolo scuole, quello su cui Regione Lombardia, come raccontato da ilfattoquotidiano.it, ha cercato di fare da apripista chiedendo già quattro mesi fa al Comitato tecnico scientifico (Cts) di dare l’ok all’utilizzo dei tamponi salivari molecolari sviluppati dall’università degli Studi di Milano. Anche se “i dati sull’uso della saliva in pazienti pediatrici sono limitati – si legge nella circolare – data la semplificazione della tecnica di prelievo i test salivari possono rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e il controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico”.