Il ministro ha parlato di questa possibilità in un'intervista ricordando come la Commissione Ue debba ancora decidere se includere o meno il nucleare tra le energie verdi e ha invitato ad analizzare l'opzione senza preclusioni ideologiche. Quanto alle centrali tradizionali Cingolani è stato netto: "Per l'Italia è un capitolo chiuso"
“Il ministro Cingolani oggi supera ogni limite e in un’intervista a Il Foglio apre al nucleare, non quello da fusione ma da fissione quello bocciato dagli italiani con ben due referendum, affermando che in Italia si possono realizzare in Italia mini reattori da 300 Mw.” Così il il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Più nel dettaglio il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha affermato “Se mi chiede cosa ne sarà del nucleare a fissione le rispondo che questo è un capitolo storico chiuso, per l’Italia, e anche molti paesi che lo utilizzano si stanno rendendo conto che questa tecnologia non ha futuro”. Il ministro però poi continua “Se mi chiede se vi sono delle opzioni per produrre energia attraverso il nucleare le dico di sì. C’è un’opzione da sogno, ancora lontana, che è quella del nucleare a fusione, che mi auguro che un giorno possa diventare realtà. C’è invece un’opzione ben più concreta che è quella che riguarda l’utilizzo dei mini reattori nucleari a fissione che sono quelli che vengono generalmente usati all’interno delle grandi navi, che producono poche scorie e che arrivano a produrre qualcosa come 300 MegaWatt”.
Cingolani ricorda poi come la Francia (che ospita 19 centrali nucleari nei suoi confini), insieme con nove paesi dell’est Europa, abbia presentato una richiesta alla Commissione europea per capire se questi microreattori possano essere riconosciuti come sorgenti di energia verde. “Anche John Kerry, l’inviato speciale degli Stati
Uniti per il clima, mi ha raccontato, giorni fa, che l’America sta studiando con attenzione questa tecnologia, come possibile fonte di energia (rinnovabile) pulita
anche fuori dal perimetro di una nave”, sottolinea poi il ministro. “Dovesse la Commissione europea considerarla una fonte di energia pulita, sarebbe nostro dovere fare una discussione e prendere in considerazione il mini nucleare. Anche qui occorrerebbe fare un’analisi accurata dell’impatto ambientale, dei costi e del rapporto vantaggi/svantaggi, senza nessuna ideologia”.
“Cingolani parla di superare l’ambientalismo immobile riproponendo il tema del nucleare nel nostro paese mentre nel suo Pnrr gli investimenti su energie rinnovabili, mobilità elettrica, trasporto pubblico, dispersione delle reti idriche e depurazione delle acque sono drammaticamente inadeguati rinunciando così ad intervenire in questi settori nei prossimi decenni”, conclude Bonelli.