Il cantautore ha spiegato più volte di trovare ispirazione nelle parole di Georges Ivanovič Gurdjieff, letterato e filosofo armeno che analizzava quello che sarebbe dovuto essere lo scopo finale delle religioni
Franco Battiato è morto a 75 anni, colpito da una malattia che lo accompagnava da tempo. Importante ispiratore delle sue musiche e dei suoi testi è stato, tra gli altri, il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, letterato che negli anni ha teorizzato sullo scopo finale delle religioni. Secondo Gurdjieff l’uomo dovrebbe puntare alla coscienza e al risveglio, favorendo il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano.
È dalle teorie del filosofo che morirà in Francia nel 1949 che nasce l’ispirazione grazie al quale Battiato scriverà il centro di gravità permanente, uno dei suoi più grandi capolavori musicali. “Da solo con un’esperienza da autodidatta avevo scoperto quella che in Occidente, si chiama meditazione trascendentale, ma nel pensiero di Gurdjieff vidi disegnato perfettamente un sistema che già avevo intuito e frequentato – spiegò una volta Battiato -. Esistono tante vie, esiste Santa Teresa e San Francesco; quella di Gurdjieff mi era molto congeniale. Una specie di sufismo applicato all’Occidente, all’interno di una società consumistica”.