Le migliaia di agricoltori colpiti dalla piaga dell’invasione dei topi che sta devastando vaste aree dell’Australia orientale, hanno ottenuto il permesso di usare esche doppiamente tossiche del normale e chiedono ora ai governi del New South Wales e del Queensland assistenza per affrontare gli altissimi costi. Le comunità rurali sopportano da mesi un flagello senza precedenti, che distrugge i raccolti e infligge danni enormi a orzo e grano nei magazzini, causato da innumerevoli roditori, capaci di procreare a sei settimane di età e di partorire ogni 21 giorni.
Si sperava che le forti piogge e le temperature più fresche di recenti settimane riducessero i numeri prima della semina invernale, ma questo è avvenuto solo in poche aree. Nuove ricerche dell’ente scientifico federale Csiro hanno indotto gli enti responsabili a emettere un permesso di emergenza ai produttori di esche, di raddoppiare il contenuto di fosfuro di zinco. I ricercatori sottolineano la necessità di un ricorso generale alle dosi letali, poiché i topi sviluppano rapidamente un’avversione alle esche, rendendole del tutto inefficaci.
I rappresentanti del settore, affiancati dalla storica organizzazione femminile Country Women Association, chiedono sostegni finanziari fino a 25 mila dollari (16 mila euro) per proprietà agricola, per contribuire all’acquisto di esche. Un sondaggio di 1100 agricoltori indica che il 94% ha dovuto acquistare esche con una spesa fino a 150 mila dollari (97 mila euro) ciascuno. Un terzo di questi ha riportato perdite di cereali e di mangime fra 50 a 150 mila dollari (fra 32,5 e 97,7 mila dollari). Enorme anche il danno alla salute e psicologico: il 34% ha sofferto impatti sulla salute e l’85% ha difficoltà del sonno.