Il fatto non sussiste. E così Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e Davide Canestri, rispettivamente ex presidente, direttore generale e dirigente di Banca Etruria, sono stati assolti al processo sul presunto falso in prospetto nell’ambito del crac dell’istituto aretino dov’erano imputati in relazione alla veridicità delle informazioni rilasciate al mercato in occasione dell’emissione di obbligazioni subordinate della banca. Per i primi due bond c’è stata prescrizione, mentre per il terzo c’è stata l’assoluzione. Il pm Julia Maggiore chiedeva 1 anno e 6 mesi per Fornasari e Bronchi e 1 anno per Canestri. Per l’accusa il prospetto per i sottoscrittori del bond del 2013 non rappresentava le reali condizioni della banca.

La sentenza secondo l’avvocato Luca Fanfani che difendeva Canestri, è “il finale appropriato per una accusa di falso in prospetto che fu originata da sanzioni Consob che già la corte di appello di Firenze aveva in precedenza annullato”, giudicando “inspiegabile e infondata la tesi di fondo secondo cui Consob sarebbe venuta a conoscenza, solo ad azzeramento delle obbligazioni oramai avvenuto, di talune informazioni indispensabili per poter esercitare la propria funzione di controllo sul contenuto della documentazione informativa”. Delusione è stata espressa da un risparmiatore presente alla lettura del dispositivo: “Sembra che i colpevoli siamo noi risparmiatori”, ha commentato uscendo dall’aula con il proprio legale Lorenza Calvanese.

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