di Margherita Cavallaro
Oggi, 17 marzo 2021, è la giornata internazionale contro l’omo/bi/transfobia e quindi ho pensato: quale occasione migliore per ammorbarvi di nuovo sul ddl Zan? Nello specifico oggi vorrei trattare, data l’occasione, della critica che molte persone muovono al ddl considerandolo inutile e anzi discriminatorio dato che le aggressioni sono già punite dalla legge e che quindi il ddl renderebbe gli uominisessuali speciali.
Mettendo da parte l’innegabile fatto che SIAMO speciali, favolosi e glitterati, andiamo a vedere perché questa argomentazione è caccapupù.
Scenario 1. Immagina di essere in un bar. Hai appena preso dei drink per te e i tuoi amici, hai le mani piene e tutta la tua attenzione è poco saggiamente focalizzata sui bicchieri pieni e sul non rovesciare del prezioso alcol piuttosto che su quello che c’è intorno. Ti giri per tornare al tavolo senza renderti conto di un ragazzo che stava facendo la fila per il bar proprio alle tue spalle, lo urti e buona parte del contenuto appiccicoso nei bicchieri si versa sulla sua camicia da tamarro di Gucci. Il ragazzo ti urla un insulto, tu gli dici che non l’hai fatto apposta e che poteva non starti appicciato e, per tutta risposta, il tamarro ti tira un pugno.
Scenario 2. Immagina di essere su un bus. Stai tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Sei stanco e ti stai facendo i fatti tuoi. Hai le cuffiette e stai ascoltando la tua playlist preferita su Spotify, magari picchiettando le dita a ritmo sulla barra di appoggio. Un ragazzo ti si piazza di fronte e ti urla qualcosa. Tu non capisci sopra la musica e con espressione confusa ti togli le cuffie chiedendo al ragazzo cosa vuole. Il ragazzo ti urla “Ah frocio!” e ti spinge, tu gli dici che non vuoi problemi e gli chiedi di lasciarti in pace e, per tutta risposta, il ragazzo ti tira un pugno.
Anche assumendo (nel migliore dei casi) che il risultato sia lo stesso, ossia che la polizia venga chiamata e l’aggressore portato via e poi punito, c’è una differenza fondamentale tra le due situazioni. Riuscite a vedere quale? No? A scuola eravate quelli a cui le maestre volevano bene? Ok, ve lo spiego io.
Nello scenario 1 l’aggressione è una reazione. Una reazione da deficiente ed esagerata, certo, ma comunque una reazione ad un atto che l’aggressore ha percepito come un’offesa. Nello scenario 2 l’aggressione avviene senza motivo se non per il fatto che un essere umano esista in quanto se stesso. Nello scenario 1 l’aggressione non sarebbe avvenuta se chi aveva le birre si fosse guardato intorno, mentre nello scenario 2 non c’è assolutamente niente che l’aggredito avrebbe potuto fare per evitarla e, con buona pace di certi esponenti della Lega, aspettarsi che qualcuno smetta di esistere e venga messo nei forni non è un’aspettativa ragionevole. Sarà uno shock per molti, ma io ho lo stesso diritto di esistere di un qualsiasi fascista buzzurro di paese che per qualche diabolico miracolo ha ottenuto una carica politica.
Questo è, in fondo, lo stesso principio per cui quando si considera un omicidio c’è l’aggravante della premeditazione: posto che il crimine è già di per sé gravissimo, questo è ancora più grave se avviene non come reazione a qualcosa avvenuto sul momento, ma come atto fine a sé stesso, come una scelta pianificata. Insultare o picchiare qualcuno è sempre grave, ma lo è ancora di più quando questo è un atto fine a se stesso e al semplice svilimento di una persona per una sua caratteristica intrinseca ed ineliminabile. Questo, tra l’altro, lo rende sempre anche un atto premeditato perché, non essendo una reazione, è sempre una scelta conscia quella di andare ad aggredire qualcuno che altrimenti non sta in alcun modo interferendo con la tua vita.
D’altro canto ci sono già aggravanti che tutelano questo tipo di aggressioni contro etnie, religioni, etc., ma aggressioni omotransfobiche non vengono tutelate nella stessa misura in un paese in cui troppe persone ti rispondono anche nei tribunali “eh ma frocio non è un insulto, tu lo sei frocio” (però le stesse persone si offendono a morte se gli rispondono “hai ragione vecchio/ciccione/cesso, anche tu sei vecchio/ciccione/cesso” perché, come è ovvio anche agli idrocefali, non importa solo la parola che si usa, ma anche l’intenzione con la quale quella parola viene proferita).
La triste realtà è che, tra l’altro, ora come ora il tamarro dello scenario 1 sarebbe stato preso e buttato quantomeno fuori dal bar in un secondo, mentre nello scenario 2 probabilmente nessuno si sarebbe nemmeno messo in mezzo.
Il ddl Zan è quindi purtroppo fondamentale non perché vogliamo un trattamento speciale, ma perché c’è un problema sistemico che va affrontato.
In fondo, che vi importa se l’omofobia diventa un’aggravante a meno che non sappiate benissimo di essere omofobi e avete semplicemente paura che ora non potrete più (voi o i vostri figli) insultarci per strada e/o venire a menarci con la certezza di uscirne poi impuniti?