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Franco Battiato: “La castità? Magari. Ho avuto amiche che passavano da me cinque, dieci giorni. Ma in camere separate, per forza”

Il Maestro della musica italiana (anche se non amava definirsi così) se n'è andato a 76 anni. Nel 2015, aveva rilasciato un'intervista a Mario Luzzato Fegiz per Il Corriere della Sera. Una chiacchierata dalla quale traspare il Battiato più intimo e "quotidiano"

di F. Q.

Franco Battiato è morto nella notte all’età di 76 anni. Il cantautore siciliano si trovava nella sua casa di Milo, in provincia di Catania, dove si era ritirato da tempo. La conferma è arrivata dai suoi cari: “Le esequie si terranno in forma strettamente privata. La famiglia ringrazia tutti per le innumerevoli testimonianze di affetto ricevute”. Un vero e proprio Maestro della musica italiana, anche se non amava definirsi così. L’umiltà che solo i grandi possono avere. Con i suoi 30 album in studio all’attivo in oltre 50 anni di carriera ha abbracciato il pop, l’elettronica, la lirica, rivoluzionando così il panorama della musica italiana. Nel 2015, aveva rilasciato un’intervista a Mario Luzzato Fegiz per Il Corriere della Sera. Una chiacchierata dalla quale traspare il Battiato più intimo e “quotidiano”: “Mi sveglio molto presto, oggi per esempio alle tre e mezzo, non si spaventi! Ascolto la musica classica su Radio 3, per una o due ore. Poi vado nella mia veranda a meditare. Ho davanti un panorama incredibile, da Taormina a Siracusa, cielo e mare meravigliosi e poi una vegetazione ricchissima con pini secolari, alcuni così inclinati che quasi toccano terra, alberi giapponesi che danno dei piccoli mandarini, pompelmi e aranci rigogliosi malgrado siamo a 800 metri. Rose selvatiche gialle, rosse o lilla sono nate spontaneamente intorno alle palme. E c’è l’orto, con lattughe, pomodori, patate, abbiamo piantato anche le angurie. Io guardo e basta, però!, ci sono quattro giardinieri che se ne occupano, ma ne pago soltanto uno: è una famiglia affiatata”, raccontava il cantautore. Dalle sue abitudini alimentari (per niente “insipide” anzi, gustose, “alla mediterranea”), alla “tv in camera“, alle persone per le quali provava affetto sincero (“Voglio molto bene alla gente, a mia madre, a Sgalambro, ad altri colleghi che hanno lavorato con me: non ho mai avuto un problema con loro e non è poco“) e infine l’amore: “… Diciamo che anime gemelle non ne ho avute… Ma amiche degne di questo nome, sì, e ogni tanto ce n’è qualcuna che viene a stare qui con me per cinque, dieci giorni. In camere completamente separate, però, per forza!“. Come mai le camere separate? Perché quando Luzzato Fegiz chiede “Pratica la castità?”, lui risponde: “Ahimè no, questo è stato il mio problema. Io ho una necessità di libertà, non potrei mai litigare per un dentifricio spostato“.

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