Il governo è pronto a rivedere la road map delle attività da riaprire fissata nel precedente decreto Covid. Sul tavolo diversi temi: ristoranti e piscine al chiuso, settore del wedding, centri commerciali fermi nel weekend. "Possiamo proseguire con ragionata fiducia verso le graduali riaperture delle attività", ha detto il ministro della Salute. Gelmini: "Il coprifuoco? Sarà spostato almeno alle 23". A fine mese un nuovo tagliando, quando si ridiscuterà di mascherine all'aperto
Sono ore decisive nel governo per trovare una quadra sulle prossime attività da riaprire, dal settore del wedding ai centri commerciali nel weekend, fino ai ristoranti e alle piscine al chiuso. Anche se la road map da qui all’estate era stata fissata nel precedente decreto Covid, Palazzo Chigi ha accettato di rivedere alcune misure alla luce del buon andamento della curva epidemiologica che almeno per ora non sembra aver risentito dell’allentamento scattato il 26 aprile. Per oggi è quindi prevista una riunione della cabina di regia politica per decidere che cosa inserire nel nuovo decreto (che dovrebbe entrare in vigore il 24 maggio). Sul tavolo c’è innanzitutto l’orario del coprifuoco, su cui la maggioranza sembra aver trovato un’intesa di massima. “Sarà spostato almeno alle 23“, ha confermato la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in un’intervista nell’edizione di Palermo di Repubblica, ribadendo che la ripartenza sarà a “piccoli passi”, con la prospettiva però che presto il Paese potrà “tornare a correre”. Grazie ai contagi in forte calo e a un numero sempre più ampio di cittadini vaccinati, infatti, l’esponente forzista del governo sostiene che “è realistico” ipotizzare che nelle prossime settimane il coprifuoco “verrà rivisto” ulteriormente, fino alla definitiva cancellazione.
Un obiettivo che in realtà l’ala più aperturista del governo, trainata da Matteo Salvini, punta a concretizzare già da questa settimana. “Dalla riunione di domani ci aspettiamo riaperture e ripartenza, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera! Fidiamoci degli italiani #nocoprifuoco”, ha detto il leader del Carroccio a una videoconferenza della Lega. Ma l’ipotesi più accreditata è che su molti temi, a partire dall’abolizione del coprifuoco, ci sarà ancora da aspettare. Il governo vuole infatti valutare il monitoraggio settimanale dell’Iss del 21 maggio prima di prendere eventuali nuove decisioni. La parola d’ordine, ribadita in tutte le riunioni dal premier Mario Draghi e da Roberto Speranza, è sempre quella della “prudenza“. “Possiamo proseguire con ragionata fiducia verso le graduali riaperture delle altre attività, mantenendo la necessaria prudenza”, ha ripetuto il ministro della Salute durante la visita agli Internazionali d’Italia di Tennis a Roma. “Con i dati in miglioramento possiamo allentare e poi superare il coprifuoco. Questo è possibile grazie alle misure adottate in questi mesi e ai comportamenti corretti della stragrande maggioranza delle persone e, naturalmente, grazie alla campagna di vaccinazione, leva fondamentale per aprire una nuova stagione nel Paese”.
I numeri della pandemia continuano infatti a migliorare – nelle scorse ore i decessi sono scesi sotto quota 100, per la prima volta da ottobre – e secondo il coordinatore del Cts Franco Locatelli “l’analisi dei dati indica che le aperture decise secondo il criterio del ‘rischio ragionato’ non si sono associate a una ripresa della curva epidemica“. Intervistato sul Corriere, Locatelli spiega però che con “l’analisi della prossima settimana ci darà un quadro ancora più compiutamente definito, ma non avere al momento segnali di allerta è incoraggiante anche nella prospettiva di nuove misure di apertura, quali per esempio il prolungamento del coprifuoco, che il governo si accinge ad adottare”.
Proprio in vista della cabina di regia, nella serata di domenica c’è stata una riunione dei ministri M5s via zoom insieme ai capigruppo in Parlamento Licheri e Crippa. È emersa, a quanto si apprende, una posizione unanime che, prendendo atto dell’andamento della campagna vaccinale e del netto miglioramento del quadro epidemiologico, porta a chiedere l’anticipazione dell’apertura di molte attività e il superamento del coprifuoco alle 22. Poco dopo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha pubblicato in post su Facebook in cui scrive che “iniziamo a vedere i primi effetti” delle vaccinazioni. “Lo dobbiamo fare anche per diventare davvero attrattivi per i turisti stranieri e permettere ai ristoratori e commercianti di lavorare al meglio, per sfruttare il potenziale dell’estate e rimettere in moto l’economia del Paese”. Di Maio cita poi i numeri dell’Iss sull’efficacia del vaccino nel nostro Paese: “Questi dati ci dicono che ora è il momento di superare il coprifuoco. Andiamo verso una nuova normalità e stiamo per riconquistare tutte le nostre libertà. Rimaniamo uniti, avanti”.
Sul tavolo del governo ci sono anche altre misure, come la data per la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana (che probabilmente scatterà dal 22 maggio) e quella per la ripartenza del settore dei matrimoni e delle cerimonie (si è ipotizzato attorno al 15 giugno). Su questo, la ministra Gelmini ha dichiarato che si sta di valutando l’introduzione del green pass: “Per i matrimoni è assai probabile che per partecipare ai banchetti di nozze servirà essere vaccinati, avere un tampone negativo o possedere ancora gli anticorpi dopo aver contratto il covid”. Non è escluso, inoltre, che dal vertice possa arrivare anche l’indicazione per una nuova verifica delle misure a fine mese, nel corso della quale valutare la possibile cancellazione del ‘tutti a casa’, la riapertura dei ristoranti anche al chiuso e affrontare il tema dell’utilizzo della mascherina all’aperto durante l’estate. In dubbio l’ipotesi di anticipare la riapertura dei parchi tematici, per ora fissata al 1 luglio, e di far scattare il via libera alle piscine al chiuso in concomitanza con quello per le palestre (previsto per l’1 giugno).
Ma lunedì non ci sarà solo la cabina di regia Covid. È previsto anche un vertice tra Regioni, esperti dell’Istituto superiore di Sanità e ministero della Salute in cui dovrebbe arrivare l’ok ai nuovi parametri per l’attribuzione dei colori, che dovrebbero passare da 21 a circa una decina. Come trapelato nei giorni scorsi, resterà l’indice Rt calcolato sui casi sintomatici, ma non sarà più alla base del meccanismo automatico che fa scattare il cambio di fascia di rischio: è il compromesso raggiunto tra chi lo voleva cancellare del tutto (le Regioni) e chi, invece, lo ritiene ancora fondamentale per fotografare l’andamento dell’epidemia (ministero della Salute e Iss). A determinare i colori delle regioni dovrebbero essere l’incidenza dei casi su 100mila abitanti e l’Rt ospedaliero, cioè la pressione sui reparti covid e le terapie intensive.