Sembrava il nome in pectore per la coalizione giallorosa, ma l'ex rettore ha dato forfait: "La capacità di spesa è azzerata, il Comune è di fatto in dissesto". Il leader M5S rassicura: "Costituiremo un fronte ampio con le forze progressiste che permetterà a persone come lui di restituire a Napoli i doni ricevuti"
Gaetano Manfredi non correrà per la poltrona di sindaco di Napoli. In serata l’ex ministro dell’Università e rettore della Federico II ha fatto sapere con una lettera di aver declinato l’invito, dopo giorni in cui era sembrato a un passo dal diventare il candidato sostenuto da Pd e Movimento 5 Stelle. A scoraggiarlo, ha detto, è stato il quadro disastrato delle casse di palazzo San Giacomo: “Il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica”, scrive Manfredi. “Le passività superano abbondantemente i cinque miliardi di euro tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata”.
“Siamo, di fatto, in dissesto – spiega -, un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore. I napoletani, legittimamente, hanno aspettative altissime: ambiscono ad avere trasporti efficienti, strade riparate e pulite, asili nido, centri per gli anziani, impianti sportivi, parchi pubblici e condizioni di vita quotidiana adeguate ai migliori standard nazionali e internazionali. E questa è soltanto l’ordinaria amministrazione. Ma chiedono anche altro, vogliono evolvere verso la trasformazione digitale, il turismo sostenibile, l’economia circolare, i diritti di cittadinanza. Ambiscono a fare di Napoli, seppur mantenendo tutte le sue formidabili tipicità, una città europea a pieno titolo come è stata sempre nella sua storia”.
“Chi mi conosce – prosegue il testo – sa bene che preferisco la concretezza alle parole vuote. Il dissesto e i conseguenti vincoli di bilancio, in questa fase di grande sofferenza sociale a valle della crisi pandemica, creerebbero ferite profonde e azzopperebbero immediatamente il desiderio di ripartenza che tutti noi abbiamo. Alle aspettative si sostituirebbe la frustrazione. I più deboli pagherebbero il prezzo più alto. Sarebbe una fase lontana dalla mia visione di società e dai miei valori“. Sull’alleanza politica giallorosa, però, specifica che “il campo largo delle forze progressiste che si è costituito a Napoli e ha animato il governo a cui ho partecipato, ha tutte le energie per guidare, su queste basi, lo sviluppo della città, anche con il sostegno della Regione Campania”.
A commentare la scelta di Manfredi, con una nota, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “È un’eccellente espressione della società civile”, scrive l’ex premier. “Mi ha anticipato la sua posizione, che condivido pienamente. La sua denuncia sul dissesto, sui vincoli di bilancio e sulla prospettiva di mera liquidazione che compromettono il futuro del Comune di Napoli, merita una chiara assunzione di responsabilità, da parte di tutte le forze politiche. Il suo richiamo al principio di realtà nasconde amore per la città e un senso nobile della politica, che non illude i cittadini e prospetta soluzioni concrete”. Conte assicura però che “il Movimento Cinque Stelle sarà in prima fila per realizzare questo intervento legislativo di riequilibrio, che anzi intendiamo estendere anche alle altre città metropolitane. Ci batteremo fino in fondo per perseguire questo obiettivo ed evitare che i più deboli paghino le più alte conseguenze della crisi pandemica. Lavoreremo da subito, dialogando con tutte le forze politiche parlamentari, ma sapendo di avere al fianco, in particolare, le forze progressiste a partire dal Pd con le quali costituiremo un fronte ampio, che permetterà a persone di valore, come nel caso di Manfredi, di restituire a Napoli i doni ricevuti”.