Dal bonus verde al recupero edilizio: le agevolazioni volute dal legislatore sono numerose, ma anche consistenti e talvolta persino senza tetti di spesa massima
Bonus facciate e Superbonus. E poi ancora recupero edilizio, risparmio energetico, bonus mobili e bonus verde. Il legislatore è stato decisamente generoso con le agevolazioni 2021 per la casa. Non solo le detrazioni e le deduzioni sono numerose, ma sono anche consistenti e talvolta persino senza tetti di spesa massima. Tutte però devono necessariamente essere tracciabili. Pena la perdita del beneficio. Ma andiamo per gradi.
Per il bonus facciate, ad esempio, spetta al contribuente una detrazione dall’imposta lorda pari al 90% dell’intera spesa sostenuta per recuperare o restaurare gli esterni di un edificio già esistente in zone individuate dal legislatore. L’agevolazione, senza alcun tetto massimo di spesa con un rimborso in dieci quote annuali costanti e di pari importo, è stata fortemente voluta dal ministro Dario Franceschini con “una norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane”, come aveva spiegato lo stesso ministro in occasione dell’approvazione della legge di bilancio che ha introdotto la detrazione.
Per il Superbonus la detrazione arriva al 110% della spesa sostenuta con un rimborso su cinque anni. A patto che siano stati fatti precisi interventi di riqualificazione energetica o antisismica (detti “trainanti”) accompagnati da altri lavori (“trainati”) sotto la supervisione di un tecnico asseveratore. Per accedere alla detrazione è anche necessario il visto di conformità di un intermediario abilitato come commercialisti e Caf. Per i contribuenti si tratta della prova generale per il Superbonus che il legislatore ha appena prorogato al 2023. Naturalmente le detrazioni spettano solo se il contribuente non ha ceduto il credito e non ha optato per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi acquistati.
Per quanto riguarda il recupero edilizio, invece, il contribuente può detrarre il 50% delle spese sostenute fino ad un massimo di 96mila euro. Il vantaggio fiscale, spalmato su dieci anni, può tuttavia aumentare fino all’80% nel caso in cui i lavori comportino anche una riduzione del rischio sismico. La detrazione sale invece al 65% dell’importo speso nel caso di interventi finalizzati al risparmio energetico. Tuttavia in questo caso il tetto massimo di spesa è legato a doppio filo con la tipologia di intervento effettuato.
Anche quest’anno è previsto un bonus mobili e grandi elettrodomestici con detrazione in dieci anni del 50% fino ad un massimo di 10mila euro. A patto che gli arredi siano stati acquistati a corredo di una ristrutturazione avvenuta fra gennaio 2018 e la fine dell’anno successivo.
Per la manutenzione di giardini e terrazzi (bonus verde), la detrazione si ferma al 36% su una spesa massima da 5mila euro che viene contabilizzata su cinque anni. Inoltre il contribuente che abbia stipulato una polizza contro eventi calamitosi può detrarre il 19% del premio versato.
Infine per quanto riguarda i condomini, il legislatore ha previsto la detrazione del 50% per la manutenzione ordinaria, del 75% per la riqualificazione energetica, il 36% per il bonus verde e l’85% per gli interventi antisismici. Chiaramente l’amministratore del condominio dovrà fornire al contribuente la documentazione relativa alla spesa sostenuta pro-quota. Esattamente come nel caso di polizza condominiale.
Per le case di proprietà, è possibile detrarre il 19% degli interessi passivi del mutuo entro il tetto dei 4mila euro nel caso di acquisto e di 2.582 per l’ipotesi di costruzione o ristrutturazione prima casa. Nel caso in cui l’acquisto sia avvenuto attraverso un’agenzia immobiliare è possibile scaricare il 19% su un esborso massimo di mille euro.
Nel caso di immobile in affitto, invece, i giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni godono di tre anni di detrazione pari a 992 euro. Solo però se il reddito non supera i 15.494 euro. Agevolazione analoga esiste anche per i dipendenti che per ragioni di lavoro hanno trasferito la residenza in un comune distante oltre 100 Km da quello originario. In questo caso la detrazione è pari a 992 euro per redditi entro i 15494 euro e di 496 entro i 30.978 euro. Per i redditi bassi, il contribuente potrà detrarre 300 euro per l’affitto se non guadagna più di 15.494 euro e 150 euro entro i 30.987 euro. Cifre che salgono nel caso di canone concordato (rispettivamente 496 e 248) euro. Poco, ma meglio che niente.