Convocata in serata la riunione dell'organo interno che decide sul ricorso presentato dall'amministrazione del Senato contro la delibera della commissione di Caliendo che ha annullato la delibera che toglie il vitalizio ai condannati. Come quella, anche questa è in mano al centrodestra. Unica disallineata la senatrice del Pd Valente. "Non riusciremo a entrare nel merito, ma almeno sulla sospensiva". Ma il risultato, anche se scontato, potrebbe rimanere riservato fino alla decisione di merito
Formigoni torna a sperare. Nel tardo pomeriggio si riunisce la Commissione di Garanzia del Senato per decidere sul vitalizio da restituire al Celeste. È il secondo round della vicenda dopo la vittoria in primo grado, grazie alla sentenza della Contenziosa del Senato che ha dichiarato nulla la delibera Grasso del 2016 con cui Palazzo Madama aveva sospeso l’assegno previdenziale agli ex senatori condannati. Ad occuparsi del caso è la commissione che decide sui ricorsi presentati contro le decisioni della Contenziosa. In pratica il giudice interno di secondo grado. A innescare il procedimento è stato il ricorso dell’amministrazione di Palazzo Madama ma l’epilogo potrebbe essere lo stesso.
Nei corridoi del Senato, infatti, si fa notare come entrambe siano presiedute da esponenti di Forza Italia, ovviamente solidali con il proprio ex collega di partito. La contenziosa era composta dall’azzurro Giacomo Caliendo, due membri senatori della Lega e due laici. Quella di Garanzia, che ha sede nello storico palazzo della Dc in piazza del Gesù, è presieduta dal forzista Luigi Vitali, dal leghista Ugo Grassi e ha come membri effettivi Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Pasquale Sepe (Lega) e dall’unica estranea al centrodestra che è la senatrice del Pd Valeria Valente. L’unica, sulla carta, candidata all’accoglimento del ricorso. Raggiunta dal Fatto non anticipa nulla. “Non so se oggi riusciremo ad entrare nel merito, più probabilmente a decidere sulla richiesta di sospensiva. Non è detto che chiudiamo, più probabilmente riusciremo giusto ad esprimerci sull’efficacia o meno di quella pronuncia”. Che per Formigoni, al di là del merito, significherebbe tornare a incassare la pensione in attesa che si esamini il merito della questione, coi tempi che serviranno. Nel frattempo, attenzione, non è scontato neppure che sia divulgata la decisione, perché come le pronunce della Commissioni restano riservate finché non si esaurisce il merito.