“Al primo punto della nostra proposta prevediamo che sia il detenuto condannato per gravi reati alla pena dell’ergastolo di fatto ‘ostativo’ a dover dimostrare di aver tagliato i collegamenti con le organizzazioni criminali. Così come dovrà dimostrare anche che non ci sarà pericolo in futuro di un ricollegamento con le stesse”, ha quindi aggiunto Ferraresi. Se quindi da una parte la Consulta ha deciso che la collaborazione non può essere l’unica via per ottenere la liberazione condizionale, precisando che è compito del Parlamento individuare delle alternative, dall’altra i membri della commissione Giustizia del Movimento hanno evidenziato che, nella loro proposta, “è previsto un rafforzamento dei criteri per la valutazione della prova” oltre a controlli successivi alla concessione dei benefici “più duro”. “Non possiamo permetterci che l’impianto normativo fortemente voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per contrastare l’azione delle mafie venga gravemente indebolito. Il Parlamento non deve perdere tempo“, ha aggiunto anche l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, presente alla conferenza di presentazione della proposta di legge per ridisegnare l’ergastolo ostativo.