Se hai ‘molti amici gay ma…’ allora sei omofobo. Anche se non ti piace sentirtelo dire
Immagina di dover lasciare casa, perché la gente della tua città ti odia. Immagina insulti e aggressioni. Immagina l’odio. Ovunque ti volgi. Immagina di dover andare a vivere altrove, per sfuggire a tutto ciò. E ricomincia tutto da capo. Fino a nuove aggressioni. Fino a quando qualcuno prende una tanica di benzina, ti cosparge di carburante e va d’accendino. Stai immaginando? Bene. Perché a Normunds Kindzulis è successo davvero. Era un paramedico di Riga, in Lettonia. Ucciso. Perché gay.
Normunds Kindzulis, a victim of the homophobic arson attack in Latvia last week, has succumbed to his injuries. Our deepest condolences to his partner and family, and to all our community in Latvia. ???? pic.twitter.com/IM90oTk80E
Certo, ora dirai che questi sono fatti estremi. Di certo non li condividi. Li condanni anche. Eppure, di fronte a ogni tentativo di rendere più facile la vita dell’umanità che rientra nella sigla Lgbt+, ti viene fuori un “ma”. Non hai nulla contro gli omosessuali, ma. Magari hai pure tanti amici gay. Ma. La stessa obiezione che usi quando si tratta di dover riconoscere tutele a favore di donne lesbiche e transgender, ad esempio. O bisessuali, FtM e non binary. L’elenco è lungo: che siano unioni civili, matrimonio egualitario, adozioni, omogenitorialità o una semplice legge contro i crimini d’odio. Se emerge quel “ma”, ti do una notizia, hai un problema. E questo problema si chiama omobilesbotransfobia.
Il “ma” è una congiunzione avversativa. Un dispositivo linguistico che mette insieme (congiunge, appunto) al costo di un’opposizione. È un “no” mascherato da buone intenzioni e che porta a pessime conseguenze. Non è l’unico termine, anzi, è in buona compagnia: anzi, eppure, però, tuttavia, bensì. Se usi frasi tipo “non sono razzista, ma” significa che sei razzista. “Hai tanti amici gay, ma” significa che non hai amici gay, ma conoscenti che forse non hanno nemmeno ben presente il carico di inadeguatezza di cui potresti essere capace nei loro confronti. E la cosa più preoccupante è che forse non lo sai nemmeno tu.
Ogni qualvolta mettiamo un limite al grado di libertà e autodeterminazione di cui una persona può disporre, e se leghiamo tale limite a un aspetto della sua identità, stiamo compiendo un abuso. Se pensiamo che le donne non debbano svolgere certi lavori perché donne, stiamo cavalcando il sessismo. Se l’oggetto del nostro “ma” è il colore della pelle, è razzismo. Se è l’orientamento sessuale o l’identità di genere, significa che hai problemi con le persone Lgbt+. E oggi 17 maggio, nella Giornata contro l’omo-bi-lesbo-transfobia, sottolineiamo proprio quel “ma”. Con tanto di penna rossa, come si fa con gli errori.
Sì, conosciamo l’obiezione. Tu non torceresti un capello a chicchessia. Ma non è questo il problema. Il problema non è ciò che tu non faresti, ma ciò che fai. E la violenza non è un incidente di percorso, in un mare di buone intenzioni. La violenza è un sistema di oppressione da parte di un gruppo che vive specifici privilegi a danno di categorie discriminate e di soggetti vulnerabili. Tale sistema può essere esercitato semplicemente attraverso le parole o può esondare in vera e propria crudeltà, anche estrema. La violenza ha larga cittadinanza quando non abbiamo nulla contro qualcuno, ma poi facciamo di tutto affinché gli squilibri restino. È un comodo lasciapassare, che inclina il piano e lascia scivolare comportamenti poco edificanti. Tutti, nessuno escluso.
Perché poi, all’atto pratico, quel ma diventa un no. No all’educazione alle differenze e alla lotta al bullismo a scuola che poi diventa “gender” e mai sia. No ai matrimoni egualitari, che la famiglia è solo uomo e donna, poi va in confusione l’idea di “famiglia naturale” e sai la fatica di accettare il fatto che non tutti condividono gli stessi limiti culturali? No all’omogenitorialità, che poi i bambini rischiano di crescere ricchioni – non lo dici, ma la paura è quella – e poi pazienza se l’eterosessualità non abbia titolo alcuno per essere considerata un modello positivo assoluto. Basta vedere in quali contesti avvengono fenomeni come lanci di neonati nei cassonetti, stupri, abusi, violenza di genere, ecc.
L’ultimo “ma” riguarda il ddl Zan, che vuole combattere i crimini d’odio contro le persone Lgbt+. Se sei contro una legge che cerca di rendere meno violenta la vita di tali persone, di fatto sei a favore della violenza. Tutta o in parte, poco importa. Poi, l’obiezione può assumere le vesti del “ma l’identità di genere” oppure “ma esistono già leggi che…” (e invece no, non esistono). Sono proprio tali posizioni a dar man forte a discorsi e atti che, alla fine della fiera, sono forme d’odio. Anche se non ti piace sentirtelo dire. E oggi, che è il 17 maggio, è importante ribadirlo.
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La Redazione
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e allo stesso tempo una necessità improcrastinabile per dotare l’Europa di un’infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo più fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscano in investimenti extra Ue. Sono investimenti che abbiamo la possibilità, e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l’occasione di approfondire questi temi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici in relazione alla morte di Andrea Purgatori, avvenuta nel luglio 2023. L’accusa contestata è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Ora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che prenderà il via il prossimo 19 settembre.
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Dario Accolla
Attivista e scrittore
Diritti - 17 Maggio 2021
Se hai ‘molti amici gay ma…’ allora sei omofobo. Anche se non ti piace sentirtelo dire
Immagina di dover lasciare casa, perché la gente della tua città ti odia. Immagina insulti e aggressioni. Immagina l’odio. Ovunque ti volgi. Immagina di dover andare a vivere altrove, per sfuggire a tutto ciò. E ricomincia tutto da capo. Fino a nuove aggressioni. Fino a quando qualcuno prende una tanica di benzina, ti cosparge di carburante e va d’accendino. Stai immaginando? Bene. Perché a Normunds Kindzulis è successo davvero. Era un paramedico di Riga, in Lettonia. Ucciso. Perché gay.
Certo, ora dirai che questi sono fatti estremi. Di certo non li condividi. Li condanni anche. Eppure, di fronte a ogni tentativo di rendere più facile la vita dell’umanità che rientra nella sigla Lgbt+, ti viene fuori un “ma”. Non hai nulla contro gli omosessuali, ma. Magari hai pure tanti amici gay. Ma. La stessa obiezione che usi quando si tratta di dover riconoscere tutele a favore di donne lesbiche e transgender, ad esempio. O bisessuali, FtM e non binary. L’elenco è lungo: che siano unioni civili, matrimonio egualitario, adozioni, omogenitorialità o una semplice legge contro i crimini d’odio. Se emerge quel “ma”, ti do una notizia, hai un problema. E questo problema si chiama omobilesbotransfobia.
Il “ma” è una congiunzione avversativa. Un dispositivo linguistico che mette insieme (congiunge, appunto) al costo di un’opposizione. È un “no” mascherato da buone intenzioni e che porta a pessime conseguenze. Non è l’unico termine, anzi, è in buona compagnia: anzi, eppure, però, tuttavia, bensì. Se usi frasi tipo “non sono razzista, ma” significa che sei razzista. “Hai tanti amici gay, ma” significa che non hai amici gay, ma conoscenti che forse non hanno nemmeno ben presente il carico di inadeguatezza di cui potresti essere capace nei loro confronti. E la cosa più preoccupante è che forse non lo sai nemmeno tu.
Ogni qualvolta mettiamo un limite al grado di libertà e autodeterminazione di cui una persona può disporre, e se leghiamo tale limite a un aspetto della sua identità, stiamo compiendo un abuso. Se pensiamo che le donne non debbano svolgere certi lavori perché donne, stiamo cavalcando il sessismo. Se l’oggetto del nostro “ma” è il colore della pelle, è razzismo. Se è l’orientamento sessuale o l’identità di genere, significa che hai problemi con le persone Lgbt+. E oggi 17 maggio, nella Giornata contro l’omo-bi-lesbo-transfobia, sottolineiamo proprio quel “ma”. Con tanto di penna rossa, come si fa con gli errori.
Sì, conosciamo l’obiezione. Tu non torceresti un capello a chicchessia. Ma non è questo il problema. Il problema non è ciò che tu non faresti, ma ciò che fai. E la violenza non è un incidente di percorso, in un mare di buone intenzioni. La violenza è un sistema di oppressione da parte di un gruppo che vive specifici privilegi a danno di categorie discriminate e di soggetti vulnerabili. Tale sistema può essere esercitato semplicemente attraverso le parole o può esondare in vera e propria crudeltà, anche estrema. La violenza ha larga cittadinanza quando non abbiamo nulla contro qualcuno, ma poi facciamo di tutto affinché gli squilibri restino. È un comodo lasciapassare, che inclina il piano e lascia scivolare comportamenti poco edificanti. Tutti, nessuno escluso.
Perché poi, all’atto pratico, quel ma diventa un no. No all’educazione alle differenze e alla lotta al bullismo a scuola che poi diventa “gender” e mai sia. No ai matrimoni egualitari, che la famiglia è solo uomo e donna, poi va in confusione l’idea di “famiglia naturale” e sai la fatica di accettare il fatto che non tutti condividono gli stessi limiti culturali? No all’omogenitorialità, che poi i bambini rischiano di crescere ricchioni – non lo dici, ma la paura è quella – e poi pazienza se l’eterosessualità non abbia titolo alcuno per essere considerata un modello positivo assoluto. Basta vedere in quali contesti avvengono fenomeni come lanci di neonati nei cassonetti, stupri, abusi, violenza di genere, ecc.
L’ultimo “ma” riguarda il ddl Zan, che vuole combattere i crimini d’odio contro le persone Lgbt+. Se sei contro una legge che cerca di rendere meno violenta la vita di tali persone, di fatto sei a favore della violenza. Tutta o in parte, poco importa. Poi, l’obiezione può assumere le vesti del “ma l’identità di genere” oppure “ma esistono già leggi che…” (e invece no, non esistono). Sono proprio tali posizioni a dar man forte a discorsi e atti che, alla fine della fiera, sono forme d’odio. Anche se non ti piace sentirtelo dire. E oggi, che è il 17 maggio, è importante ribadirlo.
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Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e allo stesso tempo una necessità improcrastinabile per dotare l’Europa di un’infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo più fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscano in investimenti extra Ue. Sono investimenti che abbiamo la possibilità, e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l’occasione di approfondire questi temi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici in relazione alla morte di Andrea Purgatori, avvenuta nel luglio 2023. L’accusa contestata è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Ora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che prenderà il via il prossimo 19 settembre.