Il centrodestra di governo (Lega e Forza Italia) e Fdi di nuovo compatti per fare ostruzionismo al disegno di legge contro l’omotransfobia in Senato. Oggi la commissione Giustizia, esattamente il giorno dopo la giornata internazionale contro omofobia e transfobia, si è riunita per discutere del ddl Zan e non ha votato sul disgiungimento dal disegno di legge presentato dal centrodestra Ronzulli-Salvini. Questo significa che i due testi dovranno essere esaminati insieme. Una scelta che potrebbe rallentare il disegno di legge Zan già approvato alla Camera e in attesa dell’ultimo via libera del Senato. Sempre oggi, il presidente del Carroccio Andrea Ostellari, ha fatto sapere di aver ricevuto 200 proposte di audizione: una richiesta sproporzionata visto che il ddl ha già avuto una prima approvazione a larga maggioranza. Visto l’enorme numero, lo stesso Ostellari ha chiesto ai senatori di fare una scrematura, in modo tale da esaurire gli interventi in breve tempo.

Dubbi, al termine della seduta, sono emersi sia dal fronte M5s che da quello Pd. “Abbinare o non abbinare i due testi – ha spiegato la senatrice dem Monica Cirinnà in realtà non serve a nulla, perché significa che le audizioni e la discussione” si svolgeranno sui due testi. “Questo tuttavia non pregiudica il testo base. Ove mai si dovesse decidere di andare in Aula senza relatore si andrà sul ddl Zan”, già votato alla Camera, ha sottolineato. Dello stesso parere il M5s. “Si tratta di due testi completamente diversi – ha spiegato la senatrice Alessandra Maiorino -. Quello delle destre prevede aggravanti generiche mescolando cose che non c’entrano niente e alleggerendo le pene. La commissione è ancora una volta presa in ostaggio”. Ma il presidente Ostellari si è difeso, sostenendo di aver applicato i regolamenti che, a suo dire, esistono per tutelare anche chi non li conosce. “Mi spiace per chi grida allo strappo, certificando una certa ignoranza delle regole. O, peggio, la volontà di trasgredirle”, ha detto. “Oggi in commissione Giustizia ho applicato l’art. 51 del regolamento del Senato e quindi ho congiunto il ddl Zan con il ddl Ronzulli-Salvini, che saranno trattati insieme. Basta bugie e basta pretendere scorciatoie. Proseguiamo il dibattito serenamente. La democrazia funziona cosi'”.

Chi si dice tranquillo che il percorso del ddl Zan non sarà ostacolato ulteriormente è il vicepresidente dem Franco Mirabelli: “Il cammino parallelo dei ddl Zan e Ronzulli in commissione Giustizia al Senato, non rallenterà l’iter della legge che contrasta l’omotransfobia, già approvata dalla Camera”, ha dichiarato all’Adnkronos. La tabella di marcia, secondo il dem, verrà rispettata: entro fine giugno la commissione Giustizia completerà il proprio lavoro e il testo (“che sarà il ddl Zan”, ha sostenuto Mirabelli), potrà approdare in aula a luglio. “Non ci sarà nessun allungamento dei tempi. Riteniamo che la scelta di far camminare parallelamente i due testi sia stato un errore, perché si tratta di due proposte molto diverse. Oggi – ha spiegato il vice capogruppo dem riferendosi all’esito della seduta della commissione Giustizia – è stata una riunione interlocutoria, nella quale noi avevamo posto due temi. In primis votare sulla congiunzione dei testi Zan e Ronzulli. Ostellari si è rifiutato, anche se a nostro avviso non avrebbe potuto farlo. Il secondo punto era chiedere tempi certi per la discussione. Che i testi siano uno, due o tre non cambia nulla. Ci saranno le audizioni, il cui elenco è già stato presentato”. E ha chiuso: “Al presidente Ostellari noi abbiamo chiesto di organizzare le cose in modo che, entro fine giugno, si possa chiudere la discussione generale in commissione e votare il testo base che, ovviamente, sarà il ddl Zan. Ostellari si è impegnato a portare una proposta e ha chiesto ai gruppi di Fi e Lega, che hanno avanzato un numero molto elevato di audizioni, di ridurle il più possibile. Vediamo se la nostra richiesta di allestire un calendario da qui a giugno per votare il testo base verrà esaudita. Lo capiremo giovedì”, ha concluso Mirabelli.

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