Una battaglia legale in difesa della loro birra. La storia è quella dei monaci dell’abbazia Notre-Dame de Saint-Remy di Rochefort, nel sud del Belgio. Qui, i trappisti – dalla particolare tipologia della birra che solo loro sono in grado di produrre – combattono da un decennio una disputa legale con il gruppo minerario Lhoist, che vorrebbe modificare il corso d’acqua che i religiosi utilizzano per la loro birra per continuare la loro produzione di calce.
I mastri birrai si oppongono, supportati da un atto del 1883 che gli conferisce la possibilità di utilizzare l’acqua della sorgente Tridaine per la produzione della birra. Secondo loro, privarli di quella determinata sorgente muterebbe inevitabilmente il gusto del loro prodotto. La battaglia legale va avanti da dieci anni, e gli ultimi round se li sono sempre aggiudicati i monaci. L’ultima vittoria risale a due giorni fa, quando la Corte di Appello di Liegi ha ribadito che l’acqua della sorgente Tridaine non va toccata, dando ragione ai monaci e mettendo in salvo la loro birra (almeno fino al ricorso in Cassazione).
Lhoist, invece, per voce del responsabile comunicazione dell’azienda, Jean Marbehant sostiene che “la galleria attuale è già artificiale” e dunque l’azienda vorrebbe “canalizzare l’acqua per aumentare la nostra capacità di estrazione”. Inoltre, è bene precisare che la società (con 100 filiali in 25 paesi) ha bisogno di un maggiore quantitativo di acqua per allargare la propria cava e continuare la produzione di calce, altrimenti destinata a interrompersi nel 2022. I periti nominati dall’azienda hanno condotto esperimenti che mostravano come le qualità dell’acqua sarebbero rimaste immutate, ma i monaci non hanno ceduto e i tribunali belgi hanno finora riconosciuto il loro diritto di tutelare la tradizione.