E' scattato il sequestro del denaro e dell'auto, con la denuncia a piede libero per ricettazione di Gennaro Borrelli, 49 anni, residente nella provincia di Napoli. L'operazione, condotta dalla compagnia di Bassano del Grappa, comandata dal maggiore Alberto Potenza, ha avuto ora la conferma del Tribunale del riesame di Vicenza che ha convalidato i sequestri
E’ stato tradito dai controlli sugli spostamenti da regione a regione a causa del Covid. Un uomo originario di Napoli, bloccato da una pattuglia della guardia di Finanza a Pianezze, in provincia di Vicenza, non ha saputo fornire un motivo di urgenza che giustificasse la sua presenza nei pressi di un’azienda meccanica. I militari si sono insospettiti, anche perchè l’uomo appariva nervoso. E voilà, da un sottofondo del portabagagli della Mercedes è comparso un piccolo tesoro: tre pacchi sigillati, contenenti 15.057 banconote di vario taglio, per un importo complessivo di 368mila euro. E’ scattato il sequestro del denaro e dell’auto, con la denuncia a piede libero per ricettazione di Gennaro Borrelli, 49 anni, residente nella provincia del capoluogo campano. L’operazione, condotta dalla compagnia di Bassano del Grappa, comandata dal maggiore Alberto Potenza, ha avuto ora la conferma del Tribunale del riesame di Vicenza che ha convalidato i sequestri, in attesa che le indagini accertino da dove proviene il denaro e quale fosse la sua destinazione.
Le banconote erano contenute in tre pacchi. Su alcune è evidente la traccia dell’inchiostro blu che viene utilizzato in sistemi antifurto da parte di banche e portavalori. E’ quindi sorto il sospetto che possano essere stati sottratti illecitamente. Gli indizi che hanno portato alla convalida del sequestro sono numerosi. Innanzitutto “la disponibilità di una quantità di denaro in contanti ben al di sopra della soglia di utilizzabilità prevista dalla legge”. C’è poi il fatto che il denaro fosse stato “occultato in un vano dell’autovettura, azionabile con congegno meccanico, all’evidenza installato appositamente allo scopo di nascondere beni in occasione di eventuali controlli su strada”. Non hanno convinto i giudici, poi, le “false dichiarazioni rese ai finanzieri in ordine al fatto di non trasportare valori”, prima che il denaro fosse scoperto. Inoltre è apparso come un elemento indiziario “la presenza dell’indagato, in un comune lontano da quello di residenza”, asseritamente “per motivi di lavoro, consistenti, come precisato in udienza dalla stessa difesa, nella necessità di incontrare una persona per la compravendita di biciclette elettriche sul piazzale antistante una società che è risultata operante nel territorio vicentino, ma avere sede legale a Napoli”. Ultimo elemento, la mancanza apparente di un reddito, visto che l’indagato dal 2013 non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Citando una sentenza di Cassazione, il collegio presieduto da Chiara Cuzzi ha ritenuto che “non è necessario l’accertamento giudiziale del reato presupposto (della ricettazione, ndr) essendo sufficiente la prova logica della derivazione del denaro da attività illecite”.